Viaggio nella Toscana degli Etruschi: dall’epoca di Cosimo de’ Medici allo splendore della costa
La grande risonanza internazionale suscitata nel 2022 dal ritrovamento di 24 bronzi etruschi nel borgo termale di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, ha riacceso i riflettori su una delle più misteriose civiltà del mondo antico. La Toscana ha sempre custodito con cura il proprio passato, anche in riferimento a questo popolo, ma è innegabile che negli ultimi mesi l’attenzione sia salita alle stelle, come conferma l’inserimento tra le regioni top di Best in Travel 2024. Se a questo si aggiunge l’approssimarsi di un anniversario importante quale il 450° anniversario della morte di Cosimo I de’ Medici, illustre membro della celebre dinastia e iniziatore di una nuova sensibilità archeologica legata agli etruschi e all’antichità in generale, le ragioni per tornare al più presto in Toscana si rivelano decisamente forti.

A Firenze, a tu per tu con la Chimera di Arezzo
Il nostro viaggio sulle orme degli etruschi non può che iniziare da Firenze. Un atto doveroso, non solo per il ruolo che il Capoluogo esercita nel panorama culturale. Il legame forte, infatti, viene dal rapporto che lega la città e uno dei reperti più importanti di epoca etrusca, conservato proprio al Museo Archeologico Nazionale. La sezione etrusca custodisce, infatti, la splendida Chimera di Arezzo. Questa statua in bronzo, fusa nel V secolo a.C., rappresenta uno dei più spaventosi mostri della mitologia greca: un leone ferito dalla cui schiena spunta la testa di una capra, con la coda trasformata in serpente. La Chimera fu rinvenuta durante i lavori di scavo delle fortificazioni aretine e subito reclamata dal Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, che la espose a Palazzo Vecchio.

Un gesto importante, perché testimonia la nascita di un grande interesse per la civiltà etrusca proprio nel pieno del Rinascimento. Anche grazie al ritrovamento della Chimera, la cui autenticità è certificata da un’iscrizione, Cosimo I legittimò il suo potere, arrivando nel 1569 al conferimento da parte di Papa Pio V del titolo di Magnus Dux Etruriae. Un’altra opera da non perdere al Museo Archeologico Nazionale è la Minerva di Arezzo. Anche quest’opera iconica, risalente al III secolo a.C., fu subito acquisita nella collezione del Granduca, che la collocò nello Studiolo di Calliope in Palazzo Vecchio.

Cinque luoghi perfetti per incontrare gli etruschi in Toscana
La Toscana è disseminata di tracce etrusche, ma cinque siti possono essere citati per costruire una mappa piuttosto completa dell’eredità di questo popolo. Non lontano da Sarteano, in provincia di Siena, troverete la Necropoli delle Pianacce. Qui i primi rinvenimenti di tombe avvennero nel 1954, ma è all’inizio del nostro Millennio, nel 2003, che risale la scoperta di uno dei reperti più sorprendenti: la Tomba della Quadriga Infernale, che si trova a cinque metri di profondità, scavata nel travertino e decorata con tinte intense. La scena più affascinante raffigura un demone che conduce una quadriga formata da due leoni e due grifi.
Scendendo a sud, verso il cuore della Maremma, non perdete la Necropoli di Sovana. Il grande sito etrusco ai piedi del borgo vi farà sentire come dei piccoli Indiana Jones, soprattutto se lo visiterete in bassa stagione. Sviluppato su tre poggi, è costituito da tombe che erano veri e propri templi per onorare i defunti. La più nota è la Tomba Ildebranda (III-II secolo a.C.), scavata nel tufo e con un porticato a sei colonne, ma sono imperdibili anche la Tomba Pola e la Tomba dei Demoni Alati, con la statua policroma del defunto fiancheggiata da due demoni femminili.
Insieme a Sorano e a Pitigliano, Sovana è una delle cosiddette città del tufo in Toscana, tutte in provincia di Grosseto. Visitarle significa penetrare in profondità nella storia di questa regione, con uno sguardo non solo sugli etruschi ma anche, per esempio, sulla presenza ebraica nel Granducato – a Pitigliano fiorì una numerosa comunità ebraica che meritò alla cittadina il nome di ‘Piccola Gerusalemme’.

