La Spagna al femminile: viaggio tra i sapori della Castiglia-La Mancia che incontrano il Piemonte
Due cuoche, due paesi, due culture, un pranzo che è stato un incontro tra storie. Venerdì 22 novembre, Ristorante Gardenia, Caluso, provincia di Torino (gli amanti del vino conoscono bene il piccolo comune: è la fonte dell’Erbaluce e del suo celebre Passito). È qui che l’Ente Spagnolo del Turismo ha organizzato la tappa più recente del progetto “La Spagna al femminile” che porta nei ristoranti italiani cuoche provenienti da diverse regioni iberiche per pranzi a quattro mani che sono incontri di persone, di saperi, di prodotti. Dopo le chef in arrivo dalle Asturie, dalla Galizia, dalla Regione Valenciana e dall’Aragona, in questo appuntamento autunnale è toccato alla regione della Castiglia-La Mancia presentarsi attraverso le ricette di Teresa Gutiérrez del Ristorante Azafrán di Villarrobledo, nella provincia di Albacete, ospite di Mariangela Susigan del Gardenia di Caluso.

Due donne con percorsi diversi, ma la stessa passione per i prodotti delle rispettive terre. Gutiérrez avrebbe dovuto diventare un’odontoiatra, invece è stata travolta dal fuoco per la cucina e l’ha trasformato in studio nelle maggiori scuole spagnole ma anche alla Harvard Medical School, dove s’è formata in nutrizione; dall’apertura del ristorante, nel 2008, ha ottenuto vari riconoscimenti, tra cui il Premio Nazionale di Gastronomia JRE consegnatole nel 2019 a San Sebastián nei Paesi Baschi (una delle città più vocate al gusto del mondo). La storia di Susigan parte dai suoi genitori, che nel Dopoguerra emigrano in Francia dove la madre, Assunta, impara l’alta cucina francese. Tornati in Italia, nel 1977 Assunta, la figlia Mariangela e il di lei marito Mauro aprono un ristorante che in quasi cinquant’anni è diventato uno dei maggiori rappresentanti in Italia della cucina verde, sostenibile, vegetale.

Due ristoranti con i nomi di due fiori non potevano che incontrarsi, prima o poi: la gardenia, lo zafferano. E se il locale di Gutiérrez si chiama Azafrán c’è un perché: la Castiglia-La Mancia non è celebre solo per le avventure di Don Chisciotte, per la rocca di Toledo, per le case sospese di Cuenga, con i balconi affacciati sulla gola del fiume Huécar, ma anche per i suoi prodotti: lo zafferano, naturalmente, ma pure l’olio extravergine d’oliva all’artemisia, il formaggio manchego, le piccole melanzane tipiche della regione. Proprio questi prodotti hanno costituito la grammatica del pranzo, con le due cuoche che hanno “giocato” una con le tradizioni dell’altra.

“Commistioni di culture e di prodotti come queste possono dare grandi risultati, com’è stato per la cruda di fassona, contaminata dal tocco energico dell’olio”, dice Susigan. E la chef spagnola: “Noi partiamo dalle ricette della nostra tavola, dalle materie prime e dai loro metodi di lavorazione tradizionali: da lì diamo vita a piatti semplici ma capaci di esaltare appieno la nostra terra.”

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Così nei piatti ecco sapori che sono ponti tra Italia e Spagna – come il risotto Carnaroli allo zafferano con chorizo, caprino e liquirizia – e nei bicchieri un’alternanza tra Erbaluce, Tempranillo e Dulce Enero (un ice wine le cui uve vengono raccolte a gennaio oltre i 1200 metri).
"Siamo entusiasti di condividere questo evento, che celebra la cultura gastronomica come linguaggio universale, valorizzando al contempo il ruolo della donna nel turismo. – conclude Blanca Pérez-Sauquillo López, direttrice dell’Ente Spagnolo del Turismo e Console aggiunto presso il Consolato Generale di Spagna a Milano – Attraverso i sapori autentici della cucina della Castiglia-La Mancia, invitiamo a scoprire una terra ricca di storia e tradizioni, raccontata dagli ingredienti e dalla passione grazie a questo quattro mani di Teresa e Mariangela.”