Sopravvivere in un viaggio in Giappone: le frasi utili per non fare brutte figure
Il Giappone è famoso per tante cose: per i ciliegi in fiore, per gli scorci sul monte Fuji, per il cibo, per la tradizione degli onsen e per le sue stranezze dal sapore fantascientifico. Non è però famoso per la familiarità con l’inglese dei suoi abitanti. Durante un viaggio in Giappone, ci sono delle frasi utili in giapponese grazie alle quali potrete evitare incomprensioni potenzialmente imbarazzanti. E che potrebbero permettervi di vivere delle esperienze importanti. Ad esempio, un incontro romantico. Ecco qualche consiglio per non fare troppe brutte figure.

Il saluto giapponese: allenatevi con l’inchino
La prima impressione è ancora più importante in un luogo in cui dovrete comunicare affidandovi anche all’istinto e all’intesa reciproca. Ricordatevi che il gesto più comune dei giapponesi nei saluti è lo o·gi·ghi, l’inchino: le presentazioni, i saluti, i ringraziamenti e i commiati sono sempre accompagnati da un inchino. Il momento in cui lo si fa, la posizione e il movimento riflettono sincerità, rispetto e maturità.
In Giappone, un bell’inchino è spesso paragonato a una pianta di riso matura che ondeggia al vento: più la persona è matura, più profondo sarà l’inchino. Per contro, un inchino mal fatto è indice di maleducazione e di immaturità.
Salve kon·ni·ci·ua
Buongiorno kon·ni·ci·ua
Buongiorno (lett.: buon mattino) o·ha·ioo (go·zai·mas)
Buonasera kom·ban·ua
Buon pomeriggio kon·ni·ci·ua
Come sta? o·ghen·ki des ka
Bene. E Lei? hai ghen·ki

Ciao in giapponese
Probabilmente, questa è una delle prime parole che pronuncerete nel Sol Levante e sarà anche il vostro primissimo approccio con qualsiasi persona, quindi prestateci grande attenzione. Ciao in Giapponese si dice kon·ni·ci·ua, e significa, letteralmente, “salve”.
Buongiorno in giapponese
Altra frase must. Per risolvere questa impasse linguistica, sappiate che avete a disposizione ben due possibilità:
• La prima l’abbiamo già vista ed è kon·ni·ci·ua, utilizzabile anche per dare il buongiorno;
• La seconda è o·ha·ioo (go·zai·mas), che significa “buon mattino”.
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Suffissi, dal rispetto all'affetto
In Giappone normalmente ci si rivolge alle persone usando il cognome, cui si aggiunge il suffisso ·san, ad esempio su·zu·ki·san; non usate quindi i nomi di battesimo, a meno che non siate esplicitamente invitati a farlo. Spesso le persone vengono chiamate con il loro titolo invece che con il nome, come scia·cioo per il presidente di una società e sen·sei nel caso di un medico o di un insegnante (letteralmente significa ‘maestro’). Forse noterete anche che gli anziani si rivolgono ai bambini o alle donne giovani con il suffisso ·cian, che aggiunge una connotazione affettuosa.
In genere i giapponesi sono riservati nell’esprimere le emozioni, quindi i vezzeggiativi sono meno usati che in altri paesi. Alcune coppie, tuttavia, usano soprannomi derivati dal nome di battesimo; per esempio, un modo comune per chiamare qualcuno in modo affettuoso è abbreviare il nome e aggiungere suffisso ·cian che esprime affetto: ad esempio ta·ke·cian per ta·ke·sci o ha·na·cian per ha·na·ko.

Rimorchiare consapevolmente
Conoscere qualcuno può essere complicato anche nella propria lingua, ecco perché è fondamentale avere chiare alcune espressioni, soprattutto per decodificare le reazioni ottenute.
Approcci
Vuoi bere qualcosa? na·ni ka no·mi·ma·sen ka
Assomigli a qualcuno che conosco ua·ta·sci no scit·te i·ru hi·to ni io·ku ni·te i·mas
Vuoi uscire con me? wa·ta·sci·to de·ka·ke·ma·sen·ka
Balli benissimo o·do·ri ga su·go·ku u·mai des ne
Posso offrirti un tè? o·cia sci·ma·sen ka
Vuoi venire da me? u·ci ni ko·nai
Posso sedermi qui? ko·ko ni su·uat·te mo ii des ka
Posso ballare con te? is·scio ni o·dot·te mo ii des ka
Ti posso accompagnare a casa? o·ta·ku ma·de o·kut·te mo ii des ka
A questo punto la situazione può prendere due direzioni.
Meglio lasciar perdere
Sono qui con il mio ragazzo/la mia ragazza a·re·sci/ka·no·gio to is·scio nan des
Sono con un’altra persona a·i·te ga i·mas no·de
Scusa, ma adesso devo proprio andare su·mi·ma·sen ga moo i·ka·na·ku·te ua i·ke·ma·sen
No, grazie ii·e kek·koo des
Lasciami stare, per favore hi·to·ri ni sh·te oi·te ku·da·sai
Vattene! at·ci e i·ke
Basta! ia·me·te

È andata piuttosto bene
Mi piaci molto a·na·ta ga to·te·mo su·ki
Ti posso baciare? ki·su sh·te mo ii
Vuoi entrare un momento? ciot·to u·ci ni iot·te i·ki·ma·sen ka
Posso dormire qui stanotte? to·mat·te mo ii des ka
Ti amo ai sh·te i·mas
Baciami ki·su sh·te
E ora, dove andare?
Tra le varie opzioni non potete prendere il karaoke sottogamba. Le karaoke boxes (ka·ra·o·ke·bok·kus) sono molto diffuse, Si tratta di cabine o sale che si affittano a ore, nelle quali i clienti si scelgono la musica da soli. Alcune di queste offrono anche da bere e qualche spuntino.
Ecco alcune frasi che possono tornare utili:
Cantiamo insieme is·scio ni u·tai·ma·scioo
Ci sono canzoni in italiano? ei·go no kio·ku ga a·ri·mas ka
Non conosco questa canzone ko·no kio·ku ua sci·ri·ma·sen
Non sono capace a cantare u·ta·u no ga joo·zu gia a·ri·ma·sen.