Perché cacciare i vostri figli e fargli imparare una lingua

C’è chi viaggia perché se lo merita, chi ha bisogno di una pausa, c’è chi scappa da qualcosa e c’è chi è in cerca di avventure. C’è chi proprio fermo non sa stare e chi ne farebbe a meno, ma alla fine è contento di aver scoperto qualcosa di nuovo. Ma c’è anche chi viaggia per un motivo specifico, come imparare una lingua. E prima lo si fa, maggiori sono le possibilità di impararla davvero, questa ostica lingua straniera. Ecco perché, figli, dovete abbandonare i vostri genitori e perché, genitori, dovete cacciare di casa i vostri figli. Almeno per il tempo di imparare a cavarsela.

ragazzi studio all'estero
In giro per il mondo per imparare una lingua ©Margaret.W/Shutterstock
Pubblicità

Una scuola di lingua

Iscriversi a una scuola di lingua all’estero è l’opzione più scontata, ma perfetta per iniziare. Partire per un periodo breve, diretti verso un contesto simile, ma diverso, dà sicurezza sia ai giovani più timorosi che ai genitori apprensivi: c’è un programma, insegnanti di riferimento, brochure esplicative e la condivisione di un’esperienza con migliaia di persone che l’hanno già vissuta.

I vantaggi sono molti, dall’imparare che non tutti i sistemi scolastici funzionano allo stesso modo, alla possibilità di vivere con famiglie del posto o di condividere con i coetanei gli spazi di vita in un college. Il livello di indipendenza è ben regolamentato, per cui non sarà necessario imparare a procurarsi il pranzo, ma bisognerà riuscire a orientarsi in una nuova città, a farsi forza e lanciarsi in nuove conoscenze e affrontare professori sconosciuti. D’altra parte questi soggiorni sono solitamente di un paio di settimane, tempo utile per fare una full immersion di cultura, non sempre adatti a fare importanti salti di livello nella conoscenza della lingua, soprattutto se si parte con amici o ci si ritrova con gruppi di connazionali.

Studiare all’estero

Diverso è scegliere di fare un percorso di studi all’estero. Questa possibilità, che può risultare onerosa per i più giovani, può addirittura rivelarsi conveniente per chi va all’università, poiché numerose università estere offrono borse di studio per gli studenti stranieri. Si tratta di una vera porta d’ingresso nel paese in cui si sceglie di andare, perché la lingua non è il fine ultimo, ma il mezzo. In questo caso la fama dell’università sarà determinante nella scelta della meta, e così potreste scoprire che la Danimarca non si esaurisce in Copenaghen, ma che Aarhus, una piccola cittadina dello Jutland, ha un ottimo campus, un centro suggestivo ed è il centro di una regione meno turistica ma estremamente interessante, con paesaggi diversissimi, dalle spiagge tranquille e riparate della costa orientale ai selvaggi litorali della costa occidentale, battuta dai venti del Mare del Nord. 

Certo il livello di partenza dovrà essere adeguato, ma studiare qualcosa che ci appassiona rende necessario e più motivato lo sforzo di imparare la lingua. Inoltre è difficile che si possa partire con amici da casa e le nuove conoscenze verranno inevitabilmente scelte tra un ventaglio di studenti locali e internazionali con cui la comunicazione dovrà avvenire in lingua straniera. E tra un esame e un’uscita con gli amici, i ragazzi assumeranno una fluidità difficile da trovare in altri contesti e duratura.

