12 delle migliori cose da fare a Goa
Se il tempo libero avesse una terra d’elezione, questa sarebbe il Goa, uno degli stati più piccoli dell'India. Situato sulla costa occidentale, affacciato sul Mar Arabico, è una destinazione popolarissima che attira visitatori di ogni tipologia. Potrete immergervi nella cultura e nella natura locali, prendervi cura di voi, mangiare ottimo cibo e fare festa tutta la notte, se lo desiderate: a Goa riuscirete a spuntare un gran numero di voci dalla vostra wishlist. Quattro secoli di dominio coloniale hanno influenzato l'ethos dello stato, segnando ogni aspetto della sua identità. Il Goa, è vero, ha per molti aspetti cambiato volto nel corso degli anni, ma c'è una nuova generazione di goani che lavora duramente per preservare e far conoscere le tradizioni dello stato. Scoprite dunque il meglio di Goa con questa breve guida alle cose migliori da fare nella regione.

1. Trascorrere una serata tranquilla all’insegna della cultura goano-portoghese
Se desiderate conoscere meglio la musicale locale (una delle grandi passioni dei goani insieme al calcio), recatevi al Centro per le Arti Indo-Portoghesi (CIPA), situato a Panaji, in una casa di 200 anni fa che si affaccia sul fiume. Di questo centro fa parte la Madra Goa, una piccola stanza splendidamente decorata con pannelli fatti con gusci di conchiglia, pergolati di tegole, ombrelli stampati appesi al soffitto: qui potrete prendere confidenza con i ritmi del ghumott di Goa (uno strumento a percussione) e con le melodie della chitarra portoghese.
Una parete è stata dipinta in modo da ricordare una strada di Lisbona. È qui che la celebre fadista (cantante di fado) goana Sonia Shirsat, accompagnata da altri musicisti, sale sul palco per un concerto dalle atmosfere raccolte. Shirsat introduce brevemente ciascun pezzo ed esorta il pubblico a cantare insieme a lei. Durante l’intervallo vengono serviti degli spuntini indo-portoghesi come bacalhau (frittelle di merluzzo salato), empadinhas (tortini) di maiale, pastéis de nata (dolcetti all’uovo) e choris pao (panini con salsiccia piccante).
Una deviazione: la band Entre Nous si esibisce nell’ambito dell’iniziativa Heritage Home Experiences: il repertorio propone vari generi musicali goani e portoghesi come il mando, il dulpod, il dekhni e il fado.

2. Scoprire le architettura religiose di Old Goa
Old Goa è una tappa d’obbligo per chiunque visiti lo stato. L’antica capitale dell’India portoghese ospita numerose chiese, cappelle e monumenti, alcuni dei quali Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il più pregevole è la Basilica de Bom Jesus, un’imponente struttura in granito che custodisce le spoglie di San Francesco Saverio, racchiuse in uno scrigno d’argento. Il santo morì nel 1552 e per anni il suo corpo si mantenne in buono stato di conservazione. Ogni dieci anni viene esposto affinché i pellegrini possano rendergli omaggio: il prossimo appuntamento è previsto per il 2034.
Una deviazione: il Convento di Santa Monica, a Old Goa, ospita il Museo di Arte Cristiana (MoCA), che espone opere d’arte indo-portoghesi provenienti da chiese e collezioni private.
3. Godersi i festival nella bassa stagione
Duranti i mesi del monsone, da giugno a settembre, moltissimi festival, di ispirazione religiosa, ambientalista e non solo, animano la bassa stagione del Goa.
Si inizia a giugno con São João, quando la gente celebra San Giovanni Battista tuffandosi in ogni specchio d’acqua disponibile. Sangodd è la festa della comunità di pescatori di Goa, ricorda i Santi Pietro e Paolo e include anche una sfilata. Chikal Kalo vede uomini e ragazzi del villaggio di Marcel giocare nel fango, come si ritiene facesse da bambino la divinità hindu Krishna. Ad agosto, l’isola di Divar celebra una festa delle bandiere chiamata Bonderam, con una parata, molte canzoni e danze e giochi di destrezza il cui obiettivo è tirare giù le bandiere degli avversari.
Suggerimento da gente del posto: l’operatore Soul Travelling organizza tour che mostrano ai visitatori uno spaccato interessante di queste feste.

