Tony Wheeler: il fondatore di Lonely Planet arriva a UlisseFest

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Tony Wheeler, l’uomo che ha cambiato il modo di viaggiare, sarà a Rimini il 9 giugno in occasione del Lonely Planet UlisseFest, la festa del viaggio di Lonely Planet. Alle 21.00 incontrerà gli autori italiani delle guide Lonely Planet, che lo intervisteranno, chiacchiereranno della grande passione comune sui viaggio e gli chiederanno tutto quello che avrebbero sempre voluto sapere sul più grande viaggiatore vivente. Nel frattempo, però non abbiamo resistito e abbiamo anche noi posto le nostre domande al fondatore di Lonely Planet. Ecco qui le sue risposte sulle nuove tendenze di viaggio: parola di esperto!

Tony Wheeler sarà a UlisseFest il 9 giugno, ore 21.00, Rimini.
Tony Wheeler sarà a UlisseFest il 9 giugno, ore 21.00, Rimini.
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Com’è cambiata l’esperienza del viaggio? Per esempio in relazione al passaggio dall’abitudine di spedire lettere a casa a quella di comunicare via mail o con videochiamate.

È semplice focalizzarsi su quei cambiamenti radicali, evidenti a tutti, che hanno rivoluzionato il mondo dei viaggi – innanzitutto la possibilità di accedere al web per trovare immediatamente la risposta che cerchiamo. Non abbiamo bisogno di aspettare che apra l’ufficio di una compagnia aerea per controllare orari e costi di un volo. Ci basta un click per prenotare il biglietto aereo, la camera d’albergo o il tavolo al ristorante e in un attimo possiamo compilare il modulo per ottenere un visto d’ingresso. L’offerta è molto più ampia, i voli che una volta avevano frequenza settimanale ora sono quotidiani, quelli che prima partivano ogni giorno decollano ormai praticamente ogni ora. Sono cambiamenti positivi, ma ci sono anche altri aspetti interessanti: alcune porte prima socchiuse sono ora aperte. Ne è esempio eclatante la Cina, un’ampia porzione del mondo che solo un quarantennio fa era chiusa e inaccessibile, mentre oggi ha finalmente spalancato le porte agli stranieri. È vero, purtroppo, che ci sono paesi che prima erano aperti e ora sono chiusi ai turisti (basti pensare alla Siria e allo Yemen), ma è altrettanto vero l’opposto e in più ci sono molte parti del mondo che in passato erano semplicemente molto difficili da raggiungere: l’Antartide un tempo era appannaggio degli scienziati, per esempio.

Tour in bicicletta nel Tibet orientale. 
©aaabbbccc/Shutterstock 
Tour in bicicletta nel Tibet orientale. ©aaabbbccc/Shutterstock 

Quali sono a tuo avviso i fattori di maggior impatto sulla sfera dei viaggi? (qualsiasi cosa abbia rappresentato negli ultimi anni un elemento di rottura)

Mi preoccupa un po’, com’è ovvio, la prospettiva di una crescita ininterrotta del flusso turistico – sempre più voli e crociere, il costante aumento del numero di viaggiatori etc. – , in particolare se penso a luoghi e circostanze di cui è facile prevedere l’imminente boom, per esempio la crescita esponenziale dei turisti cinesi in giro per il mondo. Ma in questo quadro intravedo alcune opzioni che mi sembrano davvero interessanti.

Per quanto riguarda i viaggi a piedi e in bicicletta è incredibile il grande successo che il Cammino di Santiago ha avuto negli ultimi anni! Sempre più persone lo percorrono e si moltiplicano le pubblicazioni dedicate. Idem per i viaggi in bicicletta: da quando un paio d’anni fa abbiamo messo in piedi una squadra Lonely Planet per partecipare al Tour d’Afrique, questa gara ciclistica è diventata un evento sportivo sempre più rilevante e in generale si è ampliata la proposta di itinerari in bicicletta, molti davvero interessanti.       

Personalmente non ambisco a entrare nel mondo dei crocieristi, però non posso fare a meno di constatare con stupore la continua crescita di questo settore e anche le dimensioni colossali che hanno ormai raggiunto alcune navi da crociera. Vorrei spezzare una lancia a favore di questo business: ogni barca che accoglie 5000 passeggeri riunisce a bordo 5000 viaggiatori che altrimenti andrebbero a inserirsi nel flusso globale dei turisti, liberando così altrettanti posti per chi preferisce viaggiare in altri modi.  

