9 modi per esplorare il patrimonio culturale islamico della Bosnia – Erzegovina
Con più di cinque secoli di storia ottomana e un’alta percentuale di musulmani fra i suoi abitanti, l’odierna Bosnia – Erzegovina è ricca di retaggi islamici. Questa terra di pascià, magnifiche moschee imperiali e con una deliziosa cucina musulmana è il luogo perfetto per comprendere al meglio la storia e l’influenza della cultura islamica in Europa.
Osservate con meraviglia un “Sinan”
Esistono diversi importanti architetti musulmani e poi c’è Mimar Sinan. Nato intorno al 1490, Sinan è diventato l’architetto principale dell’Impero Ottomano. Il magnifico ponte di pietra a dieci archi sul fiume Drina a Višegrad è l’unica costruzione confermata di Sinan in Bosnia – Erzegovina e l’impronta del mastro architetto è visibile in questa composizione di ingegneria perfettamente simmetrica. Costruito nel 1577 e commissionato dal Gran Visir Ottomano Sokollu Mehmet Pascià, nativo del luogo, l’antico ponte sembra abbastanza solido da poter facilmente durare almeno per altri 500 anni.
Lasciatevi andare durante un mistico dhikr
Il complesso sufista a Blagaj si trova all’inizio del fiume Buna, incorniciato da un’enorme parete di roccia che si erge alle sue spalle, ed è uno spettacolo davvero emozionante. Forse questo è il motivo per cui i Musulmani mistici hanno scelto questo luogo per costruire il loro monastero, o tekija, circa 500 anni fa. Oggi la musafirhana (appartamento per gli ospiti) e il türbe (mausoleo) sono sia mete turistiche che luoghi di culto con sessioni selezionate di dhikr (pratica del ricordo di Allah) aperte anche al pubblico. Questo permette a chiunque di partecipare a questa forma spirituale di culto, fatta di cantilene ritmiche e movimenti, praticata in questo luogo da quando l’Islam è giunto in Bosnia – Erzegovina.
Onorate i caduti di Srebrenica
È inevitabile. I buchi lasciati dai proiettili sulle pareti degli edifici di Sarajevo, i monumenti commemorativi sparsi per il paese e perfino i giorni intorno al festival di Bayram sono dedicati al ricordo di coloro che hanno perso la vita nella tragica guerra in Bosnia – Erzegovina tra il 1992 e il 1995. Oltre alle atrocità del conflitto, il massacro di Srebrenica sicuramente è stato uno dei capitoli più bui. Camminate nella Srebrenica Memorial Hall dove migliaia di musulmani hanno cercato rifugio prima di essere massacrati. Successivamente addentratevi nella quiete del grande giardino commemorativo dove ogni anno vengono aggiunte lapidi a mano a mano che i resti delle fosse comuni vengono riconosciuti, ventitré anni dopo il genocidio. Soffermatevi a leggere i nomi della crescente lista dei caduti, perché anche questo è un pezzo di storia della Bosnia musulmana.
Ammirate le straordinarie moschee ottomane della Bosnia
Malgrado gli sforzi dei governanti comunisti di creare una società laica e, più recentemente, gli attacchi mossi dagli eserciti serbo e croato contro i monumenti musulmani, il paese rimane terra di moschee. La nazione presenta alcune delle più pregiate moschee ottomane fuori dalla Turchia. Infatti le due più eccezionali della capitale sono state fondate sotto l’impero turco. Quella più antica di Sarajevo, la Moschea dell’Imperatore, costruita nel XV secolo, vanta la più grande struttura a cupola singola dello stato. Mentre la più famosa ed estesa del paese è la Moschea di Gazi – Husrevbeg, costruita un secolo dopo, che alcuni sostengono fosse stata supervisionata dall'architetto Sinan. Entrambe sono aperte ai turisti e mostrano le classiche architetture ottomane caratterizzate da cupole centrali che sfidano le leggi di gravità ed eleganti minareti che sovrastano la città. L’ultima è stata anche il cuore di un impressionante complesso sociale medievale che comprendeva una biblioteca, una madrasah (scuola), una mensa e uno dei primi bagni pubblici al mondo.
