Tutto quello che c'è da sapere sulla Medina di Marrakech

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

Mouassine e Kâat ben Nahid sono il nucleo dell’antica medina di Marrakech, con un labirinto di vicoli dove si nascondono riad del XVII secolo, bancarelle e altri preziosi segreti. Ecco come vivere al meglio questa esperienza tra i vicoli della caotica e magnifica città del Marocco.

I tetti della medina di Marrakech © Savvapanf Photo/Shutterstock
I tetti della medina di Marrakech © Savvapanf Photo/Shutterstock
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Cosa vedere a Mouassine e nei souq centrali

Le viuzze a nord della Jemaa el-Fna riassumono il vecchio e il nuovo di Marrakech. In questa zona suggestiva c’è la più grande concentrazione di souq e qissariat della città; a Mouassine, invece, una nuova generazione di boutique, ristoranti panoramici di ispirazione mediterranea e caffè in stile lounge stanno rivoluzionando la medina. 

Le Jardin Secret

Le fondamenta di questo antico riad risalgono a più di 400 anni fa; un tempo apparteneva al potente caid (capo locale) U-Bihi. Non è però l’edificio a essere speciale, ma il giardino islamico tradizionale, alimentato dai khettara originali, i canali d’irrigazione sotterranei, e allestito come un museo per mostrare gli antichi acquedotti. Troverete anche un caffè sui bastioni e una torre da cui si vede tutta la medina. 

Le Jardin Secret © Serenity-H/Shutterstock
Le Jardin Secret © Serenity-H/Shutterstock

Musée de la Musique

Mentre cercava una casa nella medina, il parigino Patrick Menac’h si è imbattuto in un tesoro storico di grande significato culturale. Sotto lo strato di intonaco bianco della douiria (appartamento per gli ospiti) al primo piano di un modesto riad era nascosto un gioiello di architettura saadita risalente al 1560 circa. Le stanze al piano terra del riad ospitano una piccola collezione di manufatti berberi e mostre fotografiche temporanee, mentre i concerti si tengono nelle sale al piano superiore, splendidamente restaurate. C’è anche un piccolo caffè sul tetto. Le altre opere architettoniche dell’epoca in cui i saaditi si prodigarono per trasformare Marrakech nella capitale dell’impero sono tutte sontuose: le moschee di Mouassine, Bab Doukkala, Ben-Youssef e Sidi Bel-Abbes. Quel piccolo gioiello che è la douiria del primo piano fu costruita da una famiglia chorfa (nobile) dopo che i saaditi trasferirono gli ebrei di Mouassine nel Mellah (quartiere ebraico), conferendo alla città una dinamica del tutto nuova. Nella sua forma restaurata, questa douiria ci dà un’idea della vita domestica di una famiglia nobile in epoca saadita e dell’arte raffinata dell’ospitalità. Il salone principale è una sinfonia di colori, mentre le camere da letto sono decorate con caratteri cufici scolpiti e incorniciati da azzurro e con fasce di un raffinato rosso pompeiano. Non pensate che questi vividi colori siano opera dei 24 restauratori, perché è tutto assolutamente e incredibilmente originale, conservatosi intatto per secoli sotto uno strato d’intonaco. Nella sala a fianco è possibile vedere un breve video affascinante su alcuni metodi di restauro. Menac’h, che ha allestito il museo, è anche l’ideatore della Maison de la Photographie 

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Rahba Kedima

L’atmosfera vivace di questa piazza signorile vi colpirà con i suoi negozi di spezie. I marocchini vi trovano rimedi naturali contro le malattie e pozioni per eliminare i jinn (spiriti) maligni, oltre che per insaporire i loro piatti. La piazza ha recentemente accolto anche designer locali. 

