Tesori veneti: spunti per scoprire la regione attraverso i suoi patrimoni dell’umanità

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

L’Italia è il Paese che possiede il maggior numero di siti Patrimonio Unesco e uno dei contributi più consistenti a tanta bellezza si concentra nel Veneto. Le Dolomiti, Venezia (con le sue opere di difesa) e Verona sono le mete più gettonate dal turismo nazionale internazionale, ma qui vi proponiamo un possibile itinerario ad anello che tocca molti altri siti tra i quali l’ultimo (per adesso), iscritto nella lista nel 2021. Tra storia, natura, vino e arte, qualche consiglio per scoprire un lembo d’Italia reso celebre da artisti e contadini geniali.

A Padova ricorrono gli ottocento anni della sua Università ©Catarina Belova
A Padova ricorrono gli ottocento anni della sua Università ©Catarina Belova
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Un buon pretesto per iniziare il vostro viaggio da qui è la ricorrenza di cui questa città va molto orgogliosa: gli ottocento anni della sua Università, che ricorrono nel 2022. Fortemente legato all’ateneo è il magnifico Orto Botanico, iscritto nella lista nel 1997 perché “all’origine di tutti gli orti botanici del mondo, rappresenta la culla della scienza e della comprensione delle relazioni tra natura e cultura”. Fondato nel 1545, si tratta dell’orto botanico universitario più antico del mondo dove, tra piante carnivore e specie rare, serre climatizzate e una rigorosa organizzazione geometrica che tutto tiene insieme, potrete fare la conoscenza con la palma di Goethe o il platano del 1680. Da non perdere sono le serre che riproducendo le diverse zone climatiche del Pianeta, consentono di compiere un viaggio nella natura ricordando a ciascuno di noi l’immenso valore della biodiversità.

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Ma la città di Padova dal 2021 può vantare un nuovo ingresso nella lista dell’Unesco. Mettetevi scarpe comode perché si tratta di un sito seriale, un itinerario tra otto edifici e complessi storici del centro cittadino arricchiti da affreschi realizzati nel corso del Trecento da un gruppo di artisti, tra i quali Giotto, che hanno costituito “la base ispiratrice per secoli di lavori di affresco nel Rinascimento italiano”. Tra di essi, spiccano il Palazzo della Ragione, caratterizzato dall’imponente soffitto ligneo e 217 metