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48 ore a

Torino

Difficile poter dire, dopo 48 ore, di conoscere Torino, città tradizionalmente lenta ad aprirsi e gelosa dei propri straordinari segreti, non di rado bizzarri. I tempi però cambiano, anzi, galoppano, e oggi il capoluogo piemontese, colonia romana, città dei Savoia, prima capitale d’Italia, epicentro dell’industria italiana del Novecento, ha sempre più voglia di farsi vedere. Interessante melting pot culturale e polo di innovazione urbana e sociale che vola verso il futuro, anche in tempi difficili, non vede l’ora di essere assaggiata in tutti i suoi gusti e di confermare che i tesori del passato conservano un fascino indelebile e le novità del presente ampliano il panorama su orizzonti originali. Accontentiamola!

Anche sotto la pioggia, nessun problema: i 12 chilometri di portici, costruiti perché il re potesse spostarsi sempre al coperto, sono la guida perfetta per scoprire il meglio della Torino reale. Per averne un assaggio, partite da quelli eleganti di Piazza San Carlo, un tempo Piazza Reale, voluta da Maria Cristina di Francia, giovane sposa di Amedeo I di Savoia, nostalgica della sua Parigi: la bellezza e la grandiosità di questo spazio, su cui si affollano le firme dell’alta moda, i caffè storici, palazzi e cortili nobiliari (tra tutti, Palazzo Solaro del Borgo, al civico 183, progettato nel Settecento da Carlo di Castellamonte con interventi di Benedetto Alfieri nel secolo successivo), ricordano quelle delle places parigine.

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