Centro Italia, un cammino nelle terre mutate

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Il 30 ottobre ricorre l'anniversario della "grande botta", il terremoto del 2016 che devastò Norcia e Amatrice. Qui vi raccontiamo il Cammino nelle Terre Mutate, il percorso che - unico cammino solidale nella storia del turismo italiano - si propone di ricucire i lembi di terra e di quotidianità, riparando la rete di relazioni umane strappate da un’ininterrotta onda sismica, che dal 1997 ha colpito Marche, Umbria, LazioAbruzzo a più riprese. 

Castelluccio di Norcia dalla Piana © Francesco Senatore
Castelluccio di Norcia dalla Piana © Francesco Senatore
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Le quattordici tappe che da Fabriano ti portano all’Aquila, marciando su sentieri e carrarecce per un totale di 257 chilometri, rappresentano infatti la prima infrastruttura operativa creata da un gruppo di visionari esperti di cammini, per rilanciare un territorio sconvolto dai terremoti e dall’immobilità della burocrazia. Perché anche se le scosse del 2016 e del 2017 hanno messo in ginocchio 140 comuni, 1.770 centri abitati distribuiti in 4 regioni e 10 province, interessando un’area di 7.600 chilometri quadrati, questi numeri impressionanti continuano a non fare notizia. E così l’entità di un dramma che è ancora attuale, malgrado siano trascorsi dieci anni dal sisma in Abruzzo e tre da quello in Centro Italia, rimane sotto silenzio.

Per questo è nata l’idea di un cammino della testimonianza, che attraversi i centri abitati maggiormente colpiti dal terremoto, ricucendo il paesaggio sfregiato dal fragile pensiero edile dell’uomo nell’abbraccio permanente di una natura immobile e paziente, grazie alla collaborazione tra alcune delle associazioni più attive in campo escursionistico. Animate da decine di volontari FederTrek, Movimento Tellurico e APE Roma (Associazione Proletari Escursionisti) si sono riuniti per dare vita a un progetto collettivo.

Veduta sul lago di Polverina © Francesco Senatore
Veduta sul lago di Polverina © Francesco Senatore
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Il viaggio comincia da Fabriano e, fino a Camerino, è un avvicinarsi graduale all’epicentro del Cammino. Il punto d’inizio simbolico del percorso è rappresentato dal bar L’Angoletto, dove Marius consegna le credenziali ai futuri Testimoni delle Terre Mutate. In viaggio verso Matelica, è curioso l’attraversamento del borgo di Esanatoglia, con le sue caratteristiche case a tre porte: l’ingresso all’abitazione, un’entrata per gli sposi e il terzo uscio aperto solo per il passaggio dei defunti. Poi l’arrivo nella città di Enrico Mattei regala la visita al teatro Piermarini, opera dello stesso architetto che progettò La Scala di Milano. Prima di arrivare a Camerino, merita anche un passaggio Castel Sant’Angelo con la sua chiesetta intitolata a San Michele e visitabile grazie al sindaco onorario Lino, che t’intrattiene con aneddoti sul posto. Consigliata la deviazione per Pioraco, con la sua veduta sulle gole scavate dal fiume Potenza. Camerino appare ancora splendida malgrado l’estensione della zona rossa che ha svuotato il centro storico della vita. Quindi si entra nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con una discesa verso il lago di Polverina e una risalita verso un altro lago, con il suo omonimo paese: Fiastra, e dal Castello Magalotti si gode d’un magnifico panorama. 

