6 luoghi da visitare in Liguria se amate leggere

Il fascino di possedere un libro antico è presto detto, quell’odore particolare e la sensazione di essere al cospetto di un passato irripetibile. Basta tenere in mano un vecchio tomo consumato dal tempo e già questo strano effetto agisce sulla nostra immaginazione, ma vi immaginate avere la possibilità di scoprire i segreti di una biblioteca storica? Ecco, dunque, un itinerario per lettori, scrittori, bibliofili, filologi, o semplicemente amanti dei luoghi magici legati ai libri. Oxford? Trinity College? Hogwarts? Assolutamente no, stiamo parlando invece dell’Italia, in particolare della Liguria.

A Ventimiglia, è stato da poco riaperto il fondo antico della Biblioteca Aprosiana nella città vecchia  ©S-F
A Ventimiglia, è stato da poco riaperto il fondo antico della Biblioteca Aprosiana nella città vecchia ©S-F
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Partendo dall’estremo ponente ci sono archivi librari che non potete mancare di visitare per fare un salto nel mondo del fantastico, della storia, della letteratura in generale. Insomma, tutti i grandi autori del passato e del presente sono legati chi più chi meno a luoghi come questi: Borges con la sua “biblioteca di Babele”, Zafón con il suo “cimitero del libri dimenticati” e potremmo andare avanti così. Eppure, questi (almeno fino a prova contraria) sono luoghi immaginari; quelli che vi consigliamo, invece, non lo sono per nulla.

Iniziamo dal confine con la Francia. Se vi trovate a Ventimiglia, è stato da poco riaperto il fondo antico della Biblioteca Aprosiana nella città vecchia. Fu la prima biblioteca pubblica a essere realizzata in Liguria ed è una fra le più antiche d’Italia. Fondata nel 1648 dall’agostiniano Angelico Aprosio, consta di circa ventiseimila volumi, di cui oltre settemila fanno parte del cosiddetto Fondo antico (secondo solo a Napoli per collezione barocca). A questi vanno aggiunti quasi duecento incunaboli e manoscritti, alcuni dei quali di eccezionale valore storico. La sede si trova nella caratteristica e fortificata Ventimiglia Alta, che si affaccia a strapiombo sul mare. Salendo l’antica scala di pietra si accede alla sala superiore dove, protetti da massicce scaffalature di legno antico, ci sono inestimabili pezzi unici risalenti al Seicento, Settecento e Ottocento. Intorno a questo luogo si sono susseguiti contribuenti di rilievo come Sir Thomas Hanbury e bibliotecari di spicco quali Girolamo Rossi, Nino Lamboglia, Francesco Biamonti. La Biblioteca è ancora oggi un luogo di ritrovo e di scambio. La parte più moderna si trova in centro città, dove si possono prendere in prestito libri contemporanei mentre nel fondo antico si possono seguire rassegne letterarie di rilievo. Un luogo che sa di antico e di misterioso, tanto che alcuni autori locali vi hanno ambientato i loro romanzi più belli.

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Il museo Bicknell a Bordighera © Gianmarco Parodi
Il museo Bicknell a Bordighera © Gianmarco Parodi

Se ci spostiamo di pochi chilometro verso est, percorrendo la via romana di Bordighera, troviamo ben due luoghi simbolici e incredibili. Il primo è la Biblioteca detta “internazionale”. Sede è la palazzina di pietra costruita nel 1910 in stile vittoriano, con un sontuoso ingresso semicircolare a sei colonne che si apre sul giardino, ornato da un glicine secolare. L’interno non è da meno, già dal portone si può godere del silenzio e della vista degli antichi libri. La dotazione della Biblioteca comprende circa trentacinquemila volumi in italiano, ventimila in inglese, seimila in francese, tremila in tedesco, dodicimila in spagnolo, oltre ad una settantina di testate periodiche. Si tratta della prima biblioteca in Italia per fondo inglese dell’ottocento, composto proprio dalle donazioni dei primi ricchi anglosassoni dal 1880 in poi. Aristocratici, artisti e importanti personalità che, grazie proprio alla pubblicità indotta da un romanzo ambientato proprio qui, il “Dottor Antonio”, scritto in inglese dal taggiasco Giovanni Ruffini nel 1855, hanno iniziato a frequentare Bordighera quando non era altro che un piccolo borgo marinaro. Il fondo librario nasce dunque intorno al 1880 grazie alle donazioni dei residenti inglesi. La prima sede fu presso la Chiesa Anglicana, quindi presso il Museo Bicknell, ovvero il luogo dove ci spostiamo ora.