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Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, a est di Firenze, non vivrete soltanto momenti rigeneranti a contatto con la natura con escursioni a piedi o a cavallo. All’interno del Parco, infatti, si trova uno dei siti più affascinanti legati alla civiltà etrusca, proprio dove, nel 1838, fu trovata una statuetta di Ercole. Il Lago degli Idoli è un piccolo specchio d’acqua sul Monte Falterona, non lontano dalla sorgente dell’Arno, e in questo sito, dopo il primo ritrovamento legato all’eroe mitologico, ne sono seguiti molti altri. Numerosi reperti possono essere ammirati al Museo Archeologico Casentino di Bibbiena, ma anche alla National Gallery di Londra e in altri musei internazionali.
Non lontano da qui, proseguite nel Mugello, per visitare l’area archeologica di Frascole, che conserva le rovine di un edificio etrusco dalla pianta rettangolare e dalle imponenti pareti. Al Museo Archeologico di Dicomano vedrete alcune splendide lastre di pietra e una stele funeraria.
Ancora un museo, ma davvero d’eccezione, è la quinta esperienza etrusca che vi consigliamo di non mancare. Vivetela al Museo Archeologico di Chianciano Terme, che mostra oggetti appartenenti alla vita quotidiana della civiltà etrusca, narrata con un’esposizione semplice e adatta anche ai bambini.

Volterra: uno splendido centro dall’anima etrusca
Le mura di Volterra dominano la Val Cecina e la Val d’Era, in provincia di Pisa. Vi sarà impossibile restare indifferenti ai suoi tramonti, ai palazzi orgogliosi, alla fierezza che leggerete negli occhi degli alabastrai, alla vertigine delle Balze, e alla vivacità delle serate estive. Se cercate gli etruschi, li troverete al massimo dello splendore visitando il Museo Etrusco Guarnacci. Tra i capolavori di questo museo c’è l’Urna degli Sposi (90-80 a.C.), coperchio di un’urna cineraria in terracotta. Straordinari i gioielli, come l’elegante ed enigmatica statuetta in bronzo nota come Ombra della Sera (battezzata così da D’Annunzio), alta 57 cm e risalente al III secolo a.C. Potreste guardarla in silenzio a lungo, interrogandovi sulla sua storia. Sotto il cielo della Toscana, poi, esplorate il Parco Archeologico Enrico Fiumi. Visitare il sito, l’acropoli etrusco-romana e gli interessanti resti significa vedere il nucleo storico dell’antica Velathri, con le stratificazioni che si sono succedute a partire dal VI secolo a.C.

Lungo la Costa degli Etruschi: al Parco Archeologico di Baratti e Populonia
La civiltà etrusca è così legata al territorio toscano che in questa regione trovate un intero tratto di costa che porta il loro nome: la Costa degli Etruschi. Il lungo tratto di litorale che da Livorno scivola verso sud fino a Piombino, e che deve il suo nome alle necropoli etrusche scoperte nell’area di Populonia, è un susseguirsi di rinomati centri balneari che richiamano ogni estate migliaia di villeggianti. A di là del richiamo estivo, c’è però un’altra grande attrattiva da non perdere qui. Parliamo del Parco Archeologico di Baratti e Populonia. Questa vasta area archeologica a 10 km da Piombino è quel che resta dell’antica città etrusca e romana di Populonia. Pressoché inesplorata fino alla seconda metà del Novecento, conserva tombe etrusche, cave, i resti di un quartiere minerario e le rovine dell’acropoli romana.
Da qui, con un’ora di guida attraverso la Maremma, portatevi sulle colline che dominano la pianura a ridosso di Castiglione della Pescaia e visitate Vetulonia. Nell’odierna erede dell’etrusca Vatluna, non perdete il Museo Civico Archeologico ‘Isidoro Falchi’. Raccoglie le testimonianze del passato etrusco e romano di Vetulonia. Un luogo di grande fascino, tutto da scoprire con attenzione e passione perché conserva inalterato, a distanza di millenni, il fiero fascino della civiltà etrusca.