Le suggestivi Pendici del Monte Vettore © Francesco Senatore
Le suggestivi Pendici del Monte Vettore © Francesco Senatore

A Ussita inizia la seconda simbolica parte del Cammino nelle Terre Mutate, l’ascesa al dolore. Si parte dalla località di punta del turismo invernale marchigiano che ora non può contare nemmeno su uno dei duemila posti letto dell’attività ricettiva pre-terremoto, si arriva al Valico delle Arette, dove il Monte Bove appare in tutta la sua immensità. Da Ussita si passa per Visso, un borgo tra i più belli d’Italia, completamente perduto nel sisma, quindi si sale verso i Casali dell’Acquaro per poi sbucare in Umbria, e ridiscendere verso Campi di Norcia. All’ora di cena, sarà imperdibile l’appuntamento con Roberto Sbriccoli presidente della Pro loco locale, un eroe di queste terre capace di allestire trecento pasti al giorno e decine di letti nei lunghi mesi dell’emergenza, e che ha creato lo slogan “Back to Campi” quale invito a tornare qui, per condividere una cena insieme. Il passaggio a Norcia mostra quanto la tenacia umbra abbia reso proverbiale la resilienza dei suoi abitanti: la cittadina è una delle più vivaci nel prendersi cura della ripresa. Basta scambiare due parole con Rita (cell: 333 6253205) al suo negozio nell’area di delocalizzazione, per ricevere una testimonianza attendibile della situazione. Se si intraprende il cammino tra fine giugno e inizio luglio, nella tappa successiva lo spettacolo da non perdere è la fioritura di Castelluccio, quando la monotonia cromatica del pascolo è screziata dal bianco delle lenticchie, l’ocra della senape selvatica, il rosso dei papaveri e il blu dei fiordalisi.

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Arrivando ad Arquata del Tronto, si scavalla nuovamente nelle Marche e ha inizio la terza parte del cammino, segnata dalla discesa a picco nella tragedia. Raggiungendo questo comune che ha caratteristiche uniche, confinando con tre regioni (Lazio, Umbria e Abruzzo) ed essendo il solo in Europa ad abbracciare due Parchi Nazionali (Sibillini e Gran Sasso-Monti della Laga), l’accesso è nel vivo del dramma. Mentre la bellezza del percorso porta ad ammirare il Redentore e il Vettore, le cime più alte di Umbria e Marche, si sprofonda intanto nel cuore del cammino: tutte le vittime del terremoto del 24 agosto 2016 si trovavano nella zona compresa tra Arquata, Accumoli e Amatrice, con gli ultimi due comuni che segnano il passaggio nel Lazio del percorso. Gli abitanti di Amatrice parlano della loro città come di una spianata, di un campo, di una radura: un nulla in cui perdere l’orientamento, se non fosse per le montagne intorno. 

Percorrendo antichi sentieri, si arriva in Abruzzo; e si capisce che è ancora dura a Campotosto, località colpita sia dal terremoto dell’Aquila che da quello di tre anni fa. Fortuna che il suo magnifico lago è sempre là, il più grande artificiale d’Abruzzo e il secondo d’Europa, e che ci sono persone come Assunta Perilli che con la sua bottega La Fonte della Tessitura ha ridato vita a un’antica tradizione locale. 

Uno scorcio del cammino nei pressi di Matelica ©Francesco Senatore
Uno scorcio del cammino nei pressi di Matelica ©Francesco Senatore
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Dal dolore si riemerge per dar spazio alla speranza: la quarta e ultima fase del tracciato è nel segno della rinascita, festeggiata dal maestoso sostegno delle montagne tutt’intorno, come accade nel colpo d’occhio da Monte Mascioni, una delle più appaganti terrazze panoramiche sugli Appennini: la presenza del Terminillo e del Vettore, del massiccio Velino-Sirente e della Maiella, fa squadra con il Gran Sasso e i Monti della Laga. 

