Cosa vedere a São Jorge, l’isola delle fajãs (e del formaggio)

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Lunga e stretta, São Jorge è l’isola delle fajãs. Queste piccole lingue di terra di origine vulcanica in realtà non sono rare alle Azzorre, ma qui sono numerose come in nessuna altra isola dell’arcipelago portoghese. Ciascuna ha la sua particolarità: alcune sono oasi di biodiversità, altre meta prediletta dagli escursionisti, altre ancora spot imperdibili per gli amanti dei tuffi e del surf. E tra un’avventura tra le onde e l’altra ci si può sempre rifocillare con un assaggio del celebre formaggio prodotto sull’isola, vero orgoglio gastronomico locale.

Una delle fajã di São Jorge
Le fajã sono piccole pianure di origine vulcanica che si allungano nell’oceano © Gabriele Calabrese
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Ponta dos Rosais e Topo: da un estremo all’altro

Vista dall’alto, l’isola di São Jorge pare a una scheggia nel blu dell’oceano Atlantico. Sulla punta a nordovest c’è Ponta dos Rosais, promontorio a picco sul mare, alto circa duecento metri, circondato da una splendida area naturale protetta. A vegliare su questo punto estremo dell’isola c’è un vecchio faro: vale la pena raggiungerlo, magari poco prima del tramonto, per godersi la vista sulle vicine isole di Pico e Faial e lo spettacolo del sole che si tuffa nell’Atlantico. Ma non indugiamo troppo a lungo, l’esplorazione è appena iniziata: spostiamoci invece all’estremità sudorientale dell’isola, che in linea d’aria dista una cinquantina di chilometri. Eccoci a Topo: un quieto villaggio vista oceano, dominato da un faro e circondato da pascoli verdi. Tra queste due estremità, in poco meno di 250 chilometri quadrati, si concentra tutta la bellezza di São Jorge.

Ponta dos Rosais dall’alto ©trabantos/Shutterstock
Ponta dos Rosais dall’alto ©trabantos/Shutterstock

L’arrivo sull’isola avviene tipicamente sulla sponda meridionale: qui si trovano infatti l’aeroporto, il porto principale, i centri abitati più popolosi (il maggiore è Velas) e praticamente tutti i servizi più utili a popolazione e turisti. Chi vive su questo lato dell’isola spesso ha una casa vacanze dall’altra parte, in una delle scenografiche fajãs che si susseguono lungo la sponda settentrionale. È questo il lato più selvaggio dell’isola, se così si può dire, in cui lo sguardo è preda del contrasto tra colori: il verde smeraldo della vegetazione benedetta dalle abbondanti piogge, il blu dell’oceano, i fiori gialli e rosa, il nero delle rocce vulcaniche, il bianco abbagliante dei pochi villaggi. Per arrivare da questa parte bisogna risalire in taxi o in auto il pendio montuoso, una sorta di spina dorsale dell’isola, per poi ridiscendere la comoda strada a tornanti dall’altro lato.

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Alcuni raggiungono São Jorge dalle isole vicine (Faial e Pico distano solo una quindicina di chilometri) al mattino per poi ripartire la sera: giusto il tempo per una gita in giornata, ad esempio il trekking di dieci chilometri, di gran lunga il più popolare dell’isola, che inizia a Serra do Topo e si conclude alla fajã do Cubres, nei pressi di Calheta. Per vedere i maggiori punti di interesse di São Jorge si può organizzare altrimenti un soggiorno di un paio di giorni. Ma per esplorare come si deve le oltre settanta fajãs... beh, bisognerebbe concedersi una vacanza senza biglietto di ritorno, anche considerando il fatto che alcune di queste lingue di terra possono essere raggiunte soltanto a piedi, in barca, in bici o eventualmente in quod.

Poça Simão Dias nella fajã do Ouvidor
Poça Simão Dias nella fajã do Ouvidor © Gabriele Calabrese
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Chiedere un parere agli isolani non costa nulla, ma la verità è che quale sia la fajã più bella è oggetto di un dibattito senza esito. Certamente la già citata fajã do Cubres è considerata una delle più suggestive, oltre che l’unico posto al mondo in cui è possibile avvistare l’uccello delle tempeste di Monteiro (Oceanodroma monteiroi). In questa fajã dal 1908 sorge la cappella di Nossa Senhora de Lourdes, meta di pellegrinaggi perché le acque del vicino pozzo sono considerate miracolose. Fajã do Ouvidor è invece ritenuta una delle più spettacolari per fare il bagno, tanto che nelle ore centrali della giornata può rivelarsi parecchio affollata. Scegliendo orari più strategici, invece, ci si può godere quasi in solitudine le straordinarie piscine naturali blu e turchesi cinte da un lato da scogliere a picco e dall’altro dalle vigorose onde dell’oceano. Fajã da Caldeira de Santo Cristo, raggiungibile solo a piedi, è una tappa imperdibile del già citato trekking che parte da Serra do Topo. La particolare conformazione, poi, l’ha resa uno spot apprezzato dai surfisti.

Fajã da Caldeira de Santo Cristo
Fajã da Caldeira de Santo Cristo si raggiunge solo a piedi © Gabriele Calabrese

Da non perdere: un assaggio del formaggio tipico locale

São Jorge è soprannominata anche l’isola del formaggio. Lo si potrebbe forse intuire dal detto locale secondo cui le mucche al pascolo sono più numerose degli abitanti, che sono circa diecimila; ma la conferma definitiva arriva solo assaggiando il celebre formaggio DOP, fiore all’occhiello della gastronomia delle Azzorre. Pungente e a pasta semidura, preparato con latte bovino non pastorizzato, si ritiene che sia stato prodotto per la prima volta nel XVI secolo da alcuni fiamminghi che si erano stabiliti a Topo. La produzione oggi è controllata e certificata: per assaggiare il formaggio locale che rispetta davvero la tradizione si può andare a colpo sicuro alla União de Cooperativas Agricolas de Lacticínios de São Jorge, nei pressi di Velas. Qui, oltre a degustazioni e acquisti, è possibile prenotare visite guidate allo stabilimento di produzione.

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6 minuti di lettura Marzo 2023
Pubblicato nel

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