Non voglio cambiare paese: esplorare l’Italia in bici lungo la Francigena

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Se è vero che tutte le strade portano a Roma, è altrettanto vero che una in particolare è più conosciuta delle altre. È la Via Francigena, il percorso che da oltre mille anni i pellegrini intraprendono ricalcando i passi dell’Arcivescovo Sigerico che nel 990 viaggiò da Roma a Canterbury, raccontando le 79 tappe del suo itinerario in un diario. Il tratto italiano della Via Francigena inizia in Valle d’Aosta, ai 2.473 metri di quota del Colle del Gran San Bernardo, passo di montagna ricco di fascino e punto di accesso all’Italia dalla Svizzera, e si sviluppa per oltre 900 km attraversando Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana per arrivare nel Lazio. 

Il tratto italiano della Via Francigena inizia in Valle d’Aosta e si sviluppa per oltre 900 km © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
Il tratto italiano della Via Francigena inizia in Valle d’Aosta e si sviluppa per oltre 900 km © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
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Mettersi in viaggio in bicicletta lungo la Francigena è un’esperienza potente: esplorare l’Italia a ritmo lento, macinando chilometri su asfalto (circa il 70 per cento) e strade sterrate, con ore di fatica ripagate da borghi e paesaggi magici di un Paese tutto da scoprire. 

E in un periodo come quello che stiamo vivendo, partire per un viaggio del genere offre la possibilità di vivere un’avventura che non ha niente da invidiare ai grandi viaggi verso mete esotiche e lontane: l’Italia non annoia mai, è sempre capace di sorprendere per la sua varietà geografica, morfologica e culturale. 

Potrete definire le vostre tappe sulla base della vostra preparazione fisica © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
Potrete definire le vostre tappe sulla base della vostra preparazione fisica © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia

A ognuno la sua Francigena

Sul sito ufficiale e su vari altri siti sono reperibili le tracce GPS degli itinerari da seguire in bici e lungo il percorso familiarizzerete in fretta con gli adesivi bianchi e blu usati per indicare la direzione corretta, ma noi vi consigliamo di personalizzare il vostro viaggio: in questo modo potrete visitare quello che più vi interessa, ma tenete sempre conto che una deviazione si paga in termini di tempo e fatica. 

Anche le tappe potrete cucirvele addosso, sulla base della vostra preparazione fisica, della resistenza delle vostre chiappe sul sellino, che dovrete scegliere con estrema cura, e del numero di giorni a disposizione.

Se non siete troppo allenati e volete dedicare del tempo a visitare i luoghi nei quali sosterete, ipotizzate tappe tra i 50 e i 70 km: fino al tratto che da Fornovo di Taro sale verso il Passo della Cisa il percorso non presenta dislivelli significativi, mentre le colline della parte toscana e laziale sono tanto affascinanti quanto impegnative. 

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Il viaggio

Se decidete di partire dal Colle del Gran San Bernardo (aperto al traffico da inizio giugno a metà ottobre), affronterete subito una lunghissima discesa che ricalca in parte l’antica Via delle Gallie e che vi porterà ad Aosta, sorprendente per le sue numerose vestigia romane. Proseguite verso la Bassa Valle incrociando piccoli borghi montani, castelli fiabeschi e il Forte di Bard, inespugnabile fortezza capace di respingere l’esercito di Napoleone. L’itinerario continua seguendo il corso della Dora Baltea e attraversando l’alto Canavese e Ivrea, da poco Patrimonio UNESCO come città industriale del XX secolo, per poi inerpicarsi sulle colline che costeggiano il Lago di Viverone. 

Superato questo tratto di saliscendi, la Francigena si immerge nella sconfinata pianura Padana: la piattezza delle risaie del vercellese fa da cornice alle meraviglie che vi attendono nel centro di Pavia. 

Il tragitto continua addentrandosi nel cuore della provincia di Piacenza e lambisce quella di Parma: in questo tratto, il territorio si increspa e i profili dolci delle colline lasciano spazio a quelli più aguzzi dell’Appennino. A questo punto, occorre sollecitare tutti i muscoli per pedalare fino a Berceto e da qui raggiungere i 1.041 metri sul livello del mare del Passo della Cisa. Superata la Cima Coppi di questa prima parte, potete lanciarvi lungo la discesa fiancheggiata da rigogliosi boschi che vi condurrà in breve tempo a Pontremoli, la porta della Toscana. 

Il Passo della Cisa si trova a 1.041 metri sul livello del mare © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
Il Passo della Cisa si trova a 1.041 metri sul livello del mare © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
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Da qui una strada a mezza costa vi porterà fino a Sarzana e Aulla e finalmente al mare. A questo punto potete scegliere tra l’itinerario dell’entroterra, che passa tra i marmi di Massa e dalla meravigliosa Pietrasanta, e quello che costeggia il mare fino a Viareggio. In entrambi i casi, arriverete tra gli stretti vicoli di Lucca, che custodiscono chiese spettacolari e osterie che riusciranno a placare il vostro appetito. 

Poco dopo Lucca inizia la parte più scenografica dell’intero percorso. Percorrendo le strade bianche, conosciute in tutto il mondo anche per l’Eroica, la manifestazione di bici storiche, vi sembrerà infatti di entrare in un quadro nel quale le abili mani del pittore hanno dipinto lunghi viali fiancheggiati da cipressi, colline che si perdono a vista d’occhio tra campi di grano, vigneti e ulivi. Incrocerete Siena, che snocciola le sue meraviglie una dopo l’altra: Piazza del Campo, il Palazzo Pubblico, il Duomo, edifici e monumenti che vi lasceranno a bocca aperta. E poi borghi arroccati come San Gimignano, Montalcino, Monteriggioni, casolari di pietra che infondono una pace bucolica, San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni con le sue terme naturali che inondano anche la piazza centrale del paese, Buonconvento e a Radicofani, ultima vedetta toscana prima del confine con il Lazio. 

Con la poesia delle crete senesi e della Val d’Orcia negli occhi, lanciatevi nei panorami della Tuscia, fiancheggiate il Lago di Bolsena, Viterbo, il Lago di Vico, oltrepassate Sutri, con la sua necropoli etrusca, e le mura di Nepi. Fate un ultimo sforzo restando molto concentrati nel traffico indisciplinato della Via Cassia e imboccate Via Trionfale, nome che aggiunge un tocco di solennità al vostro ingresso nella Capitale. 

Come un miraggio vi apparirà la cupola di San Pietro, con il suo profilo spavaldo e inconfondibile. Dopo più di 900 km e oltre 10 mila metri di dislivello positivo siete finalmente arrivati a Roma: l’armonia del colonnato del Bernini farà da contrasto alle emozioni che vi ribolliranno nella testa e nel cuore per aver attraversato con la forza delle vostre gambe il Paese più bello del mondo.

Dopo più di 900 km e oltre 10 mila metri di dislivello positivo siete finalmente arrivati a Roma © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia
Dopo più di 900 km e oltre 10 mila metri di dislivello positivo siete finalmente arrivati a Roma © Denis Falconieri / Lonely Planet Italia

Il Testimonium

Per certificare il pellegrinaggio esiste il passaporto del pellegrino: la Credenziale è il documento sul quale potrete far apporre i timbri negli uffici turistici, parrocchie, strutture ricettive e di ristoro convenzionati che incontrerete lungo il percorso (l’elenco è disponibile sul sito) e che vi permetterà di fruire delle agevolazioni nelle strutture di accoglienza. 

Se percorrete gli ultimi 100 km a piedi o 200 km in bicicletta, la Credenziale vi consentirà di ricevere il Testimonium, la pergamena che certifica l’avvenuto pellegrinaggio a Roma devotionis causa e che, secondo il precetto religioso, garantisce la remissione dei peccati assimilando il pellegrinaggio a un percorso di fede, nel quale le asperità del tragitto, il pericolo e i tanti sacrifici diventano metafora di un processo espiativo verso la più alta ricompensa del perdono e della salvezza. 

Il documento si può ritirare presso gli Uffici della Sagrestia della Basilica di San Pietro (t. 06 69 883 731; Piazza Paolo VI h8.30-12.30 lun-mar-gio-sab) oppure presso l’ufficio di Opera Romana Pellegrinaggi in (t. 06 69 89 61; Piazza Pio XII, 9; h9-17).

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