Un tuffo nella storia: le rovine Maya di Tulum
Da piccolo villaggio a destinazione super frequentata della Riviera Maya, con le sue rovine a picco su un mare da sogno, Tulum è una tappa da non perdere durante un viaggio nello Yucatán.
“È l’alba del 17 marzo 1517. Sei il re di Tulum, come tutte le mattine ti affacci sul mare in cerca di un segnale degli dèi. Scorgi delle imbarcazioni che si avvicinano: non ne hai mai viste così grandi, con alberi altissimi e vele bianchissime. Ti chiedi chi è che sta per farti visita, e cosa mai vorranno dirti le divinità con questo segnale”.
Così recita un piccolo cartello nello sperone più alto delle rovine di Tulum, dove lo sguardo si perde tra il bianco delle spiagge ed il celeste infinito del mare dei Caraibi. È qui che cinquecento anni fa i Maya fecero il loro primo incontro con quelli che sarebbero diventati i conquistadores, e fu la prima volta che Tulum apparve in tutta la sua maestosità agli occhi degli europei. Per la verità, all’epoca non badarono alla sua bellezza: nel giro di una generazione la città arroccata sulla rupe, maggiore centro commerciale dell’impero Maya, fu definitivamente conquistata e annientata sotto i colpi delle armi dei colonizzatori.
Uno scenario unico da preservare
Dello splendore che fu, restano le rovine che si possono apprezzare in cima alla roccia, a picco sul mare. E che mare: Tulum si affaccia nelle acque placide e cristalline del mare dei Caraibi, dove si nuota tra tartarughe e pesci tropicali, e la sabbia corallina acceca per la sua brillantezza.
Il sito archeologico di Tulum non è il più esteso dello Yucatán, probabilmente non è quello conservato meglio, ma è unico nel suo genere, perché le principali città Maya si trovano solitamente tutte distanti dalla costa. Ed questo è il motivo principale per cui una tappa qui è obbligatoria durante un tour nella Riviera Maya.
Tulum è l’emblema del turismo che ha cambiato il volto di questa parte di Messico. Fino a qualche anno fa era un villaggetto sorto intorno alle sue rovine archeologiche. In venti anni o poco più, è passata ad accogliere cinquantamila abitanti e almeno un centinaio di alberghi. Con un sistema fognario precario e generatori elettrici pronti a scongiurare un black-out, Tulum ha un ritmo di crescita che minaccia la foresta che si estende alle sue spalle.
Tuttavia, c’è un modo per godere delle bellezze di Tulum senza alimentare lo sviluppo sregolato ai danni dell’equilibrio ambientale. Per una vacanza all’insegna del turismo sostenibile, si possono evitare i mega resort e preferire un soggiorno nelle piccole cittadine in cui l’accoglienza turistica non è in mano alle grandi catene alberghiere. Allo stesso modo, ci si può affidare a guide locali per scoprire i dintorni, e una sessione di snorkeling è addirittura migliore se accompagnati da un pescatore piuttosto che in un’imbarcazione da cento posti a sedere.
Tra mare e storia
Le rovine sono meno estese rispetto ad altri siti come Chichén Itzá, ma la loro posizione a picco sul mare le rende diverse da tutte. Tra le strutture più note c’è il Castello, un imponente edificio che ai tempi dell’antica Zama - “la città dell’alba”, antico nome di Tulum - fungeva da faro per le imbarcazioni che navigavano lungo la costa. Visitare le rovine di Tulum è un tuffo nella storia: da qui, infatti, non solo si può godere di una vista mozzafiato sul mare cristallino, ma tuffarsi fisicamente in acqua è facilissimo. Nel biglietto per il sito archeologico è compreso l’accesso alle spiagge limitrofe, che si raggiungono con una breve passeggiata.
E sarà strano, ma Playa Pescadores, la spiaggia da cui si gode la vista più suggestiva delle rovine, non è nemmeno la più frequentata, perché tantissimi preferiscono raggiungere la più distante, più blasonata e più servita, Playa Paraiso. Entrambe sono il paradigma delle spiagge tropicali: mare turchese e sabbia bianchissima in una cornice di palme da cocco.
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Il meglio dello Yucatàn a portata di mano
La Riviera Maya da queste parti offre il suo meglio: ad Akumal si nuota tra le tartarughe giganti, sulla spiaggia ancora incontaminata di Xpu-Ha ci si riconnette con il mondo e la zona è puntellata di cenotes. Un tuffo nelle acqua placide dei piccoli laghi sotterranei dello Yucatan è una di quelle esperienze che non si scorda facilmente. E ancora, la Biosfera Sian Ka’an offre scenari favolosi e incontri ravvicinati con fenicotteri e delfini, tra le mangrovie giganti in cui si acquattano i coccodrilli. Per gli appassionati di storia, il sito di Cobà è vicinissimo, ed è a portata di auto anche il maestoso centro di Chichen Itzà e Valladolid, la città perla dello Yucatán.