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Cenate con tradizionali pietanze ottomane
Non a caso il bosniaco “ćevapi” ricorda il termine “kebab”, perché essenzialmente è la stessa parola, ma a differenza del comune “doner”, un’invenzione moderna, il semplice ćevapi bosniaco, fatto di pane fresco appena sfornato riempito con salsiccette leggermente speziate e cipolle soffritte, è probabilmente più simile ad un autentico kebab ottomano. Pochi lo sanno fare meglio di Željo nella parte antica di Sarajevo, che con la sua atmosfera movimentata e la clientela locale rassicurerà qualunque amante dello street food. Dopo questa pietanza rinomata, deliziatevi con questo dolce un tempo riservato esclusivamente ai palati imperiali: la baklava, una pasta sfoglia immersa nello sciroppo e spolverata con granella di pistacchio, che è nata come dolce regale, ma oggi può essere gustata quasi in ogni angolo della Bosnia – Erzegovina.
Celebrate la resilienza bosniaca allo Stari Most
Molto spesso usato come simbolo della Bosnia – Erzegovina, lo Stari Most a Mostar è diventato anche l’immagine che incarna la resilienza bosniaca. Commissionato originariamente dal Sultano Ottomano Solimano il Magnifico e costruito da un allievo di Sinan, Mimar Hayruddin, il Ponte Vecchio è una delle poche costruzioni che possono competere con le opere del grande maestro. Sfortunatamente, dopo aver lasciato a bocca aperta il mondo per 427 anni, venne distrutto il 9 novembre 1993 dalle forze militari croate. Nel 2004 è stato ricostruito magistralmente utilizzando le pietre originali e le tecniche di costruzione antiche. Ora, di nuovo in piedi, il ponte rappresenta la resistenza alle avversità dello spirito bosniaco e si può ammirare in tutto il suo splendore dall’alto del minareto medievale ottomano della vicina moschea di Koski Mehmed Pasa, nel quale si può salire con un biglietto poco costoso.
Ricordate la tolleranza religiosa dei musulmani bosniaci
Uno degli Haggadah più antichi del mondo, l’Haggadah di Sarajevo, è un manoscritto ebraico magnificamente illustrato che descrive le disposizioni per la Pasqua Ebraica. Creato in Spagna e solo successivamente portato a Sarajevo da un ebreo sefardita, oggi è conservato nel Museo Nazionale di Sarajevo. Insieme agli altri luoghi di eredità ebraica di Sarajevo, come l’antica Sinagoga Sefardita, sono segni che la Sarajevo Ottomana, conosciuta come la “Gerusalemme d’Europa”, accoglieva ebrei quando altri paesi non erano disposti a fare altrettanto. In realtà il Sultano Ottomano Bayezid II mandò la sua flotta a raccogliere ebrei sfollati in Spagna e ricollocarli nelle terre ottomane dove la maggior parte prosperò e visse tranquilla fino alla prima parte del XIX secolo.
Sorseggiate una tazza di caffè bosniaco
In qualsiasi altra parte del mondo verrebbe chiamato “caffè turco”, infatti furono proprio loro a portare in Bosnia – Erzegovina questo chicco prezioso, ma da nessun’altra parte sorseggereste la vostra bevanda a base di caffeina attraverso una zolletta di zucchero. Il locale migliore per impratichirvi a bere il caffè in stile bosniaco è senza ombra di dubbio il Rahatlook nel centro di Sarajevo; un delizioso caffè moderno con tavolini esterni che si affacciano sull’antico quartiere ebraico e delle deliziose torte fatte in casa con le quali potrete trascorrere in tranquillità interi pomeriggi.
Esplorate l’identità bosniaca
Per capire la moderna Bosnia – Erzegovina , dovete capire cosa significa essere un “bosniaco”, termine coniato per descrivere l’etnicità di un nativo della Bosnia – Erzegovina. Il “bosniaco” originale è stato Adil Zulfikarpasic, una figura chiave durante il conflitto degli anni Novanta e nel suo Bošnjački Institut, oggi collocato nello stesso edificio dove nel XVI secolo risiedeva un hammam (bagni pubblici) a Sarajevo, potrete davvero capire perché questo è così importante. L’istituto, oltre ad ospitare una biblioteca, un archivio e una galleria d’arte, custodisce anche manoscritti islamici risalenti al XIV secolo e opere d’arte di alcuni degli artisti più famosi della nazione. Inoltre è casa di un centro di documentazione sulla guerra in Bosnia – Erzegovina.