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Turismo in Spagna

El Hierro, il segreto meglio custodito delle Isole Canarie (e non è l’unico)

6 minuti di lettura

Tra le isole dell’arcipelago, El Hierro è una delle più piccole. Ed è anche la più selvaggia, la più green e quella con i fondali marini più entusiasmanti da esplorare. Grazie a questa sua vocazione multigenerazionale è entrata nella classifica annuale Best in Travel 2021 di Lonely Planet, nella sezione Diversità. Un riconoscimento che, tra le altre cose, celebra le sue bellezze, le sue spiagge incredibili, le piscine naturali incastonate nella roccia, i suoi boschi che sembrano usciti da una fiaba. El Hierro però è solo una delle gemme segrete delle Canarie, che di spiagge da occhi a cuore e acque cristalline sono piene. E questo è un tour dentro lo scrigno.

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El Hierro è una delle isole più piccole dell'arcipelago delle Canarie. ©Jesus Sierra/Getty Images
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El Hierro è uno dei segreti meglio custoditi di tutto l’arcipelago delle Canarie. È vento che piega gli alberi di El Sabinar, bosco incantato dove gli agenti atmosferici hanno plasmato la natura. Ma anche orizzonte, che si ammira dal Belvedere di La Peña, a 700 metri sul livello del mare. El Hierro ha una vocazione green, cristallizzata nella sua certificazione di sostenibilità: con la Centrale idroeolica di Gorona del Viento si è resa auto-sufficiente in modo totale, grazie al potere delle energie rinnovabili. E con il riconoscimento di Lonely Planet che l’ha inserita nelle destinazioni Best in Travel 2021 nella categoria Diversità, questa isola – la seconda più piccola di tutte le Canarie - si è anche aggiudicata il titolo di meta multigenerazionale, adatta a ogni tipo di vacanza e di turista. Eppure, non è la sola: ci sono spiagge e angoli segreti in tutte le isole Canarie che meritano di essere scoperti. E questo è un viaggio che parte dal Meridiano Zero di El Hierro, come tradizione vuole, e approda alla Isla de la Graciosa. E faremo un salto anche a Isla de Lobos, a Fuerteventura. Per scoprire i segreti meglio custoditi di questo angolo di mondo e svelarli tutti, uno a uno.

El Hierro, tra folklore, leggenda e un mare da cartolina

Tra le curiosità su El Hierro, isola dall’anima ambientalista, c’è il suo secondo nome: Isola del Meridiano. La Punta de Orchilla è il punto più occidentale della Spagna e nel 1634 se ne accorsero i cartografi, che decisero che quella scheggia di terra spersa nell’Oceano dovesse essere il Meridiano Zero, il punto di partenza di ogni calcolo. Il faro di Orchilla sta lì a rappresentare questo primato, che ha detenuto fino al 1885.

Tutta l’isola in realtà è un enorme geoparco riconosciuto dall’UNESCO: è stata dichiarata Riserva della Biosfera per la sua incredibile varietà naturalistica, per la sua conformazione geologica che ha subito grandi trasformazioni con l’attività vulcanica del 2011. Grazie a quei “movimenti”, oggi i fondali delle acque del Mar de las Calmas regalano escursioni da urlo, un sogno per chi desidera esplorare le profondità marine.

La vera anima di El Hierro però la si scopre parlando con la gente del luogo. Sono i locali a portare avanti tradizioni, folklore e costumi del passato, rendendo l’isola un vero calderone di memorie. L’albero Garoè è la perfetta rappresentazione di questo spirito antico: questa tilia una volta era oggetto di culto da parte dei bimbaches (gli antichi abitanti dell’isola) perché si credeva stillasse acqua dalle foglie, dissetando così l’intera popolazione di El Hierro. E anche oggi l’albero Garoè non delude chi va a visitarlo: sebbene non sia più lo stesso – un uragano lo ha abbattuto nel XVII secolo e solo in epoca recente la tilia è stata sostituita con un una nuova – è ancora circondato da un’aura sacra: all’albero gli abitanti del luogo hanno dedicato anche un sentiero che ne spiega le origini e racconta la storia di acqua e vita delle sue foglie.

