Cosa fare a Catania in un weekend: un tuffo nella vitalità mediterranea

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

Stretta tra l’abbraccio dell’Etna e lo sciabordio dello Ionio, Catania assorbe l’energia del vulcano e la tramuta in una vitalità contagiosa, che fa passare in secondo piano il caos e la trasandatezza di alcuni suoi angoli. È una città dal fascino mediterraneo che incarna l’anima giovane dell'isola: venite qui per un weekend in Sicilia spensierato fra locali cool e bar informali, passeggiate con vista mare e trattorie dove gustare pesce fresco e la pasta alla Norma nella sua ‘patria’. Ma non è tutto: il centro storico di Catania è una meraviglia barocca protetta dall’UNESCO. 


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 Le cupole della cattedrale e i tetti di Catania ©marcobrivio.photo / Shutterstock.com
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Catania centro storico, cosa vedere: dal barocco alla Pescheria

Catania è la meta perfetta per un fine settimana in Sicilia, ricca com’è di storia, cultura, buon cibo e paesaggi da sogno. Un itinerario a Catania partirà sicuramente dall’arteria del centro storico, l’animata Via Etnea, che dalle colline ai piedi dell’Etna corre fra negozi e caffè fino a Piazza del Duomo, la piazza centrale, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Tutta in pietra lavica e calcarea a contrasto, la piazza è circondata da edifici in stile barocco, sui quali domina la sontuosa Cattedrale di Sant’Agata: è qui che sono custodite le reliquie della santa patrona della città. La sua statua, coperta di gioielli, viene venerata il 5 febbraio da una folla in estasi durante la festa religiosa più sentita e partecipata dai catanesi – uno spettacolo di devozione che sembra attingere alle viscere più profonde della fede.

Al centro della piazza svetta uno dei più improbabili e iconici monumenti di Catania: un pachiderma in pietra lavica di epoca romana, sormontato da un obelisco egizio, forma la Fontana dell’Elefante (1736). Secondo la leggenda, la statua apparteneva al mago Eliodoro (VIII secolo), che a quanto pare si guadagnava da vivere trasformando le persone in animali. 

Le viuzze a sud-ovest della piazza sono invase dalla caotica Pescheria, un vero e proprio teatro di strada che va in scena tutte le mattine dei giorni feriali. Le bancarelle traboccano di pesci spada senza testa, gamberetti color rubino e vassoi pieni di vongole, cozze, ricci di mare e creature marine misteriose. I pescivendoli sventrano pesci argentati, mentre casalinghe in tacchi alti scavalcano con grazia pozze d’acqua venate di sangue. 

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Non lontano dall’animazione della Pescheria regna la quiete di una delle vie di Catania più suggestive: Via Crociferi, un concentrato di esuberanti chiese barocche e imponenti palazzi settecenteschi. La via corre attraverso l’Arco di San Benedetto, costruito nel 1704, leggenda vuole in una sola notte per aggirare un’ordinanza comunale (il che la dice lunga sullo spirito con cui i catanesi affrontano le imposizioni!). A sinistra dell’arco, il Monastero delle Benedettine racchiude la settecentesca Chiesa di San Benedetto, ornata da splendidi stucchi, decorazioni in marmo, un altare in diaspro siciliano e un’intensa raffigurazione di sant’Agata torturata davanti al sultano; sulla destra, invece, il Museo Arte Contemporanea Sicilia (MACS) sposa la modernità della collezione con la cornice settecentesca della sede.

I benedettini furono molto attivi nel ridisegnare il volto di Catania: dall’arco, seguendo Via Teatro Greco verso ovest, arriverete a uno dei monasteri più grandi d’Europa, oggi parte dell’università cittadina: il settecentesco Monastero dei Benedettini, con due sontuosi chiostri interni e una delle biblioteche più importanti della Sicilia. 

La prorompente architettura barocca domina lo scenario del centro di Catania, ma la città non è giovane come vuole sembrare e sulla sua torta di compleanno spegne oltre 2700 candeline: ne troverete la testimonianza, tornando verso Via Etnea, nei resti di un teatro romano del II secolo

Infine, in una top ideale delle 10 cose da vedere a Catania sicuramente ai primi posti si colloca il Teatro Massimo Bellini, con il foyer dalle bizzarre decorazioni in stucco e marmo e la splendida sala avvolta da quattro piani di palchi dorati. Al compositore, che è il figlio più caro del capoluogo etneo, è anche intitolata la villa-giardino su Via Etnea.


