Curon, il borgo sommerso in Trentino Alto Adige che svelerà i suoi misteri in tv

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Curon Venosta si è rivelata al mondo: l'immagine del villaggio sommerso da cui spunta a pelo d'acqua solo un campanile romanico ha fatto gola a Netflix che ci ha ambientato una serie noir tutta italiana in streaming da giugno 2020. La storia di questa Atlantide a piedi dei monti in una location da favola però è molto meno romantica di come sembra: anche se oggi è meta di turismo invernale e passeggiate estive, ai visitatori il lago di Resia e i suoi dintorni di ghiaccio sussurrano ancora i loro misteri tra passato e presente.


Il campanile di Curon Venosta, attorno a cui ruoterà una nuova serie Netflix Credits: Ufficio Stampa Netflix
Il campanile di Curon Venosta, attorno a cui ruoterà una nuova serie Netflix Credits: Ufficio Stampa Netflix
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Il campanile romanico di Curon Venosta guarda le montagne della Vallelunga dal 1355 e non ha mai cambiato pelle, l'ha solo un po' nascosta a pelo d'acqua. Dell'Alto Adige è un po' il simbolo, una sorta di Atlantide sommersa che racconta chissà quali segreti. E infatti il mistero del villaggio di Curon, sommerso dal 1950 dopo la costruzione di una diga che ha unito due laghi e creato un unico bacino, ha fatto gola alla tv: dopo aver annunciato lo scorso autunno di averci girato una dei suoi prodotti originali made in Italy, Netflix a giugno 2020 ha lanciato in streaming la serie ambientata sulle rive del lago di Resia dal titolo Curon. La serie mescola i misteri e le suggestioni di questi luoghi a quelli di una dramma familiare. Grazie a Netflix, le ricerche intorno a questo paesino impazzano sul web e incentivano il turismo in una valle che oltre alla sua storia sommersa ha ancora molto da dire, in estate e in inverno (e soprattutto in tempi di vacanze post-Covid).

La storia del villaggio di Curon e del suo iconico campanile

Il corso della storia di Curon è cambiato nel 1950, quando le 163 case che componevano il vecchio villaggio (insieme a quelle del borgo di Resia) sono state evacuate per mettere in pratica un progetto di produzione di energia idroelettrica in ballo da diversi decenni. Ciò che rimane oggi del "prima" di Curon è un campanile che spunta fuori da un lago in mezzo alle montagne, uno sfondo da cartolina che sta lì da secoli; in realtà ai tempi dell'evacuazione gli abitanti del villaggio persero tutto, dagli averi personali ai terreni coltivati, in nome di un modernismo che ha poi ricostruito con fatica il nuovo villaggio. Oggi conta circa 2.300 abitanti e paradossalmente il simbolo di questi luoghi è proprio l'unico sopravvissuto all'acqua ovvero il campanile di Curon, protagonista di scatti suggestivi e mozzafiato che sono diventati anche il simbolo di Netflix per lanciare il suo nuovo progetto originale e tutto italiano.

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Curon Venosta oltre il campanile

Oggi nei dintorni di Curon si scia e si vive l'inverno sulla neve. La Val Venosta offre la possibilità di esplorare ghiacciai e valli imbiancate magari a bordo di una carrozza trainata da cavalli e il lago è meta degli amanti dello snowkiting, disciplina che mixa il potere del vento all'adrenalina degli sport invernali. Gli amanti della storia recente poi trovano ai confini di Passo di Resia pane per i loro denti: la linea di difesa costruita negli anni '30 per evitare da un eventuale attacco dei tedeschi sono meta degli appassionati che in estate abbinano il trekking alla scoperta di questo luogo: tra bunker e sbarramenti anticarro oggi è un vero e proprio polo dal sapore artistico.

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L'Abbazia benedettina di Monte Maria sul monte, sopra il paese di Burgusio, è un convento del 12° secolo, culla di cultura e misticismo a più di 1.300 metri. E non solo: il tipico pane della valle, il Vinschger Paarlbrot, è nato proprio tra le sue mura, che oggi guardano la valle e regalano scorci mozzafiato e offrono ai turisti mostre e un museo permanente che racconta la vita monastica e frugale di chi in questo luogo ha vissuto nei secoli.

Le vecchie Curon e Resia presto diventeranno famose non solo per gli appassionati di montagna, ma anche per il grande pubblico. Il simbolo della zona sussurra ancora ai turisti la sua storia: si dice che nei giorni d'inverno si sentano ancora suonare le campane, che però non fanno più il loro mestiere da ben prima che la diga si aprisse per sommergere tutto. Leggenda e neve, storia e sport oggi sono il cuore di questi luoghi che anche d'estate si accendono e vivono di trekking e nordic walking, camminate rilassanti e gite in barca. Un patrimonio che la tv metterà in luce raccontando il passato di un vecchio villaggio che nasconde sul fondo del lago i ricordi di un mondo che oggi non esiste più.

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