Alla scoperta di Yogyakarta, l’anima di Java, in Indonesia

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Se Jakarta rappresenta il centro finanziario e industriale di Java, Yogyakarta ne incarna l’anima. Punto di riferimento della vita artistica e intellettuale dell’isola, Yogyakarta (spesso abbreviata in ‘Yogya’) è la città dove si parla la forma più pura della lingua javanese, dove le arti dell’isola danno il meglio di sé e dove le tradizioni sono più radicate. Fieramente indipendente e gelosissima dei propri usi e costumi, Yogya è governata ancora oggi da un sultano, il cui kraton (palazzo cinto da mura) continua a costituire il fulcro della vita tradizionale. 

Yogyakarta è il punto di riferimento della vita artistica e intellettuale di Java @aditya_frzhm/Shutterstock
Yogyakarta è il punto di riferimento della vita artistica e intellettuale di Java @aditya_frzhm/Shutterstock
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La Yogya contemporanea è un immenso centro urbano abitato da oltre 3,3 milioni di persone (sobborghi compresi) e pieno zeppo di centri commerciali, catene di fast-food e ingorghi stradali, e al tempo stesso una roccaforte del batik, del gamelan e di antichi rituali. Considerando tutti questi aspetti, Yogya è senza dubbio la città più vivibile e seducente dell’Indonesia, con street art, gallerie d’arte, bar e un gran numero di attrattive culturali, che contribuiscono a renderla la base ideale per partire alla scoperta dei siti archeologici più importanti dell’Indonesia, ovvero Borobudur e Prambanan. 

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Che cosa vedere a Yogyakarta

La maggior parte delle attrattive turistiche è concentrata nei pressi del kraton nel centro di Yogya e lungo o a breve distanza dalla via principale, Jl Malioboro. Oltre ai monumenti storici e ai musei, la città possiede moltissimi luoghi di grande interesse, dove potrete scoprire la sua vivacissima cultura artistica contemporanea; la cartina Jogya Art Map distribuita dal Kedai Kebun Forum vi aiuterà a orientarvi. 

Kraton e dintorni 

L’area storica del kraton comprende la maggior parte degli edifici di rilievo e dovrebbe essere visitata a piedi. Nonostante le sue profonde radici storiche, non ci troviamo affatto in una sonnolenta enclave di ruderi, bensì in un quartiere affascinante e vivo. 

Insieme all’alualun (piazza principale) meridionale, il gigantesco kraton (palazzo) di Yogyakarta rappresenta il cuore culturale e politico della città. Vera e propria città fortificata, questo complesso di padiglioni e di residenze è oggi abitato da circa 25.000 persone e comprende un mercato, negozi, laboratori artigianali, scuole e moschee. Un migliaio di abitanti sono dipendenti del sultano.

Il kraton è formato da una serie di sale lussuose, ampi cortili e imponenti padiglioni, costruiti tra il 1755 e il 1756 con alcuni elementi europei, come le vetrate istoriate in stile olandese aggiunte negli anni ’20 del secolo scorso.

Il fulcro del kraton è costituito dal Bangsal Kencana (Padiglione dorato), il salone dei ricevimenti, con pavimenti in marmo, soffitti dalle decorazioni molto elaborate, vetri istoriati e colonne di teak scolpito, che creano un ambiente adeguatamente sontuoso per accogliere i dignitari stranieri. I doni ricevuti dal sultano da alcuni di questi visitatori illustri ‒ tra i quali spiccano diversi monarchi europei ‒ sono esposti in due piccoli musei allestiti nello stesso complesso del cortile. Tra gli oggetti esposti meritano un cenno le copie dorate dei sacri pusaka (cimeli della famiglia reale), gli strumenti musicali del gamelan, l’albero genealogico della famiglia reale, fotografie di sontuosi matrimoni reali del passato e i ritratti dei precedenti sultani di Yogyakarta.

