Parla cinese, non sarai mai solo
Con un semplice "ciao", che in cinese si dice "ní‧hăo", potrete salutare quasi un miliardo e mezzo di persone.

Parla cinese, non sarai mai solo
Le presentazioni, innanzitutto
Il lungo passato feudale e "cortese" del paese fa sì che in Cina esistano molti modi per rivolgersi alle persone. Non tanti quanti i nomi del cammello in arabo, ma quasi. Per facilitarvi, vi consigliamo l'uso di uno di questi vocaboli: siēn‧sceng, che significa signore, siáo‧giiĕ/nu‧sha (signora) e siáo‧giiĕ (signorina), il cui significato letterale è sorellina.
Come avviare la conversazione
Per rompere il ghiaccio, (anche) in Cina non bisogna aver timore di chiedere cose ovvie. Se la fatica del lungo viaggio vi ha lasciati senza argomenti, provate a parlare del tempo. Il trucco funziona ovunque. Il massimo della semplicità lo raggiungerete accogliendo un amico che viene a casa vostra con un allegro nĭ lái luo. Gli avrete detto sempicemente Sei arrivato, ma vedrete il suo volto sorridere disteso.
La forza della parola scritta
Se i suoni del cinese vi sembrano ostici, un incoraggiamento arriva dalla parola scritta. Infatti, anche se nel grande paese esistono più di 50 etnie diverse, di solito suddivise dai linguisti in sette grandi gruppi dialettali, esiste una sorta di antidoto alla babele linguistica. Questo antidoto è rappresentato dal cinese scritto. In occidente, non sono in molti a sapere che la scrittura cinese è capita ovunque nel paese. Esistono notevoli differenze di pronuncia, è vero, ma il significato dei caratteri è simile in tutte le lingue che si incontrano viaggiando da Pechino allo Xi'an fino al confine con il Tagikistan. Una misera consolazione? Beh, immaginate di spostarvi da Helsinki ad Atene e di poter cercare un albergo semplicemente scrivendo, senza "parlare" la lingua del posto. Meraviglioso, vero?
Abituarsi a poco a poco...
Il popolo cinese è dotato di grande sensibilità e le difficoltà dei viaggiatori, alle prese con una cultura molto diversa da quella del paese di provenienza, incontrano sempre molta solidarietà. L'approccio degli orientali è sempre molto soft. Vi sentirete dire: Ni zài gar sí‧guan lə ma. Semplice vero? Significa: Ti sei abituato qui?. Provate a dirlo anche voi. Se ci riuscirete, significa che siete sulla buona strada.
... e vincere ogni forma di imbarazzo
Da occidentali bene educati, saprete che ci sono domande che in generale è meglio non fare. In Cina le cose cambiano. La domanda Quanto guadagni? è una delle prime che viene posta agli stranieri. Si dice nĭ gèng duō‧sciăo ciién. Questa curiosità nasce probabilmente dall'espansione del liberismo e del libero mercato del lavoro in Cina, fenomeno nuovo e stimolante.
Lo sport, finalmente
Siete venuti per questo, non è vero? Bene, conoscere qualche parola del cinese "sportivo" renderà la vostra esperienza alle Olimpiadi 2008 ancora più appassionante.
In mandarino la pratica dello sport in genere viene indicata con il verbo uan (giocare, divertirsi), ma questo termine ha una connotazione che riguarda più il divertimento che l'attività sportiva. Per dire che si pratica seriamente uno sport, bisogna usare un verbo adeguato, come colpire (dă), da utilizzare nel tennis, nella pallamano o nella pallavolo, o calciare (tī), ottimo per il calcio, il football americano, il rugby.
Alcuni sport (come la ginnastica e le arti marziali) non sono caratterizzati da calci o colpi ma dal rigoroso allenamento ripetitivo (lièn) da parte di chi li pratica. Se non siete sicuri se bisogna calciare, colpire o allenarsi duramente, usate il verbo fare (gă). Anche nella lingua più raffinata del mondo esiste sempre una scorciatoia.