Come usare il nuovo Libro dei quiz per viaggiare anche da casa
Una delle prerogative dei quiz è che vi potrete divertire sia da soli – cimentandovi nella sfida con voi stessi – sia con amici e familiari. E per quanto non ci sia davvero maggiore soddisfazione di battere i propri cari in un quiz, in tempo di auto isolamento, avere occasioni per sfidarsi, anche da soli, è un ottimo esercizio.
E non bisogna scoraggiarsi se non si conosce una risposta, anzi. Un quiz offre l'opportunità non solo di fare sfoggio di cultura, ma anche di imparare cose nuove. La frase ‘Oh, non lo sapevo’ non dovrebbe suonare come l'ammissione di una sconfitta, ma come l'acquisizione di un'informazione di cui farete tesoro. Inoltre, dietro a molte risposte ci sono storie meravigliose (il che spiega perché spesso prendono la forma di mini saggi) come, per esempio, perché ‘Vegemite’ ha cambiato nome in... beh, lo scoprirete nel quiz 78 se non lo sapete, o perché il bikini si chiama bikini (quiz 36), o quale monumento famoso in tutto il mondo il noto truffatore Victor Lustig riuscì a vendere per ben due volte a ignari acquirenti (quiz 56).
Una buona domanda spesso conduce a ulteriori discussioni e indagini che vi spingeranno a piccoli viaggi di ricerca nei meandri di Wikipedia, cosa che aumenterà la vostra bravura nel gioco.
I quiz sono un fenomeno davvero globale. Il 'Pub Quiz' è una tradizione britannica che ha preso piede in Australia, Nuova Zelanda e in buona parte degli Stati Uniti. Si tratta di una serata in cui gli avventori si dividono in squadre che si sfidano a colpi di quiz proposti da un presentatore in cambio di un premio simbolico (o anche nulla). In Gran Bretagna, dove i pub chiudono a ritmo allarmante, spesso sono proprio le serate di quiz a evitare la chiusura dei battenti. E i programmi di quiz televisivi sono seguiti in tutto il mondo, tanto che ogni settimana ce n'è uno nuovo. La possibilità di sfoderare il proprio sapere e di vincere un premio in denaro tale da cambiarti la vita sembra avere un fascino quasi universale. Chi vuol essere milionario?, uno dei grandi precursori di questo genere, è stato esportato in oltre cento nazioni, dal Venezuela alle Filippine, dall’India all’Australia.
Chiarito che questo libro è un quiz sul mondo e che il mondo è un grande fan dei quiz, sorge spontanea la domanda ‘ma qual è la nazione o la cultura che ha inventato il quiz?’. Sfortunatamente, si tratta di un quesito che non possiamo includere in queste pagine perché nessuna delle fonti consultate, anche le più autorevoli, risulta affidabile. Sull’Oxford English Dictionary si legge che l’etimologia della parola è sconosciuta, e che la spiegazione più accreditata, come spesso accade, è probabilmente la meno attendibile.
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Il riferimento è infatti a un episodio avvenuto nel 1791, quando un certo Richard Daly, direttore di un teatro di Dublino, scommise con i suoi amici una considerevole somma di denaro che sarebbe riuscito, in sole 48 ore, a inserire una nuova parola, completamente inventata, nel lessico degli abitanti della città. Per raggiungere il suo scopo ordinò agli operai del suo teatro di scrivere nottetempo con il gesso la parola ‘QUIZ’, inventata di sana pianta, sui muri, le porte, le persiane e ogni altra superficie disponibile della città. Quando Dublino si svegliò, la nuova parola divenne l’argomento principale delle conversazioni, entrando immediatamente nel linguaggio comune e facendo vincere a Daly la scommessa. Dalle origini misteriose di questo vocabolo deriva il suo significato, perché le persone iniziarono naturalmente a farsi delle domande sulla sua provenienza e a utilizzarlo quando parlavano di qualcosa di nuovo o inspiegabile. E da qui al significato moderno di ‘serie di domande’ il passo è breve.
È una bella storia, ma quasi sicuramente inventata. Innanzitutto viene riportata dalla stampa soltanto 40 anni dopo quell’evento e, cosa ancora più significativa, la parola quiz esisteva già nel 1791, sebbene avesse un significato diverso da quello che ha oggi. A quei tempi era un termine dispregiativo per indicare uno studente eccessivamente diligente, equivalente a ‘secchione’. Il fatto che il suo significato abbia cambiato verso - dalla derisione di chi sa molto alla celebrazione di chi 'le sa tutte' – non è troppo difficile da immaginare, anche se non ci sono prove per documentare questa transizione.
Invece, l’ipotesi migliore è la più banale: cioè si tratterebbe di una semplice derivazione della parola ‘inquisitive’ (curioso in italiano), il cui percorso è molto più facile da tracciare in quanto deriva dal francese antico inquistif (inchiesta in italiano), a sua volta una derivazione del termine latino inquisitivus (che rimanda al concetto di ricerca e indagine minuziosa). Ed era sicuramente scrupolosa l’indagine svolta nel Medioevo dalla Santa Inquisizione per individuare le eresie e reprimerle attraverso processi in cui una risposta poteva significare vita o morte. E a volte un quiz può essere altrettanto intransigente.
Tuttavia, se non siamo in grado di spiegare la genesi della parola quiz, possiamo almeno definire di cosa si tratta. È la gioia di ricordare, il piacere di riflettere e verificare ciò che si sa. Certo, c’è una bella soddisfazione nella risposta immediata, nell’essere riusciti a mettere a frutto il proprio sapere. Ma c’è forse una gioia più profonda nell’esplorare gli ‘armadietti dimenticati e le cantine polverose’ della propria memoria per tirare fuori qualcosa che non sapevamo nemmeno di sapere. Certo, a volte, la porta può rimanere irrimediabilmente bloccata e la risposta incollata sulla punta della lingua. Ma questo dipende dalle proprie capacità o dall'abilità di chi propone le domande.
Quindi, senza ulteriori indugi, correte a leggere i quiz e verificate il risultato. Ricordatevi, però, valgono le regole del quiz nei pub: niente cellulari, niente imbrogli.