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Il Taman Sari @NaughtyNut/Shutterstock
Il Taman Sari @NaughtyNut/Shutterstock

Taman Sari 

In passato splendido luogo di delizie, con palazzi, piscine e canali, il Taman Sari fu costruito tra il 1758 e 1765 per il sultano e la sua corte. Si dice che il sultano fece giustiziare l’architetto portoghese che aveva progettato questo labirintico rifugio, perché non rivelasse a nessuno l’ubicazione delle sue sale di piacere.

Intorno al Taman Sari è sorto un bellissimo quartiere residenziale con case tradizionali, che sembrano fare a gara per esporre la pianta rampicante più bella o l’uccello canoro più melodioso. In questa zona vivono circa 2000 persone, alcune delle quali hanno aperto negozi a domicilio, dove vendono oggetti d’artigianato, spuntini e caffè.

Al centro del quartiere, raggiungibile tramite un labirinto di vicoli, si trova una originale moschea sotterranea con un atrio scoperto e una scalinata di accesso, che ricorda molto le opere di Escher. Questa moschea è diventata molto popolare tra gli appassionati di selfie e osservare la gente del posto mettersi in fila per avere il privilegio di posare sulla scalinata fa parte del divertimento. 

Museo Sono-Budoyo 

Questo scrigno di tesori è uno dei musei più interessanti di Yogyakarta: pur essendo piuttosto piccolo, ospita infatti una eccezionale collezione di opere d’arte javanese, tra cui marionette del wayang kulit, topeng (maschere), kris e batik. Nel cortile è possibile ammirare alcune statue hindu e reperti provenienti da località più lontane, come le superbe sculture balinesi. 

L’ingresso del Pasar Beringharjo  @herukru/Shutterstock
L’ingresso del Pasar Beringharjo @herukru/Shutterstock
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Il mercato Pasar Beringharjo

Nel vivace e affascinante mercato principale di Yogyakarta troverete un vastissimo assortimento di batik per turisti (soprattutto gli economici batik cap stampati), ma i warung e le bancarelle di frutta e verdura e di rempah (spezie), situate nella parte posteriore del piano terra, dimostrano che il Pasar Beringharjo è ancora un tipico mercato tradizionale, che appare particolarmente suggestivo nelle prime ore del mattino. 

Museo Kareta Kraton 

Questa splendida vecchia rimessa ospita le sontuose carrozze del sultano. Rivestite in pelle e ornate da elaborate pitture, queste carrozze sono tutte diverse l’una dalle altre, con corone, draghi, emblemi dorati e paesaggi dipinti. 

Jogja National Museum 

La più prestigiosa galleria d’arte contemporanea di Yogyakarta si trova in un edificio di cemento in stile brutalista, costruito negli anni ’50 per ospitare la sede di una facoltà artistica. Oggi vi vengono esposte ogni mese le opere di artisti indonesiani; nell’utile sito web troverete il programma degli eventi. In questo museo si esibiscono regolarmente gruppi musicali locali e c’è anche un negozio di dischi. 

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Museo Affandi 

Unanimemente considerato tra gli artisti più celebrati dell’Indonesia, Affandi (1907-90) visse e lavorò in un atelier meravigliosamente bizzarro che si era costruito da solo sulle sponde del fiume, circa 6 km a est del centro cittadino. Oggi questo edificio ospita il Museo Affandi, una tappa imperdibile per tutti gli appassionati d’arte, perché custodisce una vasta collezione dei quadri astratti del pittore, il cui stile espressionista dalle pennellate decise ricorda quello di Van Gogh.

Tombe dei Mataram Kotagede 

Fondatore nel XVI secolo della dinastia Mataram, Panembahan Senopati è sepolto nel piccolo cimitero di un’antica moschea situata nel sobborgo di Kota Gede, dove riposano anche altri membri della famiglia reale in un’atmosfera di assoluta pace. Gli edifici funerari ricordano i templi balinesi e sfoggiano un interessante connubio di stili architettonici. Tenete presente che è obbligatorio indossare il sarong, che viene fornito (su offerta) all’ingresso del complesso funerario interno. 

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