Uno di questi inglesi, Clarence Bicknell, nel 1888 costruì il museo per raccogliere ed esporre le sue collezioni archeologiche e botaniche. Il museo, come spesso capita a Bordighera, si trova immerso in un giardino rigoglioso dotato di piante centenarie. Il protagonista di questo piccolo paradiso è un monumentale esemplare di Ficus macrophylla che si trova vicino all’entrata. Quest’albero è originario dell’Oceania e si è adattato benissimo al microclima al punto di aver raggiunto l’altezza di 21 metri e un diametro di 8.6 metri. Durante la sua crescita ha inglobato una parte del muretto e del cancello originale dell’entrata. L’albero è stato incluso nella lista degli alberi monumentali italiani censita dal "Corpo Forestale dello Stato". Nel giardino si possono ammirare anche un piccolo monumento in onore di Clarence Bicknell, oltre a un frammento della vecchia strada romana. Ma l’interno? S’ispira alla struttura utilizzata nelle chiese anglicane, con una sorta di podio che serve ai conferenzieri per le loro presentazioni accademiche. Sia al lato destro, che al lato sinistro esistono due pregevoli camini decorati da Bicknell con motivi floreali e animali. Sul camino di destra si può ammirare una frase dantesca "Non fa scienza senza lo ritener aver inteso". Nella biblioteca Clarence Bicknell, oggi dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, si possono consultare circa 118.000 volumi, 1500 riviste specializzate in arte e storia locale, calchi e frottages delle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, oltre alla famosa collezione di farfalle, conosciuta per essere ancora oggi una delle più prestigiose d’Europa. Il luogo ricorda tantissimo un’antica biblioteca, insomma chi è fan di Harry Potter troverà sicuramente dei sentori familiari!

Nella bella Sanremo di fiori, sorrisi, festival e canzoni, non tutti conoscono l’esistenza di una della biblioteche più piccole in Italia. Nella città vecchia, tra i vicoli in salita e gli archi vertiginosi, in piazza del Capitolo, ovvero il nucleo dal quale si sviluppò al tempo la città medievale, troviamo (ma dobbiamo cercarla bene) la Piccola Biblioteca della Pigna. Gestita in maniera attenta da una bibliotecaria volontaria gentilissima e dal suo fondatore, il sig. Freddy Colt, sembra una miniatura ma in realtà nasconde un’Accademia di Studi, una particolare e curata casa editrice “Lo Studiolo”, nonché un collettivo di giovani poeti del ponente chiamato “Vivaio del Verso”. Ambienti molto contenuti, infatti si fatica a girare in più di due persone tra gli scaffali, ma con una sezione antica completa e una sezione moderna con saletta di lettura. Vi si trovano all’incirca 1500 volumi di storia, arte, religione, cultura locale, folklore, letteratura medievale e moderna e anche alcuni testi importanti e di pregio. La consultazione è gratuita in loco e il prestito solo per i soci iscritti. Potete anche affacciarvi a vederla da fuori, è presto visitabile anche dal vetro, ma ne vale la pena davvero entrarvi per trovare vere rarità e per scambiare quattro chiacchiere con Freddy, non ve ne pentirete. La Biblioteca è aperta il sabato dalle 9 alle 12 per gli altri giorni è meglio telefonare.

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Facendo un salto un po’ più a levante, magari dopo un bagno rinfrescante ad Alassio, potrete visitare la Richard West Memorial Gallery con annessa la English Library. Si dice che West fosse così innamorato della luce limpida del Mediterraneo che cercava di catturarla nei suoi dipinti. A differenza dei suoi connazionali britannici, che preferivano soggiornare in collina, scelse una casa-atelier vicino alla spiaggia, luogo ideale per cogliere le sfumature del cielo e del mare. Amava anche nuotare. Pare non rinunciasse a un tuffo neppure in inverno e che utilizzasse un ombrello aperto per farsi trasportare dalle onde. La Richard West Memorial Gallery custodisce 76 opere, straordinaria testimonianza del paesaggio rivierasco di fine ‘800, oltre che della presenza anche qui degli inglesi. Nel 1905 il pittore irlandese morì. Gli amici e i numerosi estimatori destinarono alle sue opere un edificio in stile liberty con il tetto fatto da una grande vetrata a mezza luna, che consente il passaggio della luce. All’interno si trova la Biblioteca Inglese per il Fondo Librario Anglosassone, con un patrimonio di circa 15.000 volumi. Insomma, da deliziarsi gli occhi non solo sulle pagine di un libro ma anche per le storie scritte sulle tele di questo grande artista. La fondazione si trova in Viale D. Hanbury ed è aperta solo mercoledì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19.

Il nostro tour non poteva che approdare nella Superba. Dal 1939 la Libreria antiquaria Dallai a Genova è un punto di riferimento per amanti dell’oggetto di carta di grande valore antico. Anche solo per affacciarsi e gustarne l’ambiente da romanzo, situata nel cuore del centro storico genovese, in Piazza De Marini nel contesto di uno dei Palazzi dei "Rolli", dimora cinquecentesca, la libreria dispone di libri a vario argomento ed epoca dal XVI al XX secolo nonché stampe antiche e riproduzioni a soggetto locale, cartografia, storia, nautica, botanica e naturalistica, architettura.

L’aria è quella di una classica bottega con vetrine curate e dove, a detta dei proprietari, i gradisce molto la visita di persone che entrano anche solo per curiosità, rimanendo a volte sorpresi per le piccole dimensioni del negozio fondato da Nonno Amedeo che, dopo aver viaggiato per il mondo, decise di fare della sua grande passione per l’antiquariato un mestiere. Dopo la sua prematura scomparsa avvenuta nel 1951 la ditta viene portata avanti dalle sue figlie Norma e Giovanna, ad oggi si è aggiunta anche la terza generazione con la nipote Marta. Gli orari sono quelli da negozio moderno da martedì a sabato, ma l’ambientazione non sfuggirà di certo a quegli scrittori che nell’antico cercano l’ispirazione giusta per scrivere chissà, magari la loro nuova opera fantastica!

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