Il segreto della felicità è nascosto in queste parole intraducibili?

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Coronavirus. Quarantena. Doomscrolling. Pandemia. Secondo la teoria della relatività linguistica, la lingua che parliamo influenza il nostro modo di vedere la realtà. Se questo è vero, non c'è da meravigliarsi che stiamo vivendo una fase di difficoltà estrema nel preservare la salute mentale. Le parole e le frasi del 2020 inserite nell'elenco annuale Word of the Year di Oxford Language dipingono un quadro cupo della vita nel mondo e negli ultimi tempi i termini che dominano i titoli dei giornali non sono di buon auspicio neanche per il nostro stato mentale.

Esplorare i concetti di felicità di altre lingue potrebbe avvicinarci a quello che fa per noi © Westend61 / Getty Images
Esplorare i concetti di felicità di altre lingue potrebbe avvicinarci a quello che fa per noi © Westend61 / Getty Images
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Razzismo sistemico. Golpe. Sommossa.

Non dobbiamo eliminare queste parole dai nostri vocabolari, anzi, dovremmo impegnarci attivamente a comprenderle e a usarle. Ma se siamo ciò che pensiamo, dovremmo impegnarci a usare parole che trasmettono gioia. La domanda è se la nostra lingua sia abbastanza ricca per definire i sentimenti che desideriamo provare.

Dal 2015, lo psicologo e lessicografo Tim Lomas raccoglie parole straniere intraducibili legate alla serenità. Nel suo libro Happiness Found in Translation, Lomas sostiene che l'uso di termini che "ampliano il nostro vocabolario di felicità" potrebbe aiutarci a condurre vite più appaganti.

Ecco quattro parole dalla sua lista che vale la pena aggiungere al proprio lessico. Se usate con la stessa regolarità di "pandemia", potrebbero rendere questa "nuova normalità" molto più accettabile.

Il concetto finlandese di "sisu" è legato al coraggio e alla forza © Matt Munro / Lonely Planet
Il concetto finlandese di "sisu" è legato al coraggio e alla forza © Matt Munro / Lonely Planet

Sisu - Finlandese

Negli ultimi anni, le esportazioni più alla moda dalla Scandinavia si sono verificate in campo linguistico. Hygge ci ha reso accoglienti e soddisfatti nel 2016; päntsdrunk (una parola che descrive l'attività di bere da solo mentre si indossano gli skivvies) ha guadagnato popolarità nel 2018; fika (la parola svedese per "appuntamento al bar con gli amici") ha fatto nascere di recente una catena di bar omonimi a New York. Ma tempi senza precedenti richiedono definizioni innovative e nel 2021 le lezioni finlandesi di sisu descrivono la gravità della situazione che stiamo vivendo.

L'oratore di TEDx André Noël Chaker traduce sisu con "coraggio potenziato da steroidi". La ricercatrice di psicologia Emilia Lahti invece: "determinazione e coraggio di fronte a grandi avversità". Etimologicamente, deriva dalla parola finlandese sisus, che si riferisce a qualcosa che abbiamo "dentro". Coraggio, forza interiore, forza di volontà e perseveranza sono tutte parole usate per cercare di dare un senso al termine, ma come dice l'autore Justyn Barnes, sisu è "una parola che sfida la traduzione".

Nel suo libro Sisu: Find Your Resilience the Finnish Way, Barnes scrive, "con una mentalità sisu costruttiva, i problemi vengono affrontati con coraggio, le sfide sono viste come opportunità di crescita... E le soluzioni vengono ricercate con tenacia e creatività".

Non c'è da stupirsi che il World Happiness Report abbia definito la Finlandia il paese più felice al mondo negli ultimi tre anni: quando il gioco si fa duro, il finlandese diventa sisu.

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"Waldeinsamkeit" è il benessere tratto dall'essere soli nella foresta © Matt Munro / Lonely Planet
"Waldeinsamkeit" è il benessere tratto dall'essere soli nella foresta © Matt Munro / Lonely Planet

Waldeinsamkeit - Tedesco

"Waldeinsamkeit descrive la sensazione confortante di trovarsi da soli nella foresta", dice Jan Jericho, uno scenografo di New York per il cinema e la televisione cresciuto vicino alla foresta di Schönbuch a Tübingen, in Germania. Wald significa foresta o bosco e Einsamkeit significa "solitudine".

"Consapevolezza è un'altra parola che userei nella traduzione", aggiunge, "perché Einsamkeit è lo stato d'animo che ci pervade una volta raggiunta la completa consapevolezza dell'ambiente che ti circonda".

Il mitico legame tra tedeschi e foreste risale alla battaglia di Teutoburgo del 9 d.C., quando le tribù germaniche sconfissero le legioni romane grazie alla protezione dei boschi locali. Le foreste divennero la base dell'identità nazionale tedesca, intrecciandosi con le opere d'arte scritte dai romantici del XIX secolo, come i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm.

