Alle sorgenti della Grecia: tra la tomba del padre di Alessandro Magno e le terme di Loutra Pozar

È incredibile quanto la nostra idea di Grecia sia legata a isole e mare e sole, e quanto invece la sua identità sia legata ai boschi fitti, ai monti, alle nuvole che si arroccano per nasconderne le cime. Certo, il mare non è mai molto lontano, eppure ci sono luoghi dove non arriva a bagnare la vita quotidiana delle persone. La Macedonia è il posto in cui questo spirito di terra scalpita (è il caso di dirlo) dal sottosuolo. Che si tratti di antiche tombe macedoni o della forza delle acque termali che definiscono i bagni di Loutra Pozar, il legame con il suolo qui la fa da padrone. Ve lo racconto in questo articolo, portandovi in un viaggio di quelli che non sono come te li aspetti, a partire dalla pioggia, che mi ha accompagnata per tutto il tempo, rovinando i piani, certo, ma anche lavando via ogni possibile filtro, lasciando la bellezza semplice della realtà.

I bagni di Lutra Pozar ©Lorenzo Romani
I bagni di Lutra Pozar ©Lorenzo Romani
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Il mio viaggio parte da Atene, attraversa i maggiori siti macedoni e arriva a Lutraki, dove si accede alle terme di Pozar, ma sicuramente è più semplice arrivarvi da Salonicco, dove conviene comunque fermarsi qualche giorno per abituarsi a questa antica città, che appare tutto subito un po’ dimessa, mentre semplicemente un non vuole ostentare tutti i suoi tesori, come la chiesa di Agios Dimitrios, una gigantesca basilica bizantina costruita nel V secolo, o il Museo della Cultura Bizantina, o i numerosi siti del Momus dedicati all’arte contemporanea e alla fotografia. Poi magari fate un salto al Museo della Lotta Macedone, tanto per avere un’idea della storia che definisce i luoghi in cui vi inerpicherete da lì a poco.

Le piscine naturali dele terme di Pozar ©Lorenzo Romani
Le piscine naturali dele terme di Pozar ©Lorenzo Romani

Vergina e gli splendori dell’antica Macedonia

Il cielo è di quelli grigi che non lasciano scampo, senza impeti e senza vie di fuga. Ogni tanto si abbandona in una spruzzata di pioggia sottile, che serve appena a far luccicare le giacche e vibrare le ossa. Ma va bene così, perché il cielo qui è uno sfondo neutro su un tripudio di vegetazione, e lo abbandoneremo presto. Siamo a Vergina, un villaggio di campagna che si contraddistingue dagli altri per una via centrale con qualche taverna in più e qualche turista che cerca la luce del cielo dopo esser risalito in superficie.

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Qui, infatti, si trova un tumulo funerario ricoperto d’erba a cui non si presterebbe molto caso se non fosse diventato il Museo delle Tombe Reali di Vergína, il sito antico più importante della Macedonia. In effetti, lungo la strada se ne incontrano altri di tumuli, più anonimi, circondati appena da un po’ di rete di ferro, ma non sono visitabili e difficilmente potrebbero competere con l’emozione che si prova ad accedere a quella che molto probabilmente è la tomba del padre di Alessandro Magno, Filippo II, sepolto nel 336 a.C. con calici d’argento, uno scudo d’oro e avorio, una faretra rivestita d’oro, un’armatura dorata completa e innumerevoli altri tesori.

Poco lontano troverete anche le vaste rovine del palazzo del re Antigono Gonata, del III secolo a.C., ma se dovete decidere a cosa dedicare il vostro tempo, puntate al nuovo Museo di Aigai, progettato per essere la porta d’accesso simbolica al sito archeologico e alla storia di Aigai. Qui sono conservati alcuni pezzi forti trovati nelle tombe della zona, come il corredo funerario di Filippo II, la giada funeraria di Alessandro IV e la stele funeraria di Euridice.

