Spiagge e arte nel Lamu Archipelago, in Kenya

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Il Lamu Archipelago, all’estremo nord della costa del Kenya, ha catturato la fantasia di esploratori, hippy e artisti con le spiagge idilliache e il fascino swahili. Gli attuali abitanti, in prevalenza ­bajuni,­ sono­ abituati ­agli stranieri:­ da ­fiorenti ­città-stato ­commerciali swahili del XIV secolo le isole sono state centro di studi islamici e swahili, e poi luogo di vacanze alla moda. Le isole, prive di auto, vi porteranno in un’era passata, ma il caldo, la siccità e i prezzi sono elevati.

La città vecchia di Lamu ©javarman/Shutterstock
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La città vecchia di Lamu ©javarman/Shutterstock PUBBLICITÀ
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La Città Vecchia, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è piena di energia, se si vuole vivere un’esperienza coinvolgente. Le isole conservano un’atmosfera del tipo: ‘ti devi adattare’ anche se sono stati raggiunti dei compromessi. Non c’è comunque da stupirsi se personaggi del calibro di Mick Jagger e Madonna abbiano scelto questi vicoli e i giardini nascosti, i cortili e le terrazze sul tetto come rifugio (la privacy è garantita). Aggiungete la bellezza delle spiagge e della barriera corallina, i festival vivaci e la qualità degli alberghi: amerete Lamu alla follia.

Una porta intarsiata nella Città Vecchia  ©Przemyslaw Skibinski/Shutterstock
Una porta intarsiata nella Città Vecchia ©Przemyslaw Skibinski/Shutterstock

A piedi della Città Vecchia: un labirinto vivente di sette secoli

Il labirinto vivente che è la Città Vecchia di Lamu vi inghiottirà e vi porterà in molti angoli inaspettati, se lo consentirete. Potete partire ogni giorno in una direzione diversa e andare alla scoperta, ma l’orientamento, la conoscenza e la rete di guide locali sono indispensabili per individuare e comprendere il contesto e la storia di ciò che vedete. Quello che vi aspetta è­ un­ arazzo­ di a­ntichi ­edifici ­in ­corallo ­e ­mangrovie,­ maestose ­porte intagliate ­in ­stili­ differenti,­ a ­seconda ­dei­ materiali­ e­ delle ­influenze ­arabe,­indiane­ o ­altre ­ancora.­ Ci­ sono ­siti­ storici classici come quelli sul mare del Lamu Museum, Lamu Fort, Swahili House Museum, Pwani Mosque, dove iniziava l’antico litorale prima che fosse recuperato due secoli fa, e la più grandiosa Riyadha Mosque. Quest’ultima è la moschea utilizzata ininterrottamente più a lungo nel mondo swahili, ma con 35 moschee nella sola città di Lamu ne incontrerete parecchie di varie dimensioni e stili nel vostro girovagare. Ci sono anche luoghi meno conosciuti, come la vecchia fabbrica di olio di cocco, una serie di gallerie d’arte e il Silversmith,­ due negozi­ confinanti­ di­ proprietà ­di­ fratelli­ che­ realizzano gioielli in argento e frammenti di porcellana riutilizzati, spesso trovati nei relitti di navi al largo della costa.

Chiedete al Lamu Museum, alla Swahili House o al vostro alloggio una guida che conosca bene la città di Lamu e la sua storia. Non esitate a chiedere alla guida di portarvi in luoghi specifici: ­la­ maggior­ parte­ delle guide­ renderà ­la ­passeggiata lunga o corta a seconda delle vostre richieste, ma dedicate almeno un’ora alla visita.