Oggi, circa un terzo della Germania è coperto da foreste: 11,4 ettari di terreno e ampi spazi utilizzabili per le attività ricreative all'aperto. L'idea di Waldeinsamkeit è "intrinseca della società tedesca", osserva Jericho.

Ma le lezioni sulla Waldeinsamkeit non sono rivolte esclusivamente ai tedeschi. Uno studio giapponese ha scoperto che camminare da soli nelle foreste può ridurre lo stress abbassando la pressione sanguigna e i livelli di cortisolo. Gli scienziati della Stanford hanno scoperto che una passeggiata di 90 minuti nella natura riduce la depressione. Lo Scandinavian Journal of Forest Research ha persino pubblicato un articolo in cui afferma che il tempo immersi nella natura migliora significativamente la funzione cognitiva.

Naturalmente, i tedeschi non hanno bisogno di lunghe dissertazioni per analizzare i vantaggi di creare una connessione con la foresta: gli basta una sola parola per spiegare il concetto.

"Fjaka" è uno stato d'animo, un'aspirazione a nulla © Tanya Rozhnovskaya / Alamy Stock Photo
"Fjaka" è uno stato d'animo, un'aspirazione a nulla © Tanya Rozhnovskaya / Alamy Stock Photo
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Fjaka - Croato

L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il "burn-out" come "una sindrome derivante dallo stress cronico sul posto di lavoro che non è stata gestita con successo" e, mentre la crisi sanitaria persiste, sappiamo che lo stress sta solo peggiorando. Un recente sondaggio condotto da FlexJobs e Mental Health America ha rilevato che il 75% dei paramedici ha sperimentato il "burn-out" sul posto di lavoro, e il 40% afferma di averlo raggiunto dopo lo scoppio della pandemia.

Forse se conoscessimo la parola croata fjaka saremmo in forma migliore.

Il termine fjaka è legato alla parola italiana fiacca ed è talvolta considerato sinonimo di pigrizia, ma definizioni così semplici non rendono giustizia al concetto che descrive. Lomas definisce fjaka il "rilassamento del corpo e della mente, sonnolenza" e lo collega all'espressione italiana dolce far niente.

Per i croati che vivono lungo la costa dalmata, fjaka è uno stato meditativo, simile alle sensazioni che regala un percorso di yoga. Ma a differenza dello yoga, per raggiungere uno stato di fjaka non si deve fare niente. Fjaka è una destinazione che si trova nella nostra mente, un posto dove fuggire nelle afose giornate estive quando non basta un tuffo nel mare Adriatico per rinfrescarsi.

I croati che onorano fjaka sanno che esiste un antidoto alla tendenza americana del "burn-out". Le cose buone non arrivano sempre a coloro che si danno da fare, ma la felicità arriva a tutti coloro che ricercano lo stato di fjaka.

"Wabi sabi" è l'accettazione della caducità e dell'imperfezione © ESB Professional / Shutterstock
"Wabi sabi" è l'accettazione della caducità e dell'imperfezione © ESB Professional / Shutterstock

Wabi sabi - Giapponese

"Non esiste una definizione universalmente accettata per wabi sabi nella lingua giapponese", afferma Beth Kempton, esperta di cultura giapponese e autrice del libro Wabi Sabi. Non esiste nemmeno un equivalente in italiano sufficientemente adeguato per questa parola composta che celebra ciò che Beth chiama "la natura effimera, imperfetta e incompleta di ogni cosa".

Kempton spiega che wabi è la mentalità che "apprezza l'umiltà, la semplicità e la frugalità in quanto vie che conducono alla tranquillità e all'appagamento". Sabi indica invece "il modo in cui tutto evolve e decade". Insieme, le parole wabi sabi descrivono la bellezza incontaminata "che emerge con il passare del tempo", afferma Kempton. Sottolinea che wabi sabi non è un aggettivo per descrivere un oggetto ma un sentimento ispirato alle meraviglie naturali del nostro mondo imperfetto.

Potreste avvertire lo wabi sabi mentre guardate i fiori di ciliegio cadere a terra o mentre ammirate un tappeto consumato nella casa della vostra famiglia.

"Ho incontrato un sassofonista autista di taxi che mi ha spiegato di provare questa sensazione quando suona il blues", dice Kempton.

Si tratta di amare qualcosa proprio per i suoi difetti, non malgrado essi, e assaporare un momento consapevoli della sua effimerità. C'è un sentimento agrodolce insito in wabi sabi : la consapevolezza che tutte le cose, sia buone che cattive, finiranno.

Quando è iniziata la pandemia, Kempton ha notato che utilizzavamo l'espressione "tempi incerti" come se non fossimo consapevoli che "i tempi non fossero sempre stati incerti", dice. "Non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbe molto meglio per la nostra salute mentale collettiva se ci prendessimo un momento per ricordare che tutto cambia in maniera costante".

Onorando wabi sabi , possiamo imparare ad accettare i ritmi instabili della natura e al tempo stesso a rallentare, per scoprire le semplici gioie della vita prima che siano perse per sempre.

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