Viaggio in Perù nel Cayon del Colca
Non sono soltanto l’ampiezza e la profondità a rendere il Canyon del Colca così speciale, ma anche la sua particolare mutevolezza. Lungo i 100 km di corso del fiume che lo attraversa si alterna una varietà di paesaggi superiore a quella che si riscontra nella maggior parte dei paesi europei: dalle spoglie steppe di Sibayo agli antichi terrazzamenti agricoli di Yanque e Chivay, fino ai condor che si lasciano trasportare dalle correnti di aria calda, per arrivare alle ripide pareti del canyon vero e proprio, che si estende oltre Cabanaconde e che è stato esplorato completamente soltanto negli anni ’80 del secolo scorso. Ovviamente non si possono ignorare i dati statistici: il Colca è il secondo canyon più profondo del mondo, superato di pochissimo dal vicino Cotahuasi, ma grande il doppio del più famoso Grand Canyon statunitense. Soprattutto, però, è ricco di storia, cultura, resti archeologici, tradizioni e – proprio come Machu Picchu – di quella indefinibile magia del Perù.

Tratto superiore del canyon
La parte superiore del canyon (che in questo punto, prima di aprirsi verso nord-est, è ancora una valle) è caratterizzata da ambienti più freddi e aridi rispetto ai campi terrazzati nei dintorni di Chivay e Yanque e riceve pochi visitatori, il che vi consentirà di scoprire alcuni meravigliosi villaggi tradizionali praticamente in solitudine. Attraversata da un’unica strada che si estende a nord-est fino a Sibayo, passando per il villaggio di Tuti, è una zona di prati e pascoli, con un fiume ancora giovane ideale per il rafting e la pesca alla trota. Tuti è un villaggio poco turistico situato soli 19 km a nord-est di Chivay, il centro di riferimento per tutta l’area del Colca. L’economia locale si basa sulla coltivazione delle fave e sulla produzione di tessuti, ma nei dintorni ci sono anche alcuni luoghi interessanti da visitare, tutti collegati da sentieri escursionistici.
La meta più facilmente accessibile è un sito con un paio di grotte nelle colline a nord, chiaramente visibile dalla strada principale e raggiungibile con una ripida salita di 3,5 km dal villaggio. Dallo stesso punto parte anche un’altra escursione: una camminata di 8 km che porta a un vecchio villaggio abbandonato risalente al 1600 circa, comunemente chiamato Ran Ran o ‘Espinar de Tuti’. Una volta superato Ran Ran si incontra il sentiero che conduce alle sorgenti del Rio delle Amazzoni sul versante settentrionale del Nevado Mismi.
Situato a 3900 m di altitudine all’imboccatura del canyon poco dopo Tuti, Sibayo è un tradizionale villaggio rurale che non è ancora stato raggiunto dal turismo. Molte delle case costruite in adobe hanno ancora vecchi tetti di paglia che difficilmente vedrete altrove, mentre sulla piccola piazza principale si affaccia la Iglesia San Juan Bautista, restaurata di recente. A nord-est del centro abitato, in un posto tranquillo in riva al fiume, sono stati costruiti un piccolo ponte sospeso sul Colca, il Puente Colgante Portillo, utilizzato dagli allevatori di alpaca, e un belvedere, il Mirador de Largarta, che prende il nome dalla montagna a forma di lucertola che domina la vallata.

