A Crans Montana, in Svizzera, c'è un ponte sospeso con vista sui Quattromila delle Alpi

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Una passerella sospesa nel vuoto a 70 metri di altezza e lunga 120, sopra un vallone dove rumoreggiano le acque che scendono dalle montagne che separano il Vallese dalle Alpi Bernesi. È il punto più adrenalinico dell'escursione lungo il Bisse du Ro che parte da Crans Montana e permette di raggiungere il Lago Tseuzier situato a 1.777 metri di altitudine. Siamo in Svizzera, lungo un itinerario a piedi che segue gli antichi canali di irrigazione.

il Bisse du Ro che parte da Crans Montana  ©Michal Stipek /Shutterstock
il Bisse du Ro che parte da Crans Montana ©Michal Stipek /Shutterstock
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I bisse sono le rogge che fin dal XIV secolo caratterizzano il paesaggio vallesano e oggi raccontano una civiltà contadina che si ingegnava a portare l’acqua da sorgenti lontane fino ai pascoli, ai frutteti e ai vigneti. Venuta meno la loro funzione originaria, questi canali tracciati con dolci pendenze sul fianco dei versanti sono diventati delle magnifiche escursioni che, fra foreste e pascoli, permettono di scoprire panorami eccezionali.

Il Bisse du Ro, che nasce a 1700 metri di quota nel vallone dell’Ertenze e si estende per 5,5 chilometri su un dislivello di soli 100 metri, è una delle escursioni più spettacolari, con magnifiche vedute sulla valle del Rodano dove si scorge Sion, la capitale del cantone e sullo sfondo verso molti dei Quattromila del Vallese ammantati di bianco.

La camminata inizia al parcheggio di Plans Mayens, poco sopra Montana. L’inizio è tranquillo, nel sottobosco coperto di muschi e di fiori, ma a mano a mano che si si inoltra nel vallone, iniziano i tratti su passerelle di legno perché le pareti si fanno via via più verticali. Non mancano punti di sosta attrezzati con cannocchiali e tavoli per chi vuole approfittare dell’aria fresca per un pic nic. Adesso comincia il tratto più entusiasmante del percorso: in questo settore il bisse è scavato letteralmente nella roccia e per gli escursionisti sono state costruire delle passerelle in legno sospese nel vuoto. In alcuni passaggi la roccia sopra la testa è aggettante e bisogna abbassarsi per proseguire. Per questo motivo l’itinerario, sempre in sicurezza e protetto da parapetti, è comunque sconsigliato a famiglie con bambini piccoli portati nello zainetto.

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L’ambiente si fa via via più selvaggio: la foresta lascia spazio a pareti rocciose scoperte da cui scendono torrenti che creano cascate e cascatelle a cui ci si può rinfrescare. Di tanto in tanto, si incontrano dei pannelli che raccontano la storia di questo piccolo capolavoro di ingegneria idraulica, i cui scavi furono intrapresi con mezzi rudimentali nella prima metà del XV secolo. Durante i secoli, i montanari locali mantennero in vita con costanti miglioramenti e manutenzioni questa preziosa fonte di irrigazione e le foto d’epoca mostrano con quale sprezzo del pericolo si arrampicassero senza sicurezze su impervie pareti rocciose. La necessità del rifornimento idrico in queste zone nasce dal fatto che, nonostante il Vallese si trovi al centro delle Alpi, la piovosità è piuttosto scarsa, simile a quella del Nord Africa, e l’acqua dei ghiacciai è sempre stata vitale per la sopravvivenza delle comunità. In tempi moderni, esattamente nel 1946, venne infine costruito un tunnel per facilitare l’arrivo dell’acqua nei villaggi e progressivamente, nel corso degli anni, il Bisse du Ro si è trasformato in un itinerario escursionistico.

Nella primavera del 2020 è stata inaugurata la passerella che permette di evitare il tratto più esposto e pericoloso del percorso. Basta non patire di vertigini e, nonostante qualche oscillazione del ponte sospeso, in pochi minuti si arriva dall’altra parte del vallone.

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Il Lago Tseuzier  ©NicoElNino /Shutterstock
Il Lago Tseuzier ©NicoElNino /Shutterstock

Ora si abbandona il sentiero lungo la roggia e fra spettacolari cascate e pascoli saliamo fino ai 1.962 metri di Mondralèche, il punto più alto e selvaggio dell’itinerario, dove una malga accoglie gli escursionisti che possono assistere alla produzione del formaggio d’alpeggio e gustare la raclette. Non rimane che scendere verso il Lago Tseuzier formato dalla diga di Rawyl. Se si hanno ancora energie (saranno passate circa 3 ore dalla partenza) in un’oretta si può fare il giro completo del lago. È una facile passeggiata, su un leggero dislivello di meno di 100 metri che consente di arrivare alle grandi sorgenti chiamate Les Loquess, con l’acqua che scaturisce abbondante dalle rocce. In alternativa, ad attenderci ci sono i tavoli in terrazza del Restaurant Tseuzier: specialità dello chef carne alla brace, selvaggina, tartare. Chi vuole pernottare in quota ha anche a disposizione un dormitorio. Al lago, in estate, si arriva anche coi mezzi pubblici; quindi, di qui è possibile ritornare a valle o a Crans Montana salendo su un postale svizzero.

Il Bisse du Ro non è il solo itinerario a fianco delle rogge che si può intraprendere partendo da Crans Montana. Meno adrenalico ma più rilassante e, se possibile, ancora più panoramico il percorso del Bisse du Tsittoret che dal micro-villaggio di Colombire, un insieme di baite vallesane perfettamente restaurate, conduce fino alla sorgente del torrente Tièche. Man mano che si prosegue lungo il piccolo canale di irrigazione, la vista si apre sulle più cime più alte della regione che superano i quattromila metri di quota e i loro ghiacciai: Dent Blanche, Cervino, Zinalrothorn, Weisshorn, Obergabelhorn. A metà strada, sosta alla Cave du Sex, per un tagliere di affettati e formaggi locali. Lì accanto c’è il caseificio montano Racalpage dove si acquistano direttamente dalle casare le tome d’alpeggio o tranci di raclette, per preparare, una volta ritornati a casa, la classica specialità svizzera.

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