Bologna e il fermento underground degli anni '90

Redazione Lonely Planet
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Molti suoi cittadini illustri hanno cantato Bologna, da Lucio Dalla (“Gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”, in Disperato erotico stomp) ai Lùnapop (“Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi”), da Claudio Lolli (cantore della vivacità politica della Bologna degli anni ’70) a Luca Carboni (“Forse Bologna è una regola / che sapevi soltanto tu”), fino al bolognese di adozione Samuele Bersani (“A Bologna è comodo avere poteri speciali / per schivare le armi da taglio e la merda dei cani”). 

Bologna è stata terreno di coltura per molti dei fenomeni underground più vivaci dell’ultima parte del Novecento ©kavalenkau/Shutterstock
Bologna è stata terreno di coltura per molti dei fenomeni underground più vivaci dell’ultima parte del Novecento ©kavalenkau/Shutterstock
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Cantautori a parte, Bologna è però stata terreno di coltura per lo sviluppo di molti dei fenomeni underground più vivaci dell’ultima parte del Novecento. Si può collocare l’inizio di questa ‘nuova Bologna’ dopo i fermenti politici del 1977, ultimo sussulto di proteste del lungo Sessantotto italiano, che vede anche la fine dell’esperimento di Radio Alice, radio libera fra le più note di quella stagione. 

Nell’ambiente della Bologna universitaria nasce il festival Bologna Rock
Nell’ambiente della Bologna universitaria nasce il festival Bologna Rock

È proprio nel capoluogo infatti, nell’ambiente degli studenti universitari (Bologna 
è anche la città che ha inventato il DAMS), che si riconoscono i primi germi di una via italiana al punk. Più per lo spirito dissacratore che non per il sound, in verità: gli Skiantos di Roberto ‘Freak’ Antoni – a ragione accreditato come inventore del ‘rock demenziale’ – propongono infatti nei primi anni di vita veri happening provocatori, cucinando la pastasciutta sul palco o bersagliando il pubblico con ortaggi. Nel 1979, il festival Bologna Rock, organizzato dall’etichetta Harpo’s Bazaar di Oderso Rubini, fa il punto sulla scena: oltre agli Skiantos, ci sono i Gaznevada, i Confusional Quartet. Bologna è la capitale del ‘nuovo rock italiano’, quello che guarda alla lezione del punk e alla new wave, e la traduce per un nuovo pubblico. 

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La vivacità di Bologna non viene meno negli anni successivi, e in città si incontrano e suonano insieme musicisti da tutta Italia, spesso venuti per frequentare l’università: è 
il caso, per esempio, dei Massimo Volume. Ma la città è anche uno dei primi focolai del rap italiano, nel periodo delle ‘posse’, tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90. Proprio nel centro sociale Isola nel Kantiere si forma infatti l’Isola Posse All Stars, che nel 1991 pubblica il singolo ‘Stop al panico’. È un’esperienza di breve durata, ma di grande influenza: da qui emergono alcuni dei musicisti che hanno di fatto inventato il rap in italiano, come Speaker DeeMo, Deda, Neffa o DJ Gruff. Questi ultimi tre continueranno l’esperienza dell’Isola nel loro gruppo, i Sangue Misto; Neffa sarà poi famoso anche come solista. 

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