Chivay
Il tratto più facilmente accessibile, e quindi più visitato del canyon, è caratterizzato da paesaggi agricoli e colline intensamente terrazzate. Grazie ai paesaggi verdeggianti e alla facilità di accesso, questa è diventata la zona più attiva e frequentata del canyon, con la maggior parte dei servizi concentrati nella cittadina di Chivay. Centro nevralgico della regione del Cañón del Colca, Chivay è una cittadina tradizionale che ha abbracciato il turismo senza (finora) perdere la sua rustica identità rurale. Speriamo che continui così!
Nella zona del mercato e nella piazza principale si possono vedere i begli abiti tradizionali realizzati a mano e indossati dalle donne del posto. Chivay consente di ammirare incantevoli vedute delle vette innevate e delle colline terrazzate circostanti, e costituisce un punto di appoggio strategico per visitare gli altri villaggi della valle.
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Yanque
Tra i vari villaggi che sorgono nel Canyn del Colca (sono circa una dozzina), Yanque, 7 km a ovest di Chivay, è quello con la piazza centrale più bella e animata e con la chiesa più interessante (almeno dall’esterno), la Iglesia de la Inmaculada Concepción, con un portale riccamente decorato che ricorda quasi lo stile churrigueresco (un intricato stile spagnolo ricco di decorazioni). Quasi ogni giorno, verso le 7 del mattino, i bambini del posto, vestiti con i costumi tradizionali, danzano al ritmo della musica popolare per i turisti di passaggio diretti a Cruz del Cóndor.

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Cruz del Cóndor
Per molti viaggiatori questo punto panoramico è il ricordo più memorabile del loro viaggio al Canyon del Colca. Sull’affioramento roccioso nidifica una numerosa famiglia di condor andini che, al momento giusto, si possono vedere planare in cielo senza sforzo grazie alle correnti ascensionali provenienti dal fondovalle, finendo per volteggiare a distanza ravvicinata sopra le teste dei turisti che li osservano. È uno spettacolo emozionante, reso ancora più mozzafiato dal precipizio di 1200 m sopra il corso del fiume e dalla vista del Nevado Mismi che si erge sul lato opposto del burrone.
Se alcuni siti turistici molto reclamizzati risultano poi deludenti sotto l’impietosa luce del giorno, Cruz del Cóndor non lo è affatto. Ultimamente è diventato più difficile vedere i condor, soprattutto a causa dell’inquinamento atmosferico, provocato tra l’altro anche dai fuochi accesi dai campeggiatori e dai gas di scarico degli autobus turistici. Dal momento che i condor tendono a non volare con la pioggia, è preferibile programmare il viaggio nella stagione secca, perché nei mesi di gennaio e febbraio non se ne vede quasi nessuno. Non sarete soli al belvedere: nel periodo di punta, per lo ‘spettacolo’ delle 8 vi ritroverete in compagnia di un paio di centinaia di altre persone.

Cabanaconde
Lo stretto tratto inferiore del canyon, che si estende all’incirca da Cabanaconde a Huambo, segna il punto più profondo raggiunto dal Colca. Tra tutti coloro che visitano il Canyon del Colca, soltanto il 20% circa si spinge fino allo sgangherato villaggio di Cabanaconde (nella maggior parte dei casi, infatti, i viaggi organizzati si fermano a Cruz del Cóndor). Per i pochi che proseguono, le attrattive sono ovvie: meno gente, più autenticità e maggiore tranquillità. Benvenuti dunque nella vera esperienza del canyon.
Qui il Colca è notevolmente più profondo ed è attraversato da ripidi sentieri serpeggianti che spingono gli escursionisti più esperti e audaci ad affrontare la discesa di 1200 m fino all’omonimo fiume. A parte qualche frutteto nei dintorni di Tapay e Sangalle, non ci sono molte altre attività economiche in questa parte della gola. A Cabanaconde non troverete sportelli bancomat, perciò portate con voi una buona scorta di denaro contante.

L’Oasi
In fondo al canyon provenendo da Cabanaconde si incontra Sangalle, soprannominata ‘l’Oasi’, circondata da pareti montuose che di notte si illuminano grazie al chiarore delle stelle. In questa zona si trovano alcuni campeggi e quattro ostelli molto simili tra loro, costituiti da semplici bungalow (tra cui alcuni con bagno privato). Ogni sistemazione è dotata anche di una piscina e quasi tutte sono circondate da giardini.
Il tragitto per tornare a Cabanaconde è in salita e molto faticoso: richiede un’ora e 30 minuti di cammino se si è ben allenati, da due ore a due ore e 30 minuti se si è in buona forma fisica, e tre ore o più per chi è mediamente preparato. In alternativa, è possibile servirsi di un mulo e percorrere il tragitto in due ore.