Alcuni dei tesori ritrovati nella tomba di Filippo II ©Lorenzo Romani
Alcuni dei tesori ritrovati nella tomba di Filippo II ©Lorenzo Romani

Vèria

Dal momento che quando cala la notte la vita a Vergina si fa parecchio tranquilla, per lo meno in superfice, vale la pena mettersi in auto, attraversare i campi e l’Aliacmone (il fiume più lungo della Grecia, che qui si attarda in un’ansa) e raggiungere Vèria, una cittadina fondata nel V secolo a.C. e probabilmente abitata già da 500 anni prima di allora. Passeggiate nel piccolo dedalo di case storiche dell’antico quartiere ebraico, Barbouta, e cercate la vostra taverna per passare la serata scaldandovi con il vigoroso cibo locale e l’immancabile tsipuro (un distillato simile alla grappa).

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Il fiume che da secoli scava il canyon di Pozar ©Lorenzo Romani
Il fiume che da secoli scava il canyon di Pozar ©Lorenzo Romani

I bagni di Pozar e tutto intorno

Ora che avete fatto il pieno di storia, avete assimilato le origini di questi luoghi, avete letto delle battaglie, dei Re e degli eroi, c’è solo una cosa che potete fare per rendere omaggio a queste terre. Prendervi un po’ di tempo e continuare verso il confine con la Macedonia del Nord. Qui, tra il bucolico villaggio di Orma e la cittadina di Loutraki, si trovano i Bagni di Pozar, un luogo frequentato ogni giorno dell’anno, aperto a ogni ora del giorno e della notte, dove da secoli le persone vengono per rinforzare il loro legame con la natura, abbandonarsi all’estasi dell’acqua termale, secondo rituali che hanno attraversato credi diversi, eppure sempre votati allo scrosciare dell’acqua e al sibilare delle foglie.

Potete scegliere se nuotare nella piscina olimpionica, prenotare una delle piscine interne private (a un prezzo comunque molto vantaggioso), provare l’hammam o richiedere dei massaggi. I servizi non mancano, eppure, sarà difficile battere la sensazione che si prova allungandosi in una delle pozze naturali esterne, vicino alla cascata di acqua fredda, o in quelle piccoline e non segnalate, che solo un occhio esperto vi può indicare (se però notate persone rilassate in un angolo particolarmente riparato del fiume di Ag. Nikolaou, è probabile che abbiano trovato uno sbocco d’acqua termale, tenetele d’occhio!).

Tra sorgenti di acqua calda e cascate di acqua fredda ©Lorenzo Romani
Tra sorgenti di acqua calda e cascate di acqua fredda ©Lorenzo Romani
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Mezz’oretta a mollo (questo è il tempo massimo consigliato), poi ci si asciuga, ci si cambia in un uno dei tanti spogliatoi che troverete lungo il percorso e via con l’esplorazione di questo microcosmo. Perché se i bagni ne sono l’attrazione più evidente, è tutto ciò che li rende tali a meritare la vostra attenzione. Guardatevi intorno, siete all’interno di una gravina formata dall’acqua che nei secoli è scesa dal Monte Voras. Non siate pigri e seguite i sentieri che proseguono dopo il bar con piscina, inerpicandovi nel canyon. Io ho seguito Nektarios, che dopo aver studiato a Salonicco, ha deciso di tornare tra i suoi monti, dove ora si occupa del marketing dello stabilimento. Passeggiare con lui e la sua fidanzata Ioanna (che ha fatto la stessa scelta) in questi boschi è un’esperienza particolarmente interessante, perché attraverso i loro occhi mi sembra di vederli meglio. Intanto non c’è nessuna preoccupazione per il cielo grigio, per la luce autunnale. “Questa è una destinazione per tutte le stagioni, questi colori sono parte del suo fascino”. Ed è verissimo, nonostante la nostra mentalità in cerca di angoli instagrammabili si sia ormai assuefatta ai colori brillanti. Ma qui non c’è bisogno di sgomitare per attirare l’attenzione: il flusso di acqua e di umani prosegue continuo, incurante del cambiamento delle stagioni o del susseguirsi degli imperi. E se d’inverno ci si viene a scaldare nelle pozze, d’estate si viene a rinfrescarsi nei boschi, mentre la primavera e l’autunno sono un rincorrersi di colori, per cui potete lasciare a casa lo stress anche in questo frangente.