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Le rovine di Takwa

Queste suggestive rovine, sul lato sud-orientale di Manda Island, narrano la storia di un’antica città e centro commerciale ­un ­tempo ­fiorente­ con 2500­ abitanti­ tra ­il­ XV ­e ­il­ XVII­ secolo, poi abbandonata. Si ritiene che, a causa della salinizzazione ­delle ­riserve ­di­ acqua­ dolce ­dell’isola ­e ­dei conflitti continui con i residenti di Pate Island, gli abitanti si trasferissero a Shela. Sono rimaste in vari stati di conservazione le pareti in corallo solo di 100 case della città, insieme alla moschea centrale, ai pozzi, alle mura di cinta con quattro porte e ai maestosi alberi antichi, tra cui alcuni preziosi baobab. A causa della posizione remota in una parte già remota del paese, voi e la vostra guida dei National Museums of Kenya che gestiscono il monumento, avrete probabilmente il sito tutto per voi e per la vostra immaginazione. Le rovine si trovano a 30 minuti di barca dalla città di Lamu e vi si accede tramite i canali di mangrovie poco profondi tra le isole, quindi solo con l’alta marea. Controllate gli orari delle maree e scegliete una mattina o il tardo pomeriggio per evitare di trascorrere due o tre ore sotto il sole cocente di mezzogiorno.

Le rovine di un’antica abitazione a Pate Island ©Robin Batista /Shutterstock
Le rovine di un’antica abitazione a Pate Island ©Robin Batista /Shutterstock
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Visita a Pate Island e Kiwayu Island

Pate è l’isola più grande del Lamu Archipelago ed è sicuramente quella con i siti storici meno visitati, data la distanza. Lo storico Siyu Fort fu costruito per difendersi dalle forze arabe omanite ed è l’unico in Africa orientale costruito dagli abitanti indigeni – i più noti e più visitati Fort Jesus a Mombasa e Lamu Fort furono eretti dagli stranieri dopo la conquista. A sud di Siyu si trova il villaggio di Shanga con quelle che potrebbero essere le rovine più antiche della costa keniana, risalenti all’VIII secolo; si può ammirare quella che un ­tempo­ era­ una ­fiorente­ città ­swahili­ con ­moschee,­centinaia di tombe e oltre 100 case. Questo non è un sito museale ­ufficiale,­ quindi­ cercate ­una­ guida ­locale­ o ­andate­ da soli.

Chiunque può salire sulle imbarcazioni matatu per passeggeri da Lamu alla città di Pate, all’estremità est dell’isola, e tornare in giornata se si programma con attenzione; a Pate Island non ci sono sistemazioni. Una volta arrivati sull’isola, potete prendere una barca per raggiungere altri punti, o affrontare­ alcuni­ giri spettacolari­ sulla­ sabbia­ verso­l’interno in boda-boda. Si può anche organizzare una barca privata a motore o un dhow tradizionale per navigare e visitare in giornata Pate, Shanga a sud e Siyu, che è più accessibile al centro con l’alta marea tramite un canale di mangrovie.

Se sentite l’esigenza di isolarvi (e avete tempo e denaro), Kiwayu Island (a volte scritto Kiwayuu) è ancora più remota, più a nord nella Kiunga Marine National Reserve, un territorio ottimo per le immersioni, lo snorkelling e l’avvistamento degli squali (nella stagione giusta). L’iconico Mike’s Camp da ­20 ­anni­ offre uno ­scenario­ da ­Robinson ­Crusoe ­per­ la­ vostra fuga, e ci sono un paio di sistemazioni nel villaggio all’estremità meridionale dell’isola, di fronte alla baia.

Un angolo nel villaggio di Shela ©Jen Watson  /Shutterstock
Un angolo nel villaggio di Shela ©Jen Watson /Shutterstock

Le ‘mamas delle mangrovie’ di Pate Island

Nel Lamu Archipelago si trova più del 60% delle mangrovie del Kenya, da cui dipendono materiali edili, medicine e miele. Sono vivai per granchi e specie ittiche, necessari per il cibo e il commercio. Le mangrovie sono barriere contro le tempeste e pozzi di assorbimento del carbonio, utili a combattere il cambiamento climatico.

Dal 2010 circa, gruppi come Kizingitini Women’s Fishery Group e Mtangawanda Women’s Association sono in prima linea

per difendere le foreste dall’eccessivo sfruttamento. Piantano germogli, studiano potenziali siti di messa a dimora, istruiscono donne sui tipi di mangrovie da piantare e offrono microfinanziamenti per attività e altre esigenze.


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