Nomad

Le terrazze del Nomad sono tra i luoghi più vivaci della medina, soprattutto di notte, quando le lanterne brillano su Rahba Kedima. Il piccolo menu aggiunge un tocco contemporaneo agli ingredienti e ai sapori nordafricani, proponendo piatti come calamari di Agadir in salsa di acciughe al cumino o hamburger di agnello speziato con melanzane affumicate. Ottimi i piatti vegetariani e vegani, come il cavolfiore arrosto con chermoula e harissa

Hammam Mouassine

Questo hammam pubblico è molto apprezzato anche dai viaggiatori che desiderano un’esperienza autentica. In attività dal 1562, ha personale gentile e professionale che vi laverà e vi strofinerà con la famosa argilla rhassoul finché la vostra pelle non sembrerà quella di un bambino. Essendo un hammam pubblico, potrete praticarvi i trattamenti da soli pagando solo l’ingresso. Il personale alla reception vi fornirà una borsa per riporre i vostri oggetti personali e un guanto usa e getta. Gli uomini entrano nell’hammam attraverso l’arco segnalato sul lato est della Fontana Mouassine. L’ingresso per le donne avviene invece tramite il vicolo segnalato sul lato ovest. 

La Medersa di Ali ben Youssef  © Nicram Sabod /Shutterstock
La Medersa di Ali ben Youssef © Nicram Sabod /Shutterstock
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Cosa vedere a Kâat ben Nahid e Bab Debbagh

Al confine occidentale di Kâat ben Nahid si trovano la Medersa di Ali ben Youssef, recentemente restaurata, e il Palais Mnebhi, ora Musée de Marrakech, uno dei tanti musei del quartiere. A est si trovano Bab Debbagh e le maleodoranti concerie della città. 

Medersa di Ali ben Youssef

È una scuola di teologia magnificamente restaurata. Questa medersa venne fondata dai Merinidi nel XIV secolo. Capolavoro d’architettura antica marocchina, fu poi ricostruita nel 1565 dal sultano saadita Abdallah al Ghalib. Un tempo era il centro di studi coranici più grande e importante del Marocco, chiuso definitivamente nel 1960. 

Maison de la Photographie

Quando Patrick Menac’h e Hamid Mergani si resero conto che stavano entrambi collezionando fotografie d’epoca del Marocco, decisero di aprire una galleria a Marrakech per esporre le loro collezioni nel contesto originale. Così nacque la Maison de la Photographie, che riporta in vita gli usi, i costumi e i paesaggi immortalati nelle istantanee dei primi fotografi in terra marocchina.

Orientalist Museum

Inaugurata come museo gemello del MACMA di Guéliz, questa piccola galleria privata espone i pezzi grossi della pittura orientalista all’interno di un riad del XVII secolo. L’impressionante collezione di artisti europei del XIX e XX secolo che si innamorarono dei paesaggi e dei popoli del Marocco include Eugène Delacroix, Henri Le Riche, Edy Legrand e, naturalmente, Jacques Majorelle, famoso per i giardini. Troverete persino un Dalí. Completate la visita con un caffè nel tranquillo bar sul tetto. 

Le Foundouk

Un lampadario tentacolare illuminato dalle candele crea un’atmosfera suggestiva e raffinata per cenare in versione marocchina o internazionale. Le porzioni non sono enormi, ma molto curata è la presentazione dei piatti, che vanno oltre le normali opzioni turistiche, come il cosciotto d’agnello confit con aglio, zafferano e mele cotogne e il couscous ai sette cereali con pesce, broccoli e carciofi. Si consiglia la prenotazione online. 

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Le Concerie di Bab Debbagh  © Zaruba Ondrej /Shutterstock
Le Concerie di Bab Debbagh © Zaruba Ondrej /Shutterstock

Concerie di Bab Debbagh

La lavorazione della pelle in Marocco è uno dei mestieri ereditati dal Medioevo, e le concerie nella zona di Bab Debbagh – situate vicino al fiume, da dove attingono l’acqua per lavorare le pelli degli animali – sono in attività da centinaia di anni. La cooperativa più grande, l’Association Sidi Yacoub, è in fondo a un vicolo appena oltre il cancello, sul lato sud di Rue de Bab Debbagh: capirete di averla raggiunta quando sentirete un odore molto acre, che deriva dall’uso dell’ammoniaca nelle vaschette utilizzate per ammorbidire la pelle e privarla dei peli.

A differenza delle concerie di Fès, qui non si utilizzano coloranti, perché queste concerie lavorano solo la pelle naturale, mentre la tintura viene fatta altrove. Intorno alle vasche di argilla ci sono i laboratori dei pellettieri, ereditati di generazione in generazione. È un lavoro duro ed è un’attività esclusivamente maschile. 

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Pubblicato nel

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