4. Imparare i primi rudimenti del surf sulle onde del Mare Arabico
Il surf sta prendendo piede nel Goa, che può contare su lunghi e ben sorvegliati tratti di costa, bagnati da onde dolci adatte ai principianti. Ci sono diverse scuole di surf tra Morjim, Aswem e Mandrem, a nord, e ad Agonda, a sud: offrono lezioni singole e corsi collettivi, al mattino, durante tutto l’anno esclusa la stagione dei monsoni. Tra le scuole più popolari segnaliamo Vaayu Kula, Octopus Surf School, Surf Wala, Swell Cats Surf Club e Mumu Surf School.
Suggerimento per la pianificazione: alcune scuole, come Surf Wala e Vaayu Kula, dispongono anche di caffè, ristoranti e sistemazioni.
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5. Ascoltare buona musica nell’unico bar dello stato dedicato ai vinili
Un po’ di smooth jazz, un delizioso cocktail in mano e un cane accucciato ai vostri piedi… se questi vi sembrano gli ingredienti per una serata perfetta, allora il For The Record-Vinyl Bar (FTR) di Panaji è il posto che fa per voi. Fondato dall’architetto e musicista Buland Shukla, appassionatissimo cultore del vinile, l’FTR è uno spazio dall’atmosfera raccolta che va fiero della musica che diffonde (tutta, neanche a dirlo, incisa su vinile), dei drink, che esaltano le birre artigianali e i distillati indiani, e del cibo, frutto di fantasiosi esperimenti di fermentazione. L’FTR ospita regolarmente sessioni di ascolto e piccoli concerti.
Una deviazione: proprio accanto si trovano il laboratorio, la galleria e il negozio di Thomas Louis, spesso chiamato Thomas il vasaio, che tra le altre cose tiene regolari corsi di ceramica. Le sue creazioni sono ottime idee regalo.

6. Gustare pesce, curry e riso
Nel Goa bisognerebbe proprio mangiare come i goani, l’alimentazione dei quali si basa su pesce, curry e riso. È una cucina semplice che sfrutta il meglio che la regione ha da offrire: la generosità del mare, il riso che cresce in abbondanza e il curry preparato con cocco, tirphal, peperoncini locali e kokum. I cibi della tradizione si trovano nella maggior parte dei ristoranti e dei chioschi, ma noi preferiamo gustarli nei locali di thali senza pretese, che servono pesce fresco e altre delizie in un ricchissimo piatto unico: un thali di Goa comprende riso, curry, pesce fritto, alcune verdure, un’insalata, kismur (insalata di gamberetti essiccati) e solkadi (una bevanda digestiva a base di kokum). È un pasto nutriente e abbondante, che andrebbe mangiato con le mani.
Una deviazione: per un pasto delizioso con un tocco di storia affidatevi a Shubhra Shankwalker, la chef di di Aai’s. I pranzi che organizza nella propria fattoria propongono un elaborato assortimento di piatti saraswat di Goa, stagionali e freschi.
7. Osservare i coccodrilli nel loro habitat naturale
L’osservazione dei delfini è un’attività molto popolare a Goa, ma un’esperienza ancora più avventurosa consiste nel navigare lungo i corsi d’acqua alla ricerca dei coccodrilli, animali venerati come spiriti protettori. Il coccodrillo palustre, detto anche mugger d’acqua dolce, può essere avvistato senza difficoltà nel canale Cumbharjua. Un’escursione molto apprezzata dai viaggiatori vi porterà alla scoperta delle backwaters, la rete di laghi e lagune salmastre popolata da un gran numero di uccelli, granchi e coccodrilli. Questi ultimi, di solito, si crogiolano al sole sulla riva, perfettamente mimetizzati nel fango. Sebbene abbiano un aspetto temibile, sono abbastanza abituati alla presenza umana.
Suggerimento per la pianificazione: John’s Boat Tours organizza un giro di 4-5 ore per il birdwatching, con uno spuntino compreso nella formula.