Studenti sul fiume Leie a Ghent, Belgio ©Jonathan Smith/Lonely Planet
Studenti sul fiume Leie a Ghent, Belgio ©Jonathan Smith/Lonely Planet
Pubblicità

Lavorare

Se la scelta di iniziare un percorso di studi all’estero è troppo estrema per il vostro nucleo famigliare, nulla vieta di impegnare una parte delle vacanze in un’attività sia remunerativa che educativa. Uno stage o un vero e proprio periodo di lavoro in terra straniera sarà una terapia d’urto per capire una nuova realtà, anziché studiarla sui libri. Certo, in base al lavoro scelto, sarà possibile entrare più o meno in contatto con alcuni ambienti: lavorare in un bar a Londra può essere la scelta più immediata, ma la maggior parte delle persone con cui ci si relazionerà saranno turisti o altri italiani che hanno avuto la stessa idea. Uno stage in un’azienda può essere più difficile da trovare, ma risulterà rilevante a livello formativo e darà accesso a aspetti specifici della vita locale: fare parte di una redazione di un giornale inglese in India offrirà la rara occasione di seguire la vita quotidiana di un paese completamente diverso dal nostro, che non è solo yoga e trekking, e darà la possibilità di capire come funziona un giornale nazionale lavorando giorno dopo giorno sulla lingua.

Viaggiare e basta

L’anno sabbatico è molto comune tra i ragazzi del nord, spesso madrelingua inglesi. Ma potrebbe essere ancora più utile per i vostri (non più tanto) piccoli che, cresciuti tra il vostro affetto, le amicizie di una vita e la sicurezza delle cose conosciute, potrebbero decidere di voler andare oltre. Viaggiare per vedere il mondo, conoscere nuove culture, scontrarsi con tutti gli avvertimenti che gli avete fatto e che gli farete e che, tuttavia, capiranno soltanto quando dovranno prendere decisioni e risolvere i problemi quotidiani on the road. La lingua qui diventerà uno strumento necessario, addirittura di sopravvivenza, perché senza poter comunicare saranno soli, non avranno un tetto sopra la testa e non mangeranno. Questo vi spaventa? Non temete, spaventerà anche loro, per lo meno quanto basterà da costringerli a farsi capire.

Giovani innamorati durante un trekking ©freemixer/Getty Images
Giovani innamorati durante un trekking ©freemixer/Getty Images
Pubblicità

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

Innamorarsi

Se per imparare una lingua ci vuole una motivazione, nulla è meglio di un innamoramento, soprattutto tra ragazzi. Se vivendo una delle varie esperienze citate nell’articolo i vostri ragazzi incontreranno una persona speciale, saranno motivatissimi a mettersi sui libri, scaricare app e studiare per poter chattare ore e ore, per evitare fraintendimenti durante le chiamate e per fare una bella figura al prossimo incontro, che magari avverrà sussurrando in francese a un tavolino di una pasticceria a Budapest, con un partner libanese conosciuto a Parigi.

Controindicazioni

Sicuramente nella vostra mente di genitori le controindicazioni staranno emergendo senza controllo, ma cercate di razionalizzare. Nella maggior parte dei casi i rischi non saranno molto diversi da quelli in cui i vostri ragazzi potrebbero incorrere anche a casa e il fatto di trovarsi da soli li costringerà a essere più attenti, a sconfiggere paure, insomma, a crescere.

Il vero rischio, magari meno evidente, è che in realtà vada tutto benissimo, un’esperienza senza intoppi e talmente bella da voler essere ripetuta, e ripetuta, fino a che potrebbero decidere di restare all’estero. 

Ma anche qui c’è una nota positiva, perché avere i figli che vivono all’estero diventerà l’occasione che magari non avreste mai cercato, ma che vi si presenta davanti al naso, di partire più spesso, di conoscere un luogo nuovo al di là degli aspetti più turistici e di riscoprire i vostri (ormai ex) bambini, in un contesto nuovo. Caricherete l’automobile di beni di prima necessità, come i loro prodotti preferiti, e partirete verso Bruxelles in un viaggio lunghissimo che non avreste mai creduto di fare. Chissà che non inizi a piacere un po’ troppo poi anche a voi.

Pubblicato nel

Destinazioni in questo articolo:

Danimarca Francia Regno Unito
Condividi questo articolo
Pubblicità