Quattro giorni on the road nelle Valli Occitane

Il cuore di questo itinerario dal mare ai monti è la Valle Maira, in provincia di Cuneo. Anche se è impossibile stilare una classifica delle valli cuneesi, chi fosse appassionato di catalogazioni sappia che la Maira è una di quelle che si aggiudica spesso il primo posto nelle preferenze dei viaggiatori. Lontana anni luce dal turismo di massa che affligge altre aree montane del Cuneese, vi stupirà con un patrimonio artistico di grande valore, una forte identità culturale e una natura aspra e amena al tempo stesso.

Rocca La Meja, Valle Maira  ©Christopher Moswitzer/Shutterstock
Rocca La Meja, Valle Maira ©Christopher Moswitzer/Shutterstock
Pubblicità

L’itinerario di quattro giorni

Partenza: Savona

Savona è una città dai due volti, sospesa tra modernità e storia, tra l’energia vibrante del porto turistico e il fascino del suo centro storico. Da un lato c’è la Darsena, con i ristoranti di pesce e i pub affollati; cuore pulsante dell’happy hour e della vita notturna, è dominata dalla maestosa Fortezza del Priamàr, trasformata da architettura militare a cittadella della cultura e dello spettacolo. Dall’altro c’è il nucleo antico, con musei, palazzi e torri medievali che un tempo vegliavano sull’abitato, e una Cappella Sistina meno imponente di quella romana ma comunque affascinante, con i suoi sontuosi decori rococò.

Se l’idea di una giornata di spiaggia non vi convince, lasciatevi guidare dai sapori locali, come la farinata bianca, sottile e croccante, nata nel 1528 per eludere i dazi genovesi sulla farina di ceci, o i chinotti di Savona, agrumi unici per qualità, importati dalla Cina e perfetti in versione aperitivo al bar Besio.

Dirigendosi da qui verso la Darsena, che nel 2010 ha ritrovato nuovo splendore grazie alla riqualificazione urbanistica firmata dall’architetto Ricardo Bofill, si incontra la Torre di Leon Pancaldo, trecentesca e decorata con la statua della Madonna della Misericordia (1662); accanto, oggi si erge la moderna Torre Orsero, alta 65 m, che sovrasta persino le enormi navi da crociera attraccate a pochi passi. Ai piedi delle torri, il Monumento al Marinaio (1986) di Renata Cuneo accoglie i passeggeri che sbarcano.

Nel nuovo porto turistico, accompagnati dal suono delle barche a vela mosse dal grecale, fermatevi in Piazza Fabrizio De André, dove le vetrate scintillanti dei negozi riflettono il mare. Poi fate un salto al Palacrociere Savona, la stazione marittima inaugurata nel 2003, con i suoi due terminal passeggeri, l’ufficio informazioni turistiche e una terrazza panoramica affacciata sull’orizzonte. Salutate però la possibilità di salpare per mare, perché è il moneto di avventurarsi verso le montagne.

Il percorso

Da Savona ci si inoltra subito nelle montagne seguendo la direttrice E717, poi si torna in pianura fino alle porte di Mondovì.

Prima tappa: Mondovì

Mondovì affascina al primo sguardo per la particolare conformazione urbana, con la parte alta e quella bassa lungo il fiume Ellero, divisa in diversi rioni. Nel cuore del rione Breo, simbolo della città è il Moro (1711), l’automa che scandisce le ore sull’orologio della barocca Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Piazza San Pietro. Da qui si snoda la medievale Via Sant’Agostino, mentre la funicolare, attiva dal 1876 e rinnovata con cabine firmate Giugiaro nel 2006, collega la parte bassa con il rione Piazza, superando un dislivello di 130 m in pochi minuti. Per chi preferisce un percorso più suggestivo, una passeggiata lungo Vicolo a Piazza permette di ammirare il paesaggio in tutta tranquillità.