Ammirare queste montagne e attraversare il Parco dei Sibillini non è un aspetto secondario di questo viaggio a piedi, ma è primario dare ascolto a persone come Berardina Di Cesare, che a Capodacqua offre il suo accogliente sorriso e un po’ di frutta fresca. Perché il Cammino nelle Terre Mutate, oltre all’esperienza a contatto con la natura selvaggia dell’Italia centrale, è un modo per far ripartire l’economia di questi luoghi e soprattutto la dimensione sociale. Andare lì per ascoltare quanti sono rimasti e far sentire loro che non sono soli, lambire zone rosse dove i militari non sono sempre informati del passaggio di questi strani turisti con zaini e scarpe polverose, è la forma di solidarietà più preziosa che possiamo donare. Come hanno già fatto oltre un migliaio di viandanti da inizio 2019. L’auspicio del Cammino nelle Terre Mutate è di creare il problema opposto: il problema di non riuscire a fare fronte all’arrivo di troppi camminatori, che torneranno a casa trasformati da questa esperienza. Inevitabilmente mutati.

Per saperne di più

Per approfondire l’argomento potrete ascoltare il ciclo di podcast per la serie originale Tracce - Storie di Cammini di Valentina Lo Surdo su Rai Radio3, che racconta i passi lungo il Cammino nelle Terre Mutate attraverso le voci protagoniste che abitano il territorio.

Le colline di Matelica © Francesco Senatore
Le colline di Matelica © Francesco Senatore

Dove fare tappa

Il Cammino nelle Terre Mutate è anche un’avventura dell’ospitalità: in un territorio dove persino inventarsi un modo per poter accogliere i turisti in molti casi è frutto di uno straordinario spirito d’iniziativa, segnaliamo alcuni dei progetti più lodevoli:

1. Fabriano Consegna delle credenziali, Bar L’Angoletto, tel: 0732 250580. Monastero San Luca: tel. 0732-21.762.

2. Matelica Agriturismo Casa Deimar, cell: 335-72.65.070, 338 2110151.

3. Camerino B&B dai Nonni, tel: 349 810 5395 – 0737 637624 - Country House Le Calvie, tel: 0737 616864, 3314429648.

4. Fiastra Rifugio di Tribbio, tel: 0737 527027 / 333 6733300 (Giancarlo Ricottini).

5. Ussita Associazione C.A.S.A. (Cosa Accade Se Abitiamo), cell: 339 1575644, 333 4310165.

6. Campi Agriturismo Fonte Antica, tel: 0743 828523 / 339 1738674 - Cena sociale alla Pro loco, cell: 338 9641493.

7. Norcia Ostello Capisterium, cell: 349 300 2091 - Norcineria artigianale e braceria, Il casale de li tappi, tel: 0743 828041. Per informazioni turistiche, l’Emporio della Sibilla (anche vendita di abbigliamento outdoor), cell: 347 5922688.

8. Castelluccio Per dormire: Agriturismo Valle Delle Aquile, cell: 339 258 6218. Per mangiare: Il sentiero delle fate, cell: 335 6118989, Locanda dei Senari, tel: 0743 821205. Per uno spuntino, Il Chioschetto del Pian Grande, cell: 347 6713292.

9. Arquata del Tronto Rifugio Mezzi Litri, cell: 328 0463947.

10. Accumoli Agriturismo Alta Montagna Bio, cell: 347 5133299, Lago Secco B&B, cell: 349 2616678.

11. Amatrice Da Giovannino, tel: 0746 825354, Agriturismo Amatrice, tel: 0746 825193 / 347 6477120, Lo Scoiattolo, tel: 0746 825086 / 339 5740047, Agriturismo San Clemente, cell: 328 7560179. Ospitalità conviviale per gruppi (anche con tende): AIPS di Sant’Angelo in Amatrice, cell: 347 7181911/ 348 8197277.

12. Campotosto Associazione Pro loco (La Foresteria), cell: 333 4297224, 340 2711487. Prodotti tipici: I tesori della dispensa, cell: 347 5466860.

13. Mascioni Locanda Mausonium, tel: 0862 909132.

14. Collebrincioni Circolo Arci, cell: 349 3966129 / 339 8972151. Ristorante Agriturismo Parkeller, cell: 347 7393842.

15. L’Aquila CaseMatte, per un pranzo alternativo a fine cammino, tel: 0862 204406. 

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Destinazioni in questo articolo:

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