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L’imperdibile mercato del pesce di Catania©Matt Munro/Lonely Planet

Catania e dintorni: cosa vedere con lo Ionio sempre sullo sfondo

Se non venite nella stagione balneare per scottarvi i piedi sulla sabbia rovente della Playa, spiaggia ideale dove portare i bambini a Catania, non sottraetevi almeno al rito di mangiare una brioche con la granita o un gelato sul lungomare di Ognina, gettando lo sguardo sulla roccia lavica che si tuffa direttamente in mare.

Il top delle gite al mare è tuttavia fuori porta: è la Riviera dei Ciclopi, a nord di Catania, uno splendido tratto di litorale meta di villeggiatura estiva che include Acitrezza, un tempo remoto villaggio di pescatori e oggi, invece, paese sempre animato dove mangiare pesce fresco. Le spiagge sono per lo più rocciose e l’ampia scelta di ristoranti, bar, locali e alberghi vi terrà impegnati ben oltre l’ultimo tuffo. La costa deve il nome a una leggenda omerica secondo cui gli imponenti faraglioni che si innalzano dal mare (grossi pezzi di lava solidificata) furono lanciati dal ciclope accecato Polifemo, in un disperato tentativo di fermare la fuga di Ulisse.

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Le spiagge nere di Catania ©Alfio Finocchiaro/ Shutterstock.com
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‘Arricriarisi’ a tavola e nei locali: Catania di sera

Arricriàrisi è l’intraducibile verbo catanese usato per esprimere quel piacere pervasivo che deriva dalle piccole cose, l’atto di ricrearsi, rigenerarsi con qualcosa che fa stare tanto bene da riconciliarsi con la vita: è con questo spirito che dovete approcciarvi all’anima mondana di Catania. 

Se vi state chiedendo dove e cosa mangiare a Catania, la buona notizia è che la scelta è tanto ampia che difficilmente rimarrete delusi: alle bancarelle della Pescheria, nei raffinati locali di Via Santa Filomena o nelle tavole calde, regno di irresistibili arancini, cartocciate (specie di calzoni ripieni ma dall’impasto morbido) e cipolline (scrigni di pasta sfoglia che nel ripieno hanno anche la cipolla stufata), scoprirete un mondo di delizie. A febbraio, per la festa di Sant’Agata, è d’obbligo addentare le ‘minne di sant’Agata’, ossia cassatelle scandalosamente buone… astenersi pudichi (e fanatici della dieta): la forma morbida e tondeggiante, sormontata da una ciliegina candita, e il candore della glassa evocano il seno della santa, che le fu asportato durante il martirio. 

Un indirizzo dove scoprire l’antica tradizione pasticciera è da Nonna Vincenza (Piazza San Placido), che ha imparato l’arte dalle suore quand’era giovane. Per un pasto nella suggestiva cornice di Via Crociferi c’è Deliziosa, dove le affabili Aurora e Carminia rivisitano i piatti tradizionali e rinnovano il menu in base alla stagionalità dei prodotti, sempre freschi. Ha invece nomea di essere la pasta alla Norma più buona di tutta la Sicilia quella servita dalla chef Rosanna della Trattoria di De Fiore (Via Coppola), fedele alle ricette della bisnonna. Per il pesce e i frutti di mare più freschi della città il riferimento sono i locali della Pescheria: un gatto farebbe qualsiasi cosa per un pasto alla Pescheria Fratelli Vittorio, istituzione catanese. 

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Le ’minne di Sant’Agata’ © Wead / Shutterstock
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Per immergervi nella Catania di notte, sorseggiate un cocktail preparato ad arte da Fud Off (Via Santa Filomena), un vasto spazio dalle linee sinuose, con vetri fumé, neon rosa e qualche poltrona in velluto, oppure da Bohéme Mixology Bar (Via Montesano), intimo cocktail bar arredato con mobili spaiati, specchi dorati e grammofoni: esprimete le vostre preferenze e i bartender prepareranno il loro magico intruglio. Per scoprire l’anima più dinamica delle notti catanesi vale la pena di raggiungere il club Mercati Generali, 11 km a sud-ovest dal centro, un vecchio magazzino ottocentesco dove si pigiava il vino e che oggi invece ospita famosi DJ italiani e internazionali, musica dal vivo e vari eventi culturali. 

Il Teatro Massimo Bellini accoglierà i melomani, chi ama la musica live dovrà mettersi in fila per entrare al MA Catania, Centro di Sperimentazione Musicale e Design Contemporaneo, e per le jam session c’è il Monk Jazz Club.

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Il Teatro Massimo Bellini ©Renata Sedmakova/Shutterstock
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