I migliori trekking nel Canyon del Colca
Trekking alle sorgenti del Rio delle Amazzoni
Per secoli è rimasto uno dei più grandi misteri del mondo. L’uomo ha lanciato sonde su Marte e ha scisso l’atomo prima di riuscire a trovare e, soprattutto, a mettersi d’accordo su quale fosse la sorgente del fiume più lungo e con la maggior portata d’acqua del mondo, il maestoso Rio delle Amazzoni. Da Alexander von Humboldt a Jean-Michel Cousteau, ognuno ha avanzato le proprie teorie (spesso avvalorate da costose spedizioni) prima che la sorgente venisse finalmente e inequivocabilmente individuata nel 2007: una crepa in una ripida parete rocciosa a 5170 m di altitudine sul versante settentrionale del Nevado Mismi, a 6992 km dalla foce del fiume sulla costa atlantica del Brasile. Qui le acque di disgelo provenienti dai ghiacciai si raccolgono nella Laguna McIntyre per poi defluire nei fiumi Apacheta, Apurímac, Ucayali e Marañón e formare quindi il Rio delle Amazzoni vero e proprio.
Le sorgenti del fiume (contrassegnate da una croce di legno dall’aspetto infausto) si possono raggiungere con un’escursione a piedi sorprendentemente facile partendo dal Canyon del Colca. I sentieri si dirigono verso nord dai villaggi di Lari e Tuti. Partendo da Tuti, l’escursione richiede due giorni tra andata e ritorno, ma qualcuno preferisce affrontare invece il percorso ad anello di tre giorni che parte da Lari e termina a Tuti, compiendo così il giro completo del Nevado Mismi. In alternativa, nella stagione secca si può arrivare in fuoristrada fino a una distanza di soli 30 minuti a piedi dalla parete da cui sgorga l’Apacheta.
Trekking ‘El Clásico’
Avete poco tempo a disposizione? Temete di non orientarvi nella complessa rete di sentieri del Canyon del Colca? Non sopportate l’affollamento dell’Inca Trail? Allora ciò che fa per voi è il cosiddetto ‘El Clásico’, un itinerario circolare che richiede da due a tre giorni e comprende i tratti più belli della metà inferiore del canyon del Colca, tra Cruz del Cóndor e Cabanaconde.
Si parte da Cabanaconde, lungo la strada per Chivay. La discesa nel canyon inizia all’altezza del belvedere di San Miguel (p190) con un sentiero che scende a zigzag per un dislivello di 1200 m. Attraversate il ponte sul Río Colca ed entrate nel villaggio di San Juan de Chuccho, dove potrete alloggiare alla Casa de Rivelino (San Juan de Chuccho; camere senza bagno S10), che dispone di bungalow con l’acqua calda e di un modesto ristorante. In alternativa si può salire fino all’incantevole villaggio di Tapay, dove l’Hostal Isidro offre camere, un campeggio, un negozio, un telefono satellitare e muli; il proprietario è anche una guida.
Il secondo giorno scendete al Ponte di Cinkumayu per poi risalire fino ai villaggi di Coshñirwa e Malata. Quest’ultimo ha un piccolo Museo Familiar, una tipica casa locale dove il proprietario spiega ai visitatori la cultura della regione del Colca. Da Malata scendete nella bella oasi di Sangalle (attraversando di nuovo il fiume), dove c’è la possibilità di alloggiare, e affrontate infine la faticosa salita di 4 km per fare ritorno a Cabanaconde (1200 m di dislivello).
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Come arrivare
Chivay è il principale centro dei trasporti della regione. La stazione degli autobus si trova a 10-15 minuti di cammino dalla piazza. Ci sono almeno nove corse al giorno per Arequipa (S13, 3 h), le migliori delle quali vengono effettuate da Reyna e Andalucia, e quattro corse al giorno per Cabanaconde gestite da Milagros, i cui autobus effettuano soste in varie località lungo il margine meridionale del canyon e a Cruz del Cóndor.