Di sentieri da percorrere l’isola è piena: sono tutti suggestivi, così panoramici da dare le vertigini a chi li affronta per scoprire la sua natura selvaggia. Il sentiero che collega Tamaduste a Roque Las Gaviotas è lungo quasi due chilometri e costeggia una delle spiagge più belle di El Hierro. Ma c’è anche il cammino che collega il molo di Punta Grande con La Maceta, con affaccio sulle scogliere.

Tra le spiagge nascoste delle Isole Canarie, la Baia di Tacoron è la più evocativa: ci si bagna in un oceano che sembra quietato da chissà quale spirito dei venti, tanto che le acque di questa baia sono chiamate Mar de las Calmas. Nelle acque cristalline del Charco Azul, poi ci si immerge dentro una grotta naturale frutto dell’attività vulcanica: una gioia per chi ama tuffarsi nelle viscere della terra.

Per chi vuole fondersi con le profondità marine ci sono i fondali di El Hierro, soprattutto quelli nella Riserva Marina di La Restinga: sono un vero tripudio di vita. 

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La isla de la Graciosa. ©Kevin Eaves/Shutterstock
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Non c’è niente di meglio che perdersi tra le spiagge più nascoste delle Canarie

Rocce e acqua sono due degli elementi naturali in cui El Hierro è regina incontrastata ma le Canarie tutte, in realtà, nascondono gemme segrete. Spiagge che, nonostante l’acclamato successo di Tenerife o Lanzarote, sono ancora un mistero che il turismo di massa non ha svelato.

Il tour in questi hotspot di nicchia, avamposti di salsedine, fondali meravigliosi e spiagge bianche, inizia nelle Baie Vergini delle Isole Canarie. Luoghi che punteggiano la mappa delle isole dove l’acqua ha una trasparenza indefinibile, la sabbia brilla al sole e cambia colore per raccontare la loro evoluzione geologica. La spiaggia di Nogales, a La Palma, si presenta con la sua sabbia nera vulcanica, la scogliera a picco, l’acqua dell’Atlantico che splende. A La Pared, sull’isola di Fuerteventura, le onde di Viejo Rey fanno la gioia degli amanti del surf. La spiaggia di Guayedra, nella Gran Canaria, è un quadro nero e blu di ciottoli che attirano ogni anno decine di turisti dediti al nudismo.

La meraviglia vera la si incontra a La Isla de la Graciosa, a nord-ovest di Lanzarote. In mezzo c’è El Rio, un oceano che sembra un fiume: sono vicinissime eppure La Graciosa spesso non entra nei radar di chi vuole conoscere la vera anima delle Canarie. I quasi 700 abitanti che ne hanno fatto il proprio domicilio percorrono l’isola su strade non asfaltate, mentre osservano la distesa di acqua all’orizzonte e la terra rossa dell’interno. Si arriva solo via mare, a la Graciosa; le spiagge sono raggiungibili solo a piedi. Con El Hierro, questo piccolo lembo di terra è rappresentazione unica della vera anima delle Canarie: è sole a picco e terra che brucia, mare che ristora, panorama che rinfranca. La sua area marina è la riserva protetta più estesa d’Europa: un paradiso in terra – anzi, nell’Oceano – da salvaguardare.

L’isolotto di Lobos è un’altra chicca da scoprire. Si arriva solo in barca, da Fuerteventura: si parte da Corralejo e in 15 minuti si intravede questo lembo di terra che, dal 1968 (quando il guardiano del faro se ne è andato per esplorare altri lidi), è abitato solo da una fauna incredibile. Preservare questo paradiso che un tempo era la casa preferita dei leoni marini, in virtù della propensione alla sostenibilità che caratterizza tutte le isole dell’arcipelago, è una priorità: in tempi “normali” si accede a numero chiuso, su prenotazione. Così sono tutti contenti: i turisti ma anche gli animali che la popolano.

Il viaggio tra le gemme nascoste delle Isole Canarie finisce sott’acqua, nel Museo Atlantico di Lanzarote. A 12 metri di profondità, nella località Playa Blanca, l’artista Jason deCaires Taylor ha posizionato le sue statue: 100% rispettose degli oceani, con un PH amico della flora marina e una resistenza al sale incredibile. L’artista è specializzato in arte sottomarina, che sfrutta indirettamente per parlare di sostenibilità e salvaguardia del pianeta. Si può scoprire questo museo sommerso solo se si è esperti di immersioni, ma l’allenamento per scendere ed esplorare vale la fatica.

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