In trenino alla scoperta dei paesaggi spettacolari della Corsica
Slow travel significa consapevolezza del proprio impatto di viaggiatore e quindi scegliere mezzi di trasporto sostenibili, come treni, navi, autobus o biciclette. Lonely Planet sostiene questo stile di viaggio suggerendo itinerari senza aereo e dispensando consigli su cosa vedere e fare lungo il percorso. Abbiamo chiesto ad Anna Richards di raccontarci il suo recente viaggio in treno attraverso le aspre montagne della Corsica.

Il trenino risale con un certo sforzo le montagne della Corsica. Ho simpatizzato con lui. Le mie gambe si stavano ancora riprendendo da un percorso simile: 180 km di salite e discese da brivido percorsi a piedi nelle due settimane precedenti durante la traversata dell’isola, la GR20.

U Trinighellu, il nome carico di mistero, ma si traduce semplicemente in "piccolo treno". La linea principale corre per 158 km collegando Ajaccio, la capitale della Corsica, con Bastia, la seconda città per importanza e grandezza sulla costa nord-orientale. Io dovevo scendere qualche fermata prima, a Ponte-Leccia, per poi prendere la linea costiera fino alla città di porto di Calvi, dove mi aspettavano un auto e una borsa piena di vestiti puliti.
Anche se il treno è stato modernizzato dall’inaugurazione della linea nel 1879, sembra comunque un viaggio a ritroso nel tempo o perlomeno un tuffo nel passato fino ai giorni antecedenti le norme di igiene e sicurezza. Il treno passa infatti accanto a numerose gole profonde che mettono le vertigini e accanto ad alberi arruffati che si aggrappano ostinatamente alle pareti rocciose.
La linea ferroviaria fu originariamente progettata nel 1855 come parte di un percorso per attraversare Corsica e Sardegna, con il tratto corso da Bastia a nord fino a Bonifacio all’estremità meridionale dell’isola. Come per molte ferrovie, è stato il colonialismo a promuoverne lo sviluppo: Napoleone III voleva tempi di percorrenza più brevi per il trasporto di passeggeri e di merci tra la Francia e l’Algeria, che all’epoca era una colonia francese. La tratta non arrivò mai a toccare Bonifacio, concludendo invece la corsa ad Ajaccio.

Nel 1959, il ministro dei trasporti francese Robert Buron cercò di chiudere la linea, sostenendo che “le auto e cinque linee di autobus” fossero sufficienti per spostarsi in Corsica. La dichiarazione scatenò l’indignazione degli isolani che, per quanto non si sentano francesi, sanno protestare come i compatrioti sul continente. Il futuro della linea è stato incerto per decenni, e tutt’ora, sono gli appassionati di trekking e gli studenti dell’unica università sull’isola a comporre una grossa fetta dei passeggeri. Eppure rimane uno dei mezzi migliori per esplorare l’isola, soprattutto in primavera e in estate, quando i paesaggi della Corsica si tingono di mille colori.
Partenza
Sapevo che spostarmi in auto mi avrebbe fatto risparmiare almeno un’ora di viaggio, ma non mi avrebbe permesso di scendere lungo la spina dorsale montuosa della Corsica. Così sono salita sul treno ad Ajaccio, con le ginocchia sbucciate, i vestiti puzzolenti e uno zaino da trekking ancora più maleodorante. Quando abbiamo iniziato la faticosa salita e ho visto scomparire la vivace metropoli di Ajaccio (la popolazione conta poco più di 60.000 abitanti, ma dopo due settimane immersa nella natura mi sembrava Delhi), mi sono ricordata della prima volta in cui ho sentito parlare di questa ferrovia di montagna. Era stata un’amica di famiglia che aveva visitato la Corsica negli anni ’80 a parlarmene. Il suo treno era deragliato e tutti i passeggeri - turisti, local e qualche pollo - erano rimasti bloccati per diverse ore nella natura selvaggia corsa. Per fortuna, nessuna disavventura del genere si è verificata durante il mio viaggio.
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Il viaggio
L’azzurro pervinca del Mediterraneo è uscito di scena lasciando il posto a cime simili a zanne che si stagliavano contro un cielo altrettanto azzurro, salendo e scendendo senza criterio lungo un percorso che pareva scarabocchiato da un bambino. Abbiamo attraversato ponti di ferro dalla stabilità apparentemente precaria e siamo passati accanto a villaggi montani isolati con chiese dai campanili esili come stuzzicadenti.
Dopo un tunnel particolarmente lungo (uno dei 32 lungo la linea principale Ajaccio-Bastia), il trenino si è fermato a Vizzavona. Era uno scenario familiare, mi ero accampata lì meno di una settimana prima. Vizzavona segna la fine della sezione più dura del GR20 e l’inizio della tratta meridionale più (relativamente) "morbida". È anche uno dei pochi luoghi lungo il sentiero dove è possibile rifornirsi in un negozio di alimentari. Durante il cammino, avevano attirato la mia attenzione più i bar che la stazione dal tetto in terracotta.

Un vertiginoso tratto in discesa ci ha portato a Corte. Molti corsi si trasferiscono nella Francia continentale per studiare, ma l’unica università presente sull’isola conta comunque oltre 4000 studenti. Molti giovani sono scesi a questa fermata con i loro zaini. Abbiamo proseguito fino a Ponte-Leccia, che, nonostante sia un punto di snodo ferroviario, ha una stazione deludente senza un bar che offra caffè. Sono scesa e mi sono sgranchita le gambe prima di risalire su un treno identico diretto verso la costa.
L’arrivo
Poco prima di L’Île-Rousse il mare è riapparso e abbiamo iniziato ad accarezzare la costa. Molte spiagge che abbiamo toccato erano deserte, altre occupate da pochi bagnanti in costume. L’ultima tratta del viaggio è durata poco meno di due ore. Percorrere lo stesso tratto in macchina avrebbe richiesto la metà del tempo, ma sono felice di aver scelto la lentezza e di non essermi persa quei panorami.
Una città che sembra un minuscolo castello di sabbia, Calvi si erge sopra mura color giallo limone e si affaccia sul mare nella costa nord-occidentale dell’isola. Qui ho potuto finalmente immergere le mie doloranti membra nel Mediterraneo.

Biglietti
I treni tra Bastia e Ajaccio passano dalle tre alle sei volte al giorno in entrambe le direzioni a seconda della stagione. La tratta Ponte-Leccia-Calvi ha due o tre partenze al giorno. Un biglietto di sola andata da Bastia ad Ajaccio costa dai 21,60€. Un pass ferroviario di una settimana per l’intera isola costa 50€. Orari e tariffe completi sono disponibili qui.
Cibo e bevande
Non c’è una carrozza ristorante a bordo, quindi consiglio di portarsi i pasti al sacco.