Viaggi avventura in chiave deluxe, ovvero vivere esperienze uniche per le quali si è disposti a spendere cifre da capogiro. Ovviamente i viaggi aerospaziali sono al top della classifica, in concorrenza con alcune traversate in barca estreme che portano all’esplorazione dell’Antartide, del Polo Nord o delle isole più remote del Pacifico – tutte destinazioni che al momento non sono tra le più gettonate, per via dei costi e delle difficoltà che viaggi del genere comportano. E poi ci sono le esperienze del genere ‘Aman Resort’ – hotel di gran lusso in località sperdute, per esempio in villaggi in Bhutan, un paese su cui la catena alberghiera di lusso Aman ha puntato molto negli ultimi anni. 

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Come sei cambiato tu grazie ai viaggi? (rappresentano una parte così consistente della tua vita che siamo certi potrai raccontarci qualche aneddoto insolito sugli incontri che hai fatto lontano da casa e che hanno plasmato il tuo modo di vedere il mondo)

Come sono cambiato grazie ai viaggi – per certi versi non molto: mi piace ancora viaggiare per il puro piacere di andare in un posto interessante, scoprire un angolo del mondo dove non sono mai stato. La mia prossima meta potrebbe essere la Moldavia, perché è l’unico stato dell’Europa continentale in cui non ho ancora messo piede. Ma viaggio molto anche per motivi di lavoro – per una buona causa, spero. Quest’anno sono andato in Bangladesh per visitare il campo profughi che accoglie i rifugiati rohingya, dove è attiva la mia fondazione privata. L’anno scorso ho visitato più volte i siti archeologici per i quali collaboro con Global Heritage Fund ai progetti di tutela – in particolare il meraviglioso sito delle grotte di Maijishan, in Cina, che ha un tempio rupestre scolpito nella parete di roccia, e le rovine di Sagalassos, che sono incredibilmente escluse dagli itinerari turistici pur non essendo così scomode da raggiungere. Entrambi i siti sono trattati nelle guide Lonely Planet.

Le tue speranze su come il turismo possa cambiare lo stato delle cose (ci riferiamo al turismo responsabile e ai modi in cui potrà essere una forza positiva anche per LP)

Come il turismo può essere un motore di cambiamento  – l’ho già detto e ripetuto, ma a fare la differenza è il modo in cui noi ci approcciamo al mondo esterno, il modo in cui scopriamo che in fondo partecipiamo tutti allo stesso viaggio. Prendo come esempio la mia esperienza nel campo profughi dei rohingya, un paio di settimane fa. Quando si entra in contatto con i bimbi nelle scuole, così pieni di energia, gioiosi e sorridenti malgrado tutto quello che hanno passato, è inevitabile schierarsi dalla loro parte e provare rabbia per la tragedia che hanno vissuto. 

Tony Wheeler prende appunti su una terrazza affacciata al Taj Mahal in India. ©Richard I’Anson
Tony Wheeler prende appunti su una terrazza affacciata al Taj Mahal in India. ©Richard I’Anson
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Le tue previsioni sul futuro del turismo.

 

Prevedo che a breve dovrò smettere di scrivere cartoline: con mio grande rammarico non posso più contare sui miei due destinatari abituali, entrambi ultranovantenni. Uno dei due è appena scomparso. Presto sarò privato del piacere di scovare una bella cartolina, cercare un ufficio postale dove comprare il francobollo e poi individuare da qualche parte una buca delle lettere per spedire quel dannato pezzo di carta! 

Sul piano delle comunicazioni, l’abitudine di mandare lettere a casa (esisteranno ancora gli aerogrammi?) per poi attendere di ricevere le risposte tramite fermo posta all’ufficio postale (e chissà se c’è ancora questo servizio) è ormai un ricordo lontano. Ora la comunicazione è istantanea, affidata alle mail o ai messaggi, ma non dimentichiamo che c’è stata una fase di transizione in cui dovevamo cercare un internet bar per accedere al web. Prima potevamo fare nuove conoscenze all’ufficio postale o all’internet bar, ora il massimo in cui possiamo sperare è di ritrovarci seduti in due tavoli vicini da Starbucks, naturalmente entrambi chini sul portatile. Ma chi sarebbe disposto a barattare l’immediatezza di un messaggio tramite computer o cellulare con ore e ore di coda (e a volte giorni di attesa) prima di riuscire a fare una telefonata da un’inospitale cabina telefonica in un ufficio? 

FlightRadar24. Lo ammetto fin da subito, sono un fanatico di questa applicazione, ma è super interessante e spesso anche utile. Ok, per me il bello è poter conoscere la traiettoria di qualsiasi aereo mi passi sopra la testa, però l’app è eccellente anche per verificare la puntualità dei voli. Il tabellone dell’aeroporto magari segnala un generico ritardo di 20 minuti, mentre con questa app si può sapere esattamente dove si trova l’aereo in un determinato momento. Anche in volo, se c’è la possibilità di usare il wi-fi, si può controllare quando farà capolino dal finestrino un aereo proveniente dalla direzione opposta.   

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