8. Esplorare la biodiversità del Goa nel Mollem National Park
Il Mollem National Park è il cuore del Bhagwan Mahaveer Sanctuary, la più estesa riserva naturale dello stato. Fa parte dell’hotspot di biodiversità dei Ghati occidentali e ospita una grande varietà di flora e di fauna. Qui troverete alcuni simboli del Goa: l’albero dello stato (Terminalia elliptica), l’uccello dello stato (il bulbul dal collare rosso fiamma) e l’animale dello stato (il gaur, un grosso bovino). Nel profondo della foresta si trova il tempio hindu più antico del Goa, il Tambdi Surla, costruito in basalto grigio scuro. Alcune cascate, stagionali o perenni, sono raggiungibili con una breve escursione: le più famose sono quelle di Dudhsagar.
Suggerimento per la pianificazione: se avete voglia di trascorrere una notte nella foresta, optate per Jungle Trails Homestay. Si tratta di una struttura ecoturistica con servizi essenziali (non c’è il wi-fi né la TV), gestita da donne del villaggio di Talade che preparano pasti vegetariani, organizzano uscite di birdwatching e, a richiesta, si esibiscono in spettacoli di danza popolare.
9. Scoprire i sapori del Goa in una Spice Farm
Visitare una piantagione di spezie, un’attività turistica tipica del Goa, e un ottimo modo per conoscere meglio il cibo locale. Vi verranno presentate le spezie che gli abitanti del Goa impiegano tradizionalmente in cucina, tra cui il tirphal (appartenente alla stessa famiglia del pepe del Sichuan), e imparerete le proprietà di alcune erbe e piante medicinali. Il tour è solitamente seguito da un pranzo all’insegna della cucina locale. Varie fattorie, poi, offrono altri spunti di interesse. Alla Tanshikar Spice Farm potrete visitare un’antica casa di fango del Goa, pavimentata con lo sterco di vacca, e le piantagioni di noce moscata coltivate secondo criteri ecosostenibili. Alla Nandanvan Spice Farm troverete piscine e scivoli d’acqua, oltre a una divertente zip line. La NV Eco Farm sistema gli ospiti in accoglienti cottage di legno e offre attività avventurose come l’arrampicata su roccia e, anche qui, una zip line.

10. Acquistare cibi deliziosi nei mercati locali
I mercati del Goa sono un tripudio di colori, rumori e profumi: se ne trovano ovunque, dalle città ai piccoli villaggi, e tutti quanti meritano una visita. I mercati di Mapusa, Panaji e Margao sono organizzati in zone dedicate a merci specifiche, come il pesce, la frutta e la verdura o i fiori. Oltre ai cibi freschi è possibile acquistare anche prodotti economici ma di qualità come anacardi e feni, salsicce di Goa, pane, dolci e spuntini tipici. Fate in modo di trovarvi a Mapusa di venerdì, giorno in cui venditori provenienti da tutto il Goa espongono le proprie merci.
Suggerimento da gente del posto: a maggio molti mercati, come quello di Banastarim, offrono articoli per il purumenth, la pratica di fare scorta in vista dei monsoni, come pesce o mango essiccati, semi di jackfruit, peperoncini, riso, sottaceti e altro ancora. In occasione del festival hindu di Ganesh Chaturthi, i mercati traboccano di frutta, verdura ed erbe aromatiche per il matoli, un’esposizione in cui i prodotti vengono appoggiati o appesi su un’intelaiatura di legno sopra la statua di Ganesh.
11. Visitare il villaggio di Curdi, che riemerge una volta l’anno
Curdi è stato un fiorente villaggio agricolo fino ai primo anni Ottanta, quando, in seguito alla costruzione della diga di Selaulim, venne sommersa dalle acque del nuovo bacino. Gli abitanti furono costretti a trasferirsi, ma le case del villaggio si sono conservate in accettabili condizioni. Ogni anno, per un breve periodo, di solito a maggio, Curdi riaffiora e le famiglie che la popolavano vi fanno ritorno per celebrare le proprie origini. Tra gli edifici visitabili vi sono una cappella cristiana, un tempio e alcune case.
12. Sorseggiare il feni, il distillato locale
Il feni, un robusto distillato ottenuto dagli anacardi o dal latte di cocco, si trova solo nel Goa ed è parte integrante dell’identità dello stato. Il feni di anacardi viene distillato due volte: con la prima fase si ottiene una bevanda rinfrescante chiamata urrak, molto apprezzata soprattutto in estate. Iniziate con l’urrak o il feni di cocco, meno forti, oppure ordinate un cocktail a base di feni nel bar più vicino.
Per saperne di più su questa bevanda, visitate la fattoria di anacardi Fazenda Cazulo per una degustazione condotta da Hansel Vaz, il fondatore, che da anni lavora instancabilmente per far conoscere questo distillato. Scoprite il processo di produzione, osservate gli strumenti utilizzati, assaggiate alcune varianti e imparate ad abbinare il feni ai vari cibi.
Suggerimento da gente del posto: alcune distillerie, come Paul John, e alcuni birrifici, come Maka di, sono aperti al pubblico per visite guidate.