Cuore pulsante della città è Piazza Maggiore, una delle più scenografiche del Piemonte, con il suo profilo irregolare su due livelli. Qui sorgono edifici di grande pregio, come l’Antico Palazzo Comunale, il cinquecentesco Palazzo del Governatore, la cui facciata affrescata raccoglie gli stemmi dei vari reggenti, e l’ex Collegio dei Gesuiti, riprogettato nel 1713 dall’architetto monregalese Francesco Gallo. Sulla parete sud, 12 meridiane formano uno dei complessi gnomonici più completi d’Europa.

Tra le numerose chiese della città, spicca la Chiesa della Missione, dedicata a san Francesco Saverio. Il suo interno è un capolavoro barocco firmato Andrea Pozzo (1675-80), maestro dell’illusionismo prospettico. Il soffitto, che appare come una grande cupola, è in realtà quasi piatto e raffigura la Gloria di san Francesco Saverio. Lo stesso effetto scenografico si ritrova nel catino absidale, dove è narrato l’episodio del santo che battezza la regina indiana Neachile. L’insieme si completa con il maestoso altare maggiore, un raro esempio di macchina d’altare in legno e cartone che enfatizza la teatralità dello spazio sacro.

Il percorso

Per raggiungere la tappa successiva bisogna attraversare la pianura fino a Busca, passando il fiume Stura di Demonte a nord di Cuneo, lungo la SP3. Da lì in pochi minuti si raggiunge Villar San Costanzo.

Tra i vicoli di Mondovì ©andersphoto / Shutterstock.com
Tra i vicoli di Mondovì ©andersphoto / Shutterstock.com

Seconda tappa: Villar San Costanzo

Merita una visita la Parrocchiale di San Pietro in Vincoli, antica abbazia benedettina in stile romanico-lombardo, fondata dal re longobardo Ariperto nel lontano 722 e ricostruita nel Trecento dopo le distruzioni saracene. Al suo interno, spiccano gli affreschi di Pietro da Saluzzo (1467) sulle Storie di san Giorgio nell’omonima cappella.

Il Santuario di San Costanzo al Monte, sorto nel luogo in cui il martire sarebbe stato decapitato nel IV secolo, è invece un raro esempio di chiesa a piani sovrapposti, nonché preziosa testimonianza di architettura romanica del XII secolo (in particolare il tiburio ottagonale e le tre absidi della parte orientale); notate le vertiginose figure di mostri e animali sui capitelli nella parte superiore. Il santuario si trova 2 km sopra il paese; fate attenzione perché la strada è particolarmente impervia e solo in parte asfaltata. Per visitare entrambi gli edifici contattate la pro loco.

Infine, la Riserva Naturale Ciciu del Villar, appena fuori dall’abitato, propone due percorsi alla scoperta delle fiabesche formazioni geologiche della zona (sorta di pupazzi o funghi in pietra), che esalteranno la fantasia di grandi e piccini.

Il percorso

Si trova a un tiro di schioppo, ma la tappa successiva non va assolutamente tralasciata: Dronero.

Terza tappa: Dronero

Meravigliosamente adagiato sui due lati del torrente Maira all’imbocco della valle, Dronero è il principale centro abitato della Valle Maira. Il merlato Ponte del Diavolo, risalente al 1428, è il monumento simbolo della cittadina, che conta anche l’interessante Museo Civico Luigi Mallè, dalla composita collezione di dipinti per lo più degli ultimi due secoli, e il Mulino della Riviera (XV secolo), di poco successivo al ponte. Il mulino è stato costantemente in attività da quando era proprietà dei monaci benedettini, cui si deve anche il canale che convoglia le acque, fino agli anni ’70 del Novecento. Restaurato e rimesso in funzione da una famiglia del posto, i Cavanna, ha ripreso la produzione di farine come un tempo, con la sola forza dell’acqua (pur con un meccanismo in parte aggiornato tecnologicamente). Contattando la Biscotteria Artigiana Cavanna, nella zona industriale di Villar San Costanzo, potrete facilmente organizzare una visita, anche con le macchine lignee in funzione, e acquistare farine e biscotti direttamente al mulino o al negozio.