Mettetevi alla prova con le danze tradizionali ©Lorenzo Romani
Mettetevi alla prova con le danze tradizionali ©Lorenzo Romani

Cosa fare a Lutra Pozar e dintorni

Se pensate di essere venuti fin qui, ai confini della Grecia, “solo” per un bagno, sbagliate di grosso. Dopo aver provato le varie opzioni di vasche, i trattamenti termali e i massaggi, sarete soltanto all’inizio.

  • Fate un giro al piccolo museo etnografico per fare il pieno di curiosità e aneddoti sui dintorni: scoprirete, ad esempio il ruolo strategico di queste valli durante le numerose guerre che hanno segnato la zona.
  • Le opzioni di trekking non mancano: potete raggiungere le cascate di Kounoupistas o della Galana Nera, oppure cercare una delle 50 grotte nascoste nel bosco (ma controllate che siano visitabili perché a volte sono chiuse per motivi di sicurezza).
  • Mettetevi alla prova con le danze tradizionali: la scuola Almopes di Aridaia vi accoglierà con le musiche della Macedonia, della Tracia, dall’Epiro e da tutti gli angoli più remoti della Grecia. Qui ci si incontra per imparare da Petros Selkos, uno dei migliori danzatori in circolazione, che ha imparato a ballare nel villaggio di Prómachoi (se avete tempo, andateci). Ovviamente non riuscirete a fare un gran che, ma saranno tutti comunque molto gentili e vi basterà azzeccare un paio di passi per dare un grande scossa al vostro ego. Se poi volete approfondire, seguite la scuola e unitevi ai loro campi internazionali in giro per la Grecia: un’ottima occasione per imparare di più sulle culture meno note del Paese, divertirsi e fare molta attività fisica.
  • Fatete come le persone del posto e dirigetevi al Kokkino Piperi, per una mangiata pantagruelica di cibo locale servito in enormi porzioni, ma con una cura notevole.
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Il Monastero di Sant’Ilarione di Aridaia  ©Lorenzo Romani
Il Monastero di Sant’Ilarione di Aridaia ©Lorenzo Romani
  • Visitate i monasteri della zona. Il Monastero di Sant’Ilarione di Aridaia risale al dodicesimo secolo e, dopo essere stato al centro di numerose guerre e distrutto definitivamente dai turchi, è tornato a rinascere con una comunità di suore che vivono qui dal 2012. Venite per condividere questo luogo di silenzio tra i monti, magari farvi raccontare i numerosi aneddoti che lo popolano. Se avete un po’ più di tempo, invece, avventuratevi verso il Monastero dell’Arcangelo Michele ad Almopia, con i suoi affreschi medievali e i monti che raccontano di confini che si perdono nella storia.
  • Prima di ripartire, ripassate da Aridaia e fate provviste di cibo locale e biologico da Why Nut, dove vengono raccolte le specialità dei dintorni, tra cui vari tipi di pasta tradizionale, marmellate e vini.
Ogni estate, in quest’area del comprensorio, si tiene il Festival Pozar: 4 giorni di concerti ©Lorenzo Romani
Ogni estate, in quest’area del comprensorio, si tiene il Festival Pozar: 4 giorni di concerti ©Lorenzo Romani
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Dove dormire

I bagni di Pozar si trovano esattamente tra due paesini dal carattere molto diverso. Scegliete la luccicante Loutraki se volete alberghi, bar e un po’ di vita notturna, mentre optate per la bellissima Orma, con i suoi giardini curati e le colazioni fatte in casa della pensione Ζέον Ύδωρ.

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