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Avere uno o più compagni di viaggio può diventare un elemento che trasmette familiarità e sicurezza, ma, come sottolinea Di Nuzzo, “l’accompagnatore rappresenta un sostegno nel fare quel tipo di esperienza, però non deve sostituirsi totalmente a noi”. Infine, anche semplificare l’organizzazione è di grande aiuto nella gestione dell’ansia pre-partenza. Sì alle liste da spuntare per fare una sola cosa alla volta, allora, e sì anche alla definizione di itinerari di viaggio “in base ai propri ritmi e ai propri limiti”. In generale può avere senso prevedere in anticipo dei momenti dedicati al riposo, ma è vero che ciascuno ha le proprie esigenze: per alcuni può essere congeniale scegliere voli con scali lunghi, così da spezzare il viaggio in aereo, mentre per altri può essere di aiuto concedersi maggiore flessibilità nella giornata.
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Come affrontare l’ansia durante un viaggio
Come affrontare invece l’ansia quando si è in viaggio? “Di solito si fa poco, ma è utile darsi il tempo di ambientarsi: con l’hotel, con il quartiere... Questo aiuta a maturare un senso di familiarità, sicurezza e padronanza della situazione”, dice Di Nuzzo. “È importante anche maturare un atteggiamento curioso con cui osservare sia sé stessi sia il mondo”. E se anche non si riesce a fare tutto ciò che era stato preventivato, se le preoccupazioni a un certo punto diventano comunque un freno, non bisogna giudicarsi negativamente. “Non c’è problema: vorrà dire che ci riproveremo la prossima volta. Alla fine, l’obiettivo del viaggio è stare bene. L’ansia è come un filtro che ci fa vedere solo le cose che non riusciamo a fare, cancellando il resto. Invece è importante vedere e ricordare a sé stessi le cose belle, le cose che siamo riusciti a fare».
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Come gestire l’ansia per un viaggio?
Avere qualche preoccupazione prima di un viaggio è naturale, persino utile. A volte, però, quest’ansia può assumere forme diverse e diventare qualcosa di più: un freno a mano tirato che rende difficile esaudire pienamente il nostro desiderio di esplorare il mondo. Come riconoscere e affrontare questa situazione? Lo spiega la psicoterapeuta e psicologa del viaggio Chiara Di Nuzzo.
Psicologa del viaggio non è una qualifica che si incontra spesso: Chiara Di Nuzzo (@travelpsych) ha intrapreso questa strada per unire la sua professione, psicoterapeuta, alla sua passione, l’esplorazione del mondo. La spunto per farlo è arrivato con la pandemia da Covid-19: “Dopo l’immobilismo forzato, io stessa ho iniziato a sperimentare preoccupazioni infondate rispetto al viaggiare. Anche nel mio lavoro come terapeuta intravedevo negli altri sempre maggiori difficoltà nell’organizzare un allontanamento da casa”, racconta Di Nuzzo. “Tante persone che ho iniziato a vedere viaggiavano tantissimo prima del Covid e poi, pur desiderando ancora andare in giro per il mondo, hanno sentito un blocco. Rimanere ferme e vedere il mondo fermo ha scatenato paure interiori, ha portato alla perdita dei propri punti di riferimento”.
In questi e altri casi, l’obiettivo di Di Nuzzo è aiutare i pazienti a riappropriarsi della libertà, dell’indipendenza e dell’autoefficacia che si sperimentano durante un viaggio. Dal suo punto di vista, sia di globe-trotter sia di psicologa, il viaggio infatti “non è soltanto uno spostamento fisico o un’esperienza fine a sé stessa, ma è una grande occasione di crescita personale, nel momento in cui siamo disponibili ad accogliere ciò che questa esperienza ha da offrire. Immergere interamente noi stessi all’interno di nuove situazioni ci permette di approfondire i significati, di ascoltare emozioni inedite, di costruire pensieri differenti, di spogliarci delle etichette quotidiane. Si torna a casa arricchiti, con una valigia mentale gratificante e che possa esserci di aiuto nella quotidianità”.
Ansia da viaggio: cos’è e come combatterla
Anche oggi che la pandemia sembra un’esperienza incredibilmente lontana nel tempo, l’ansia e la paura legate al viaggio non hanno smesso di innescarsi e di esistere. “La maggior parte delle persone oggi arriva perché riconosce la presenza di un’ansia latente che in modo inconsapevole viene trasferita alla sfera del viaggio”, spiega Di Nuzzo. Ma ci sono varie forme con cui quest’ansia per il viaggio può manifestarsi. “C’è chi sviluppa una visione di sé più fragile, e questa scarsa fiducia nelle proprie risorse si traduce in una difficoltà a esporsi a ciò che c’è fuori. Al contrario, c’è chi ha bassa fiducia nell’altro e nel mondo, che viene percepito come pericoloso: si teme l’imprevedibilità e nasce il bisogno di un maggiore controllo”.
Nei casi più estremi l’origine è un’esperienza traumatica che si ha paura di rivivere, mentre più comune è l’ansia generica legata allo spostamento: allontanarsi troppo da casa, ad esempio, oppure usare l’aereo e altri mezzi di trasporto. In questi casi il ricorso alla realtà virtuale può rivelarsi uno strumento terapeutico utile. “Può capitare che lo integri all’interno del percorso, soprattutto con le persone che hanno fobie specifiche come la paura di volare”, prosegue Di Nuzzo. “La realtà virtuale permette, prima di partire, di familiarizzare con luoghi e ambienti e di allenare le risorse acquisite”. Ci sono poi persone che viaggiano più o meno regolarmente e che semplicemente desiderano un aiuto in più per riuscire a gestire meglio le inquietudini che precedono o seguono la partenza.
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Come affrontare l’ansia pre-partenza
“Possiamo sicuramente apprendere delle strategie il cui scopo è aiutarci a gestire, ridurre e tollerare quel senso di stress e ansia leggera che si può sperimentare prima della partenza”, spiega Di Nuzzo, che consiglia prima di tutto di imparare a rilassare il corpo. Quando viviamo un conflitto interiore, infatti, la tensione si manifesta anche a livello fisico e alimenta ulteriormente l’agitazione mentale. Possono avere un utile effetto distensivo sul corpo, dunque, “le tecniche di respirazione e di rilassamento muscolare, ma anche le tecniche di meditazione e di mindfulness”.
In previsione di una partenza che genera qualche ansia è di aiuto anche focalizzarsi sugli elementi positivi del viaggio: immaginare la situazione che ci attende e fare un vero e proprio elenco dei luoghi che vorremmo visitare, delle sensazioni che vorremmo sperimentare, dei motivi che ci spingono a raggiungere proprio quella destinazione. “Soffermarsi su almeno tre elementi positivi e cercare di immaginarli aiuta a riequilibrare le sensazioni, anche fisiche, che all’inizio sono di preoccupazione e poi diventano più di eccitazione e curiosità”. Sempre con carta e penna alla mano, si può anche fare una lista delle ansie che affollano la mente prima del viaggio. “A volte è difficile, ma possiamo provare a tirare fuori dalla testa le preoccupazioni, a chiuderle in un cassetto per un giorno e poi a metterle in discussione. Quale può essere un modo diverso di vedere la situazione? Cosa direi a una persona a me cara che ha questi pensieri?”.