Risalendo la valle, superato il paese sulla sinistra si incontra il museo dell’Espaci Occitan, ottimo percorso multimediale alla scoperta di storia, lingua e peculiarità della cultura occitana.

Il percorso

Da ora fino alla fine di questo itinerario dovrete sempre seguire la SP422.

Pubblicità
Dronero, la porta d’accesso alla Val Maira ©LianeM  / Shutterstock
Dronero, la porta d’accesso alla Val Maira ©LianeM / Shutterstock

Quarta tappa: San Damiano Macra e Marmora

Se pensate che l’arte medievale sia noiosa, le incantevoli chiesette della Valle Maira vi faranno cambiare idea. Tra San Damiano Macra e Macra, si incontra la semplice ma affascinante Cappella di San Salvatore (XII secolo), che custodisce un incredibile ciclo di affreschi romanici e decorazioni quattrocentesche nell’abside.

Più a monte, sopra Stroppo, la suggestiva Chiesa di San Peyre incarna l’essenza della religiosità popolare, con i suoi affreschi, la posizione isolata e il fascino della pietra consumata dai secoli. Per visitarle, il vero enigma è trovare le chiavi: chiedete informazioni allo IAT di Dronero o direttamente in loco (quelle di San Salvatore si trovano presso il Comune di Macra).

Proseguendo l’itinerario, la Parrocchiale di San Giovanni a Celle di Macra ospita un meraviglioso polittico di Hans Clemer (1496), caratterizzato da contrasti cromatici netti e linee ipnotiche. Qui entrare è più semplice: basta chiedere le chiavi al negozio di alimentari di fronte, dove, già che ci siete, potete concedervi un sostanzioso panino con formaggio e acciughe. Per raggiungere Celle di Macra, girate a sinistra subito dopo Macra, imboccando una strada immersa nel bosco.

Un altro gioiello è la Cappella di San Sebastiano e Fabiano a Marmora, dove il vigoroso ciclo di affreschi quattrocenteschi di Giovanni Baleison decora la volta. Da Ponte Marmora, prendete la SP113: dopo circa 4 km, troverete la cappella. Le chiavi sono custodite presso l’Osteria Croce Bianca, dove, se l’itinerario vi ha stancati, potete anche fermarvi a dormire o a gustare un pasto ristoratore (prenotazione consigliata).

Il Percorso

L’ultimo tratto della SP422 si inoltra sempre di più in un paesaggio in cui la natura si prende tutta la scena. La Valle Maira è peraltro nota per essere una delle meno antropizzate delle Alpi Cozie e una di quelle nelle quali la popolazione locale preserva più orgogliosamente l’ambiente.

La Chiesa di San Peyre a Stroppo  ©Andrea Einaudi   / Shutterstock
La Chiesa di San Peyre a Stroppo ©Andrea Einaudi / Shutterstock
Pubblicità

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

Quinta tappa: Rocca provenzale

Inoltrarsi nella valle comporta un vero crescendo di emozioni, che raggiunge il suo acme al cospetto della magnifica e iconica Rocca Provenzale, uno sperone di roccia levigato che pare un monumento alla montagna stessa. Il sito si raggiunge dopo aver costeggiato laghetti verde anice, piccoli borghi e paeselli, spiaggette sulle quali stendere l’asciugamano e una natura incontaminata nell’aspetto, non fosse per il fatto che il suo territorio è tutelato per scelta della comunità; lo dimostra, fra le altre cose, la totale assenza di impianti di risalita che l’ha resa uno dei centri italiani dello scialpinismo. Oltre che con un patrimonio artistico di grande valore, la Valle Maira stupisce con una natura aspra e amena al tempo stesso.

Leggi anche:

Guide e prodotti consigliati:

Guida di viaggio

Alpi On the Road

Pubblicato nel

Destinazioni in questo articolo:

Liguria Piemonte
Condividi questo articolo
Pubblicità