48 ore a Bruges: a tu per tu con una gemma del passato che risplende di futuro
Non c’è dubbio che sia ‘bella’, con un centro medievale tra i meglio conservati d’Europa, l’incastro perfetto degli edifici dai tipici frontoni a gradoni, le stradine acciottolate e l’abbraccio dei canali dove uno scorcio romantico insegue l’altro. E non è per niente ‘addormentata’, nel suo incanto da cartolina immerso nella storia. Bruges è viva, pulsante, proiettata al futuro. Incastonata nella pittoresca regione delle Fiandre, nel nord del Belgio, è una meta completa da visitare con calma, per immergersi nella vita locale e scoprirne l’anima autentica, che comprende non solo il ricchissimo patrimonio storico, ma anche il volto più contemporaneo, in cui passato e presente si intersecano, creando una nuova identità, ancora più interessante.
Primo giorno: piazze, biciclette e arte contemporanea
Partite dal Markt, la piazza del mercato, che ha plasmato l’immagine della città più immediatamente riconoscibile. Da sempre cuore commerciale di Bruges, è animata dal viavai di chi passa al cospetto del Belfort, la torre civica medievale, tra le carrozze di cavalli che portano alla scoperta di un tesoro dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Percorrendo Breidelstraat, arrivate al Burg, l’altro cuore storico di Bruges, quello amministrativo, un vero e proprio compendio di storia cittadina: qui si trovano lo splendido municipio gotico del XIV secolo; l’antico Registro Civile, dall’incantevole facciata rinascimentale; il Brugse Vrije, che fu il palazzo della ‘Libertà di Bruges’, il territorio autonomo governato dalla città tra il 1121 e il 1794; e la Basilica del Santo Sangue, anch’essa gotica ma sorta sul nucleo romanico della Cappella di San Basilio.
Passate per l’angolo più fotografato di Bruges, lungo il Molo del Rosario (Rozenhoedkaai), dove l’immagine degli edifici che si specchiano nell’acqua del canale accarezza lo sguardo sia di giorno sia di notte, per poi raggiungere il Museo Gruuthuse, allestito nel lussuoso palazzo del XV secolo dei signori di Gruuthuse, e nel suo cortile interno, progettato per esaltare il potere della famiglia, la cui enorme fortuna derivava dal monopolio sulla distribuzione del gruut, predecessore del luppolo. In questo contesto apparentemente cristallizzato nel tempo s’inserisce l’emblematico connubio tra passato e presente del padiglione d’ingresso al Gruuthuse, progettato dallo studio noAarchitecten e inaugurato nel 2019, e delle macabre sculture dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse (1987) di Rik Poot, collocate nell’adiacente parco Hof Arents, un riferimento ai cavalieri della pala d’altare di Hans Memling custodita nell’Ospedale San Giovanni.
Dopo una sosta per il pranzo, con un salto verso ovest e uno nel tempo raggiungete ’t Zand, la piazza più grande della città, dove tutto passa o si ferma. Incarnazione del legame indissolubile tra passato e presente, fino agli inizi del XX secolo ospitava la stazione ferroviaria. Oggi vi si svolgono eventi importanti e, soprattutto, qui si trova il Concertgebouw, il futuristico spazio per concerti di musica classica e spettacoli di danza contemporanea, il cui progetto architettonico ha tratto ispirazione dalle tre torri principali e dai tipici mattoni rossi della città, dov’è possibile visitare anche un’interessante collezione di opere d’arte e installazioni sonore, in continua espansione.
Come ogni città contemporanea degna di questo nome, Bruges ha portato l’arte fuori dai musei, anche per strada. Gli artisti di Bruges del collettivo Legendz hanno scatenato la loro creatività in un’invasione ‘buona’ del tessuto urbano: curiosando nei dintorni della piazza, passate davanti alle opere di street art più significative in Hauwerstraat, ’t Santpoortje e Westmeers 18.
La ‘t Zand è un ottimo punto di partenza per allontanarsi dai soliti percorsi. Le ridotte dimensioni e l’attenzione al trasporto sostenibile rendono Bruges una meta perfetta da scoprire sulle due ruote.
Noleggiate una bicicletta e pedalate verso nord, dove l’orizzonte artistico di Bruges si allarga più nettamente al mondo contemporaneo: nell’ambito della Triennale di Bruges, che quest’anno si svolgerà da sabato 13 aprile a domenica 1° settembre esplorando il potenziale nascosto della città con il tema "Spaces of Possibility", sono nate opere d’arte site-specific che sono oggi parte del patrimonio e dell’identità della città, come la scultura Colonnade o il progetto artistico e sociale della House of Time, uno spazio aperto a varie forme di creatività sorto su un ex sito industriale.
La luce del tardo pomeriggio è l’ideale per una pedalata lungo il canale orientale, dove i mulini lungo le roccaforti cittadine vi accompagneranno dolcemente alla meta successiva. Tornando verso il centro storico, fermatevi al Rijksarchief, il nuovo Archivio di Stato del 2012, che sorge sul terreno di un antico monastero ed è rappresentazione simbolica e architettonica del suo contenuto, la carta, poi fate una sosta in piazza Van Eyck, per salutare la statua del pittore e immaginarvi mercanti appena approdati nell’antico quartiere del porto.
Una birra, uno stoofvlees (stufato di manzo) e, ovviamente, patatine fritte: è ora di rilassarsi con qualche specialità locale al Café Vlissinghe, vivace e frequentato anche in estate, nonostante l’età avanzata: ha più di 500 anni!
Una volta rifocillati, pedalate fino a ’t Zand, per assistere a un concerto indimenticabile al Concertgebouw.
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Secondo giorno: maestri fiamminghi, natura e architettura
Emozionati, entrate al Groeningemuseum, uno dei musei d’arte più rinomati d’Europa, che custodisce i capolavori dei primitivi fiamminghi e opere d’arte fiamminga che vanno dall’espressionismo al surrealismo. Anche qui, la contemporaneità fa capolino, nelle forme morbide di Untitled, la scultura dell’uruguaiano Pablo Atchugarry collocata nel giardino del museo, e, anche in questo caso, si guarda al futuro: l’ambizioso progetto del BRUSK prevede l’inaugurazione nel 2025 di una nuova grande sala espositiva adiacente al museo e il rinnovamento del museo stesso e di tutta la rete museale.
Toccati dai dettagli disarmanti di Van Eyck e dalla genialità visionaria di Bosch, fate un giro in barca sui canali, per stupirvi di come possa arricchirsi la prospettiva sulla città che vi scorre accanto. Passerete sotto il Meebrug, del XV secolo, il più antico ponte in muratura della città, che attraversa lo splendido Groenerij; noterete ancora meglio le differenze stilistiche tra gli edifici, soprattutto laddove il canale De Dijver si allarga e permette l’osservazione ammirata delle case più eleganti della città e delle architetture contemporanee in dialogo con il carattere storico di Bruges, come il prestigioso Collegio d’Europa, un collegio di gesuiti del XVII secolo abilmente riconvertito.
Tornati sulla terraferma, fermatevi al Museum Sint-Janshospitaal (Ospedale di San Giovanni), allestito nella cappella restaurata di un ospedale del XII secolo, la cui fama si deve soprattutto ai capolavori di Hans Memling qui conservati. Oltre a questi, un paio di chicche: la statua della Madonna con Bambino di Michelangelo, nell’Onze-Lieve-Vrouwekerk, una chiesa del XIII secolo, e Le vene del chiostro dello scultore Giuseppe Penone, un altro inserto del nostro tempo su un tessuto antico, delicato omaggio al lavoro delle suore dell’ospedale nel corso dei secoli, davanti alla porta dell’ex convento.
Riprendete fiato, ma fatelo ‘alla fiamminga’, assaporando l’atmosfera conviviale e al tempo stesso intima tipica dei locali di Bruges. L’ideale è un pranzo al birrificio De Halve Maan, dove si produce la birra Brugse Zot: è in attività dal 1856 e dal 2016 possiede uno straordinario birradotto sotterraneo di circa 3 km.
Il pomeriggio inizia in un’oasi di pace, sintesi armoniosa tra natura e città (e, ça va sans dire, tra passato e presente). Non potete perdere, per l’unicità della sua storia, il Begijnhof, fondato nel 1245, uno dei beghinaggi più longevi d’Europa, con le facciate imbiancate e il chiostro immerso nel silenzio, nato per ospitare donne laiche che conducevano una vita casta e pia, e tuttora abitato. Davanti, si apre l’incantevole Minnerwaterpark, che si affaccia sul ‘lago dell’amore’, frequentato dagli onnipresenti cigni, simbolo della città. Date un’occhiata anche al Bargebrug, moderno ponte di accesso al parco: insieme ai ponti pedonali presso la celebre Smedenpoort, o Porta dei Fabbri, e il Conzettbrug, un ponte ciclopedonale all’avanguardia, è la traduzione contemporanea di una delle strutture urbane più rappresentative di Bruges.
Risalite poi a nord-ovest, attraversate la ’t Zand (da cui si passa spesso, vi avevamo avvisato!) e raggiungete il Bruges Meeting and Convention Centre (BMCC). Rispetto del passato, funzionalità e, ancora, mattoncini rossi sono le chiavi per capire questo edificio contemporaneo, che sorge sulla Beursplein al posto della vecchia borsa valori.
Si accendono i lampioni e il vostro itinerario si conclude (per ora!) in uno degli ottimi ristoranti del centro.
Tornerete a casa sazi di bellezza antica, ma con una nuova consapevolezza: la città è andata oltre e continua a farlo, con l’eleganza silenziosa dei quartieri meno turistici, gli interventi degli artisti e degli architetti contemporanei, l’impegno per dare rilevanza al patrimonio storico e arricchirlo di novità. Se decideste di posticipare il rientro, non ci stupiremmo.