A piedi lungo la Via della Lana e della Seta
Sia che siate camminatori esperti sia che vogliate intraprendere una passeggiata tra boschi e vallate, La Via della Lana e della Seta è il cammino che dovreste fare. Un percorso che attraversa l’Appennino tosco-emiliano e valica due regioni ricche di storia e tradizioni, passando tra i borghi di un entroterra che vi rimarrà negli occhi.
Il nome di questo cammino ne racchiude tutta la bellezza e rivela il legame storico dei due punti cardine del percorso: Bologna e Prato. Punto di partenza e punto d’arrivo, due città accomunate da una secolare storia di commerci tessili e collegate da una via di scambio tanto antica quanto necessaria. Meno conosciuta dei cammini che collegano Prato a Firenze (Anello Rinascimentale) e Firenze a Bologna (Via degli Dei), la Via della Lana e della Seta diventa la chiusura perfetta di un anello escursionistico della regione.
Il percorso inizia da Bologna, città dei canali e per secoli fulcro commerciale e produttivo della seta e giunge a Prato, capitale della lana e del tessile. 130 chilometri di cammino pensati per 6 giorni di esplorazione, in 7 tappe. Le prime tre sono Sasso Marconi, Grizzana Morandi e Castiglione dei Pepoli per poi scavallare in Toscana, con tappa a Vernio, Vaiano e, infine, Prato.
La via è ben segnalata, munitevi di mappa del cammino e seguite i piccoli cartelli rossi e bianchi, vi porteranno passo dopo passo al borgo successivo.
Nulla vi impedirà di personalizzare il percorso e potrete scegliere se seguirlo fedelmente fermandovi nelle tappe indicate o muovervi autonomamente tra borghi, cime e vallate. Starà a voi scegliere con quale spirito affrontare la Via, se farne un cammino gastronomico e culturale fermandovi in ogni paese che incontrerete o rimanere sulla via montana godendovi il panorama e il silenzio che questa rotta sa regalare.
Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.
4 esperienze da non perdere
Monte Caprara e Monte Sole
Seguendo la Via, a una decina di chilometri da Sasso Marconi, si arriva a Monte Caprara, uno dei luoghi cardine di questo territorio, sede di uno dei più grandi eccidi di civili da parte dell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Il monte ospita ormai solo i ruderi delle frazioni Caprara di Sopra e Caprara di Sotto dove, nel 1944, la brigata partigiana Stella Rossa si insediò per fronteggiare il nemico. L’intera area fu dominata dall’esercito tedesco e negli ultimi mesi prima della liberazione divenne terra di nessuno, senza civili né abitazioni integre. Oggi il Memoriale del Parco di Monte Sole è un museo a cielo aperto. Si passa attraverso piccoli cunicoli di terra: sono i passaggi della linea Gotica, trincee che ospitavano i soldati durante la guerra. Da qui si snodano stretti sentieri che portano a punti strategici per le vedette, da cui si controllava la vallata. Oggi non c’è alcun nemico da avvistare e giunti in vetta non potrete che emozionarvi per la potenza della storia che emana questo luogo.
Rocchetta Mattei
Superata Grizzana Morandi, verso la valle della Limentra, si scorge dalla strada un imponente edificio arroccato sulla parete della montagna, è la cosiddetta Rocchetta Mattei, palazzo eclettico che si staglia tra le colline, talmente bizzarro da non passare inosservato. Questo castello ottocentesco prende il nome dal conte Cesare Mattei, che lo fece edificare sulle rovine della Rocca di Savignano, appartenuta a Matilde di Canossa. Fu la dimora del conte ma, soprattutto, fu la sede dei suoi esperimenti sull’elettromeopatia, metodo curativo che lo portò alla fama in tutto il mondo e grazie al quale il Mattei diede vita a un vero e proprio centro dove ospitare chi desiderava farsi curare con questa terapia sconosciuta.
Dimora e sanatorio per pazienti da tutta Europa, la Rocchetta è un vero e proprio castello incantato. La struttura fu modificata più volte e oggi è un insieme di influenze moresche e falso-medievali, liberty e gotiche, un labirinto di torri, cortili interni, chiostri, sale di ricevimento, camere private. Attraversare le sale è come saltare da un’epoca storica a un’altra. Vi sembrerà di essere all’Alhambra di Granada e un istante dopo in un salone medievale: un viaggio tra gli stili che vi lascerà a bocca aperta.
La tradizione culinaria
Ogni tappa porta con sé storia e tradizione, culture culinarie arrivate fino a noi passando nelle mani di chi, di generazione in generazione, ha saputo farne tesoro.
Vi capiterà di incontrare diversi maestri della cucina tosco-emiliana e ognuno avrà la migliore versione delle tagliatellle, la vera ricetta dello gnocco fritto (torta fritta, crescentina o ficattola) e il segreto unico e inimitabile per fare il ripieno degli “autentici” tortellini. L’unica scelta che vi garantirà di uscire indenni da questa selezione gastronomica è assaggiare tutto, ma proprio tutto.
Le sfogline, coloro che tirano la sfoglia, sono le vere portatrici della tradizione culinaria più antica. Gesti semplici, precisi e veloci, un ritmo serrato e la riproposizione sempre uguale del movimento delle mani, memoria di ciò che deve essere fatto per preparare le prelibatezze in serbo per gli ospiti. Poi non resta che mangiare. Lungo la Via, anche nei borghi più piccoli troverete pietanze tradizionali da scoprire: concedetevi un po’ di tempo per farvi raccontare come nasce una ricetta e scoprirete che le antiche rivalità culinarie celano segreti del tutto simili, ma declinate in maniera diversa in ogni località.
Monte Maggiore - Calvana
Lasciando Castiglione dei Pepoli lascerete anche l’Emilia-Romagna. Senza accorgervene scavallerete verso una terra incredibilmente diversa. Arrivando in Toscana cambia tutto, il profilo delle colline, il colore della terra e gli alberi lungo la via. Non cambierà, però, la predisposizione di chi vi accoglie a farvi da guida. Ospiti sorridenti vi condurranno verso le proprie cantine, i propri mulini, i propri santuari.
L’ultimo tratto di cammino prima di giungere a Prato è il crinale del massiccio della Calvana, così chiamato per l’aspetto nudo e brullo, un territorio diverso da quelli esplorati fino ad ora, aspro e roccioso. Tutta l’area è una riserva naturale protetta, spartiacque naturale tra le valli del Bisenzio della Sieve e della Marina. Antica via di transumanza e pellegrinaggio tra Emilia e Toscana cela sui crinali torri, piccole fortezze e chiese. La Calvana vi stupirà con un paesaggio incontaminato e con una biodiversità di flora e fauna sorprendente; camminerete tra cavalli allo stato brado e potrete incontrare svariate altre specie di animali. Arrivati a questo punto il cammino sta per concludersi ma, per quanto il vostro sguardo possa essere abituato ad ampie vallate e paesaggi mozzafiato, la bellezza di questi monti è impagabile.
La Via della Lana e della Seta è un itinerario che vi riporterà indietro nel tempo e saprà regalarvi tutto ciò che queste terre celano da secoli. Un trekking semplice e allo stesso tempo straordinario, un’occasione per vivere appieno un cammino ancora poco conosciuto, passando per sentieri battuti nei secoli da viandanti pellegrini e mercanti. Fatevi rapire da paesaggi di rara bellezza e tradizioni centenarie, non ne rimarrete delusi.