Itinerario in canoa nel Great Glen, in Scozia
Scoprite le Highlands e riaccendete il vostro senso dell’avventura con un tour in canoa da costa a costa attraverso la Scozia.

Attraversare il Great Glen a colpi di pagaia è un’impresa che vi rimarrà impressa nella mente per sempre. Su questa via d’acqua nascono molti aneddoti e tra chi condivide l’esperienza si creano forti legami – sempre che ci si parli ancora quando si raggiunge l’approdo finale. Perché compiere il percorso completo non è una passeggiata: richiede diversi giorni, resistenza e un certo coraggio. Pensate bene alle persone con cui intraprendere questa spedizione, perché con loro costruirete una carrellata di ricordi memorabili.
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Dalle chiuse ai loch
Il Caledonian Canal si estende per circa 95 km, ma la sfida per chi lo affronta in canoa e kayak non consiste nelle vie d’acqua artificiali scaturite del genio ingegneristico di Thomas Telford, che lo progettò nel 1803. Questi tratti tranquilli rappresentano solo un terzo della lunghezza totale del canale.
Il punto critico di una spedizione in canoa da costa a costa attraverso il Great Glen è costituito dagli immensi loch, scavati da una faglia geologica che da millenni squarcia le Highlands. Il Loch Ness è il più grande dei quattro loch d’acqua dolce del Great Glen e il più temibile, anche se non si crede alle storie su ciò che vive nelle sue profondità. Oltre al Ness, anche il Loch Lochy è classificato come acque libere. E quando il vento sferza il Great Glen – come spesso fa con furia, dopo essere arrivato dall’Atlantico e rimasto intrappolato nelle valli delle Highlands – le onde di questi due mari interni diventano pericolosamente grandi.
Eppure nei giorni di calma – e ce ne sono molti – questi stessi loch possono essere luoghi incredibilmente tranquilli, con punti appartati lungo le rive che sono quasi soporiferi nella loro serenità. Quando le condizioni sono favorevoli, i canoisti possono fermarsi e posare la pagaia scivolando sull’acqua alla deriva e lasciando decidere agli elementi la direzione del viaggio, mentre osservano l’ambiente circostante, la fauna selvatica o semplicemente si perdono per un po’ nei propri pensieri. In un viaggio di più giorni si presentano miriadi di occasioni per ormeggiare la canoa ed esplorare le rive a caccia di tesori, tangibili o effimeri, tra castelli in rovina e boschi rigogliosi. Quando ci si accampa sulla riva, la sera e il mattino presto sono momenti particolarmente tranquilli per osservare i loch. E una volta infilati nel sacco a pelo, potrete addormentarvi cullati dallo sciabordio dell’acqua.

L’itinerario
Il Great Glen si può esplorare in entrambe le direzioni, ma gran parte dei canoisti sceglie di navigare con il vento prevalente alle spalle e quindi parte da ovest, vicino a Fort William, affacciata sull’Atlantico, per procedere verso est fino a Inverness, dove il Mare del Nord si insinua nel Moray Firth, sulla costa orientale.
All’estremità occidentale il Great Glen è bagnato dall’acqua salata del Loch Linnhe, ma il primo vero approdo per i canoisti è in cima alla Neptune’s Staircase a Banavie, dove iniziano davvero il Caledonian Canal e il Great Glen Canoe Trail. I 10,5 km di facile navigazione nel canale tra qui e Gairlochy sono il perfetto riscaldamento prima di entrare nel primo dei grandi loch, il Loch Lochy, lungo 15 km, dove le condizioni possono essere molto più impegnative.
Chi intende trascorrere cinque giorni interi sull’acqua sceglie spesso Gairlochy come prima tappa per la notte, ma altri canoisti preferiscono proseguire lungo le rive del Lochy, dove si può praticare il campeggio libero. Se le condizioni atmosferiche lo consentono, è meglio rimanere vicino alla riva occidentale, che ha un’atmosfera più selvaggia in quanto non è percorsa da una strada.

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Castelli storici e vicende tragiche
Un breve tratto del canale collega il Loch Lochy al Loch Oich. Un luogo dalla storia cruenta: il seicentesco Invergarry Castle fu la roccaforte dei MacDonnell (un ramo del Clan Donald) finché non fu fatto esplodere dalle truppe governative dopo la battaglia di Culloden del 1746 come rappresaglia contro i MacDonnell per essersi schierati con Bonnie Prince Charlie.
Nelle vicinanze si trova il Well of the Seven Heads, un monumento costruito sopra una sorgente che prende il nome da una storia cruenta iniziata nel 1663, quando Alasdair MacDonald e suo fratello Ranald furono uccisi da rivali del loro clan. Due anni dopo i fratelli furono vendicati quando Iain Lom (Giovanni il Calvo) trovò, uccise e decapitò i sette assassini. Mentre si recava a Invergarry per consegnare al capo del clan le teste degli uomini uccisi, Lom si fermò a lavare i suoi trofei in questa sorgente, che da allora venne chiamata Tobar-nan-Ceann (il Pozzo delle Teste). Oggi il monumento è coronato da sette teste di pietra. Dall’estremità orientale del Loch Oich, il tranquillo canale prosegue attraverso campi bucolici fino a Fort Augustus, dove una serie di cinque chiuse fa scendere le barche fino all’inizio del Loch Ness. I canoisti, naturalmente, possono aggirare le chiuse trasportando le canoe via terra.
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La sfida del Loch Ness
Quando si inizia ad attraversare il Loch Ness, non è l’incontro con il mostro che spaventa gran parte degli escursionisti razionali, ma l’immensità e la natura tempestosa del lago stesso. Ness è lungo 37 km, profondo fino a 230 m e ha un volume d’acqua superiore a tutti i laghi d’Inghilterra e Galles messi insieme. Anche in condizioni di bonaccia, il Loch Ness è spesso agitato. Le piccole increspature che solcano la superficie possono giocare brutti scherzi agli occhi e alla mente, creando visioni illusorie nell’acqua, soprattutto quando si inizia a pensare alle oscure profondità che si aprono sotto la vostra canoa.
In condizioni di calma, quasi tutti i canoisti attraversano il centro del loch, ma è sempre bene controllare le previsioni prima di partire. L’approccio più sicuro è costeggiare le rive, anche se così il tragitto è molto più lungo. La sponda orientale è più tranquilla; lungo la riva occidentale corre la A82, ma le pittoresche rovine di Urquhart Castle, che risale almeno al 1296, meritano di essere viste da vicino.

Verso la fine del viaggio
Il Bona Lighthouse annuncia la fine del Loch Ness, e qui i canoisti entrano nel piccolo Loch Dochfour. Poco prima di Dochgarroch, all’altezza del Ness Weir, il corso d’acqua si biforca. Quasi tutti i canoisti e kayakisti del Great Glen, carichi di attrezzatura, si tengono sulla sinistra e navigano lungo il canale verso Inverness, mentre i canoisti con esperienza di rapide imboccano l’impetuoso River Ness sulla destra, le cui rapide includono Fast Eddy e Dragon’s Tail. Il canale sfocia nel Beauly Firth alla Clachnaharry Sea Lock, dove incontra le fredde acque salate del Mare del Nord. Quasi tutti, però, terminano l’itinerario, iniziato a Banavie, alle Muirtown Locks, perché di là da queste chiuse si tratta semplicemente di trasportare la canoa via terra. E a questo punto vi siete guadagnati il diritto di festeggiare con un goccio di whisky locale, l’uisge beatha (‘acqua della vita’).