5 esperienze che si possono solo vivere in Messico
Se siete alla ricerca di luoghi e tradizioni uniche, il Messico è il posto che fa per voi. Pensate solo alla lucha libre (wrestling) e ai tuffatori che si lanciano da scogliere altissime. Conoscerete la cultura della charrería (cowboy) e le callejoneadas (feste di strada) in cui il pubblico accompagna i musicisti per le vie. Vedrete l’albero più grosso del mondo, sculture surreali in un giardino labirintico e
visiterete un nightclub sotterraneo in una miniera. Avrete innumerevoli possibilità di imbattervi nella cultura locale (e anche in qualche sito bizzarro).

I musei più bizzarri di Città del Messico
In nessun’altra città al mondo troverete un così alto numero di musei, eccetto Londra. I meno noti sono decisamente di nicchia. Gli appassionati di scarpe non possono perdersi una visita al Museo del Calzado El Borceguí, la più antica azienda calzaturiera del Messico in attività dal 1865. La collezione comprende oltre 2000 scarpe, molte delle quali indossate da persone famose come gli scrittori messicani Carlos Fuentes ed Elena Poniatowska e vari giocatori di fútbol. Decidete voi se le scarpe da basket misura 47 di Magic Johnson e gli stivali lunari di Neil Armstrong sono autentici o meno.
Il Museo della Medicina Messicana, ricavato all’interno del Palacio de la Inquisición, sede della Santa Inquisizione messicana, ospita un ampio assortimento di strumenti medici e parti del corpo in formalina, oltre a informazioni sulla medicina tradizionale messicana.
Per un’esperienza più estrema, il Museo de la Tortura, che ha in mostra una collezione di strumenti di tortura europea dal XIV al XIX secolo, compresi unasedia per interrogatori con spuntoni di metallo e un raccapricciante spaccacranio.
Se preferite qualcosa di più spirituale, Pasaje Catedral, di fronte alla cattedrale, offre una serie di negozi con un variopinto assortimento di articoli sacri, tra cui rosari, ciondoli a forma di angelo, statuine, ma anche oggetti più pagani ed esoterici. Non è raro trovare la Virgen de Guadalupe accanto alla Santa Muerte (dea della morte) e a rametti di salvia per la purificazione spirituale.
Se alcuni prodotti, come il cuatecomate (frutto usato per alleviare problemi respiratori), hanno stuzzicato il vostro interesse, il Mercado de Sonora vi ammalierà con il suo armamentario di stregoneria messicana: bambole per il vudù, amuleti e pozioni varie.
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L’Arena México è uno stadio da 17.000 spettatori che ogni settimana si anima di un’atmosfera da gladiatori, con pittoreschi luchadores (lottatori) come Místico e Sam Adonis, che si sfidano a squadre o in incontri singoli. I tre o quattro match d’apertura servono a scaldare il pubblico in vista dell’incontro principale.
È un’interessante esperienza culturale, anche per chi non è appassionato di wrestling. Per alcuni, gli intermezzi di danze
folcloristiche sono ugualmente interessanti. Ci sono, però, alcune insidie da evitare. Per raggiungere il malfamato quartiere Doctores dove si trova lo stadio è più sicuro uscire da Roma da est anziché da ovest. Una volta arrivati, ignorate i bagarini all’esterno che cercheranno di convincervi che i biglietti sono tutti esauriti. I biglietti sono generalmente disponibili allo sportello. I posti economici si trovano più in alto dietro una rete di ferro, ma sono anche i più pittoreschi, quelli dove siedono i tifosi più scalmanati, che inveiscono contro i lottatori (imparerete un bel po’ di parolacce messicane).
Se invece preferite i posti più costosi vicino alla parte frontale, prenotate in anticipo per il venerdì (ritirate i biglietti allo sportello 1).È vietato introdurre cibi o bevande, ma potrete acquistare birra e altre bibite all’interno. I prezzi sono sorprendentemente ragionevoli; del resto si tratta di uno sport per il popolo. Per non perdervi neanche un minuto, potete anche chiedere alle maschere di portarvi da bere e da mangiare, in cambio di una mancia.

I charros di Guadalajara
I charros (cowboy messicani), con sombrero, giacca e pantaloni ricamati, sono presenti nel Messico settentrionale da
secoli. La loro origine risale all’arrivo degli spagnoli, quando gli allevatori di bestiame si agghindavano per esibire la
ricchezza dei loro ranch. In seguito, la charrería fu rivisitata dal celebre rivoluzionario Emiliano Zapata, che indossava
spesso la tenuta del charro.
Oggi, la charrería è profondamente radicata nel tessuto culturale di Guadalajara e si può apprezzare durante una dimostrazione dal vivo, che ricorda un rodeo americano. Da oltre un secolo, il Campo Charro Jalisco, uno stadio alle spalle di Parque Agua Azul, ospita charreadas ogni domenica alle 12. Nel recinto circondato da tribune in cemento, i charros (spesso baffuti) entusiasmano la folla con varie prove di abilità, tra cui far girare il proprio cavallo in cerchio, fare uno sprint o fermarsi bruscamente. A volte si esibiscono anche le escaramuzas (cavallerizze in abiti elaborati che eseguono danze sincronizzate).
Lezioni private di charrería sono disponibili quasi tutti i giorni e includono una degustazione di tequila. Prenotate un tour privato. La charrería è un appuntamento abituale dell’Encuentro Internacional del Mariachi tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.
I Clavadistas de La Quebrada
La più celebre attrattiva di Acapulco è costituita dai tuffatori di La Quebrada, che si lanciano dalla scogliera fin dagli anni
’20, anche se il rito dei clavadistas ebbe inizio in maniera ufficiale solo nel 1934. L’impressionante spettacolo è stato immortalato nel film del 1963 L’idolo di Acapulco, con Elvis Presley nel ruolo di un clavadista (i tuffi di Presley erano eseguiti da una controfigura).
Mentre il pubblico si riunisce sulla piattaforma panoramica sotto la scogliera (arrivate presto per assicurarvi un buon pun-
to di osservazione), sette agili tuffatori si lanciano nelle onde agitate prima di scalare la scogliera verticale di fronte. La sera,
prima dello spettacolo, vengono accese delle fiaccole presso il santuario della Vergine in cima alla scogliera, per chiedere la
sua protezione. La maggior parte dei clavadistas si tuffa dalla piattaforma inferiore (25 m): prima un tuffatore solitario,
poi due simultaneamente, poi tre tuffatori che eseguono il tuffo in sincronia. L’ultimo clavadista si tuffa dalla cima (35 m).
Il trucco è il tempismo: devono azzeccare il momento giusto e incontrare l’onda in arrivo, altrimenti non c’è abbastanza acqua nell’insenatura per attutire la caduta, e il pubblico trattiene il fiato mentre guarda i tuffatori uscire dal mare agitato
senza essere stati sbattuti contro le rocce. Gli spettacoli durano circa 20 minuti. Si tengono alle 13, 19, 20, 21 e 22. Alle 22,
l’ultimo tuffatore si lancia nel buio tenendo in mano due torce accese (per quest’ultima esibizione spengono i riflettori).
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Il giardino surreale nella giungla
Bisogna partecipare a un tour organizzato per visitare Las Pozas, l’audace e folle esperimento che comprende un labirinto magico di giardini e sculture surreali in 36 ettari di giungla idilliaca, sulle ripide pendici della Sierra Madre Oriental. Immaginate una bizzarra serie di pagode, ponti e scale a chiocciola che non portano in nessun luogo, tutti in cemento, Prenotate il tour online: le visite guidate in inglese partono tutti i giorni alle 10.
Las Pozas comporta una lunga deviazione, ma ne vale la pena. Dovrete rimanere con la guida, che in un’ora circa vi condurrà lungo il dedalo di sentieri spiegandovi la storia di questo progetto. È frustrante avere dei limiti in un giardino che chiede solo di essere esplorato, ma è per evitare che il luogo venga deturpato.