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48 ore a Torino: l'itinerario perfetto

7 minuti di lettura

Difficile poter dire, dopo 48 ore, di conoscere Torino, città tradizionalmente lenta ad aprirsi e gelosa dei propri straordinari segreti, non di rado bizzarri. I tempi però cambiano, anzi, galoppano, e oggi il capoluogo piemontese, colonia romana, città dei Savoia, prima capitale d’Italia, epicentro dell’industria italiana del Novecento, ha sempre più voglia di farsi vedere. Interessante melting pot culturale e polo di innovazione urbana e sociale che vola verso il futuro, anche in tempi difficili, non vede l’ora di essere assaggiata in tutti i suoi gusti e di confermare che i tesori del passato conservano un fascino indelebile e le novità del presente ampliano il panorama su orizzonti originali. Accontentiamola!

Mole di Torino tra le vigne
Torino vista dalla vigna di Villa della Regina © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
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Giorno 1 - Portici, cortili, piazze, musei: i grandi classici della Torino aristocratica…

Anche sotto la pioggia, nessun problema: i 12 chilometri di portici, costruiti perché il re potesse spostarsi sempre al coperto, sono la guida perfetta per scoprire il meglio della Torino reale. Per averne un assaggio, partite da quelli eleganti di Piazza San Carlo, un tempo Piazza Reale, voluta da Maria Cristina di Francia, giovane sposa di Amedeo I di Savoia, nostalgica della sua Parigi: la bellezza e la grandiosità di questo spazio, su cui si affollano le firme dell’alta moda, i caffè storici, palazzi e cortili nobiliari (tra tutti, Palazzo Solaro del Borgo, al civico 183, progettato nel Settecento da Carlo di Castellamonte con interventi di Benedetto Alfieri nel secolo successivo), ricordano quelle delle places parigine.

Piazza San Carlo © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
Piazza San Carlo © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

Lo sguardo fiero del duca Emanuele Filiberto che monta sul famoso Caval ’d Brons vi segue mentre imboccate i portici di via Roma, una delle arterie del centro e dello shopping. Date un’occhiata alla sontuosa Galleria San Federico, poi alle pietre lucide e alle linee pulite di Piazza CLN, dedicata al Comitato di Liberazione Nazionale e circondata da massicci portici in stile razionalista, con le statue del Po e della Dora placidamente sdraiate sopra le fontane di Umberto Baglioni. Amata da De Chirico, fu scelta da Dario Argento come location di Profondo Rosso. Al termine di via Roma, ecco aprirsi la strepitosa scenografia dei portici di Piazza Castello, che svela uno dopo l’altro i suoi tesori: i Musei Reali (il Palazzo, il Museo di Antichità, la Galleria Sabauda, i Giardini, l’Armeria, la Biblioteca e la restaurata Cappella della Sindone; per la visita, calcolate almeno una densissima mezza giornata), Palazzo Madama, ovvero la storia della città condensata in un unico palazzo, l’impronta inconfondibile di Guarini nella chiesa barocca di San Lorenzo e l’unica chiesa rinascimentale di Torino, il Duomo. Dopo un caffè e un tramezzino là dove è nato, al civico 15 di piazza Castello, per una pausa da re, sbirciate in uno dei passages più suggestivi della città, la Galleria Subalpina, lì accanto.

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Piazza Carignano, un salottino in centro città © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
Piazza Carignano, un salottino in centro città © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

…con qualche deviazione, tra cultura e architettura


Da Piazza Castello i portici si diramano, a ovest verso la stazione di Porta Susa e a sud-est verso il fiume. Scegliete la seconda direzione e percorrete Via Po, che consente alcune importanti deviazioni: verso Piazza Carignano, un salotto deliziosamente arredato, dove potrete ammirare le linee sinuose di Palazzo Carignano e la facciata settecentesca del Teatro Carignano, fare una pausa in uno dei tanti caffè storici del centro dove bearsi con un pasticcino mignon tipico torinese, o raccogliere tutte le vostre forze per un pomeriggio al Museo Egizio; verso la Mole Antonelliana, per vedere Torino dall’alto e abbandonarvi alla magia della settima arte nel Museo Nazionale del Cinema; e poi, oltre la Mole, verso il confine con il quartiere Vanchiglia, per chiedersi come faccia a stare in piedi la misteriosa Fetta di Polenta. Al termine di via Po vi attendono le architetture perfette di Piazza Vittorio Veneto, da contemplare seduti in un dehors affacciato sul Po, magari sorseggiando un buon cocktail a base di Vermouth di Torino. Di fronte a voi, oltre il ponte, vi aspettano la Chiesa della Gran Madre di Dio e, sulla collina, la Villa della Regina con il suo vigneto cittadino. All’ora di cena, fate una puntatina in San Salvario, la quintessenza del quartiere storico, multietnico e nottambulo, per una cena in uno dei tanti locali, dove la tradizione piemontese sa sempre rinnovarsi.

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Il parco di Villa della Regina © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
Il parco di Villa della Regina © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
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Giorno 2 - Torino romana, medievale, settecentesca: Quadrilatero e dintorni

La mattinata è dedicata al nucleo originario della città, il Quadrilatero Romano, ovvero le mura e il reticolo di vie del castrum romano e i suoi immediati dintorni, con gli ampliamenti del Seicento e del Settecento, densi di splendidi palazzi, piazzette che si schiudono all’improvviso, piccole chiese nascoste nei vicoli. Fate un balzo all’indietro contemplando la Porta Palatina, entrate a curiosare nelle botteghe della contrada Guardinfanti (il nome ottocentesco dell’area intorno a via Barbaroux), viaggiate tra i continenti al MAO, il Museo d’Arte Orientale, ammirate la suggestiva Piazza della Consolata, dove spicca l’omonimo santuario barocco, opera del Guarini, e dove potrete assaggiare il Bicerin, come ai tempi di Cavour: una bevanda originale realizzata secondo una ricetta segreta. Ai confini del castrum, c’è una delle zone che per prima si è aperta al mondo d’oggi, promuovendo la convivenza tra culture e strati sociali: a Porta Palazzo, uno dei mercati all’aperto più grandi d’Europa, fare la spesa è una delle esperienze che più condensano gli aspetti autentici della città, tra i banchi dei contadini piemontesi e degli immigrati, i colori e i sapori della Torino vecchia e nuova. Dopo una pausa caffè nel locale, ostello/caffè/ristorante/luogo d’incontro e di eventi, inaugurato nel 2020 in un’ex caserma dei vigili del fuoco, fate una passeggiata in Via e Piazza Borgo Dora: qui il sabato regnano l’antiquariato e il brocantage del Balôn, che la seconda domenica del mese si estende e diventa Gran Balôn. Consigliatissimo un pranzo in zona dove offerta e qualità non mancano.  

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Il mercato di Porta Palazzo © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
Il mercato di Porta Palazzo © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
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Un tuffo nel presente, un salto nel futuro e un po’ di relax nel verde

Passato, presente…e il futuro? La città lo rincorre battezzando nuove icone architettoniche nei quartieri di Vanchiglia (non perdetevi l’avveniristico Campus Einaudi, affacciato sul fiume Dora), Aurora (un caffè e una visita al Museo Lavazza nel nuovo Centro Direzionale Lavazza) e, soprattutto, Barriera di Milano (al Museo Ettore Fico le mostre sono sempre innovative e interessanti, così come tutta l’area circostante). In queste zone la metamorfosi urbanistica, ancora in atto, si accende dei colori dei murales: cercate quelli di Millo, sparsi per Barriera di Milano, quelli del progetto TOward 2030, What are you doing? , oppure consultate la mappa generale su www.inkmap.it. Lasciate poi la zona nord-orientale della città e dirigetevi a sud-ovest: passate di fronte al grattacielo Intesa Sanpaolo e, se riuscite, saliteci per un panorama mozzafiato sulla città; altrimenti proseguite spediti verso le OGR, le Officine Grandi Riparazioni, capolavoro dell’architettura industriale torinese di fine ’800, oggi polo di produzione e ricerca culturale e tecnologica, nonché sede di eventi di vario genere (tra cui il Torino Jazz Festival), con bar e ristorante, e poi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, inaugurata nel 2002 in un’area industriale in disuso, per un’immersione nell’arte contemporanea. Dopodiché sarete pronti per cambiare scenario e rilassarvi nel verde del Parco del Valentino, prima di riavvicinarvi al centro: un aperitivo sul Po, vi permetterà di conoscere la realtà dei locali e dei circoli sul fiume, seguendo gli allenamenti dei canottieri e il sole che tramonta. 

Il nuovo Centro Direzionale Lavazza © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia
Il nuovo Centro Direzionale Lavazza © Giulia Grimaldi/Lonely Planet Italia

Non lasciate Torino senza assaggiare e portarvi a casa i prodotti di cui la città è grande esperta: cioccolato, birra, pasticcini e non solo… In questa ricerca, che non vi lascerà delusi, fatevi guidare dalla selezione “Maestri del Gusto”, realizzata da Slow Food e dalla Camera di commercio cittadina.

La parola ‘fine’ è difficile da pronunciare, ma non preoccupatevi: in fondo, la passione per Torino, in 48 ore, è appena nata.

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I Maestri del Gusto sono autentici testimoni dei sapori torinesi. Selezionati ogni due anni da Camera di commercio di Torino e Slow Food con grande cura verso genuinità, territorio e qualità dei prodotti guidano appassionati e curiosi alla scoperta delle specialità di Torino e provincia. 


TorinoDOC è la selezione enologica della Camera di commercio di Torino che ti propone aziende e vini eccellenti in rappresentanza delle 7 denominazioni tra DOC e DOCG torinesi. Sono tutte da scoprire, i produttori ti aspettano! 


Il Travel Box di Visit Torino ti consente di prenotare due notti nel fine settimana in una delle strutture ricettive aderenti e ricevere in omaggio 2 tour guidati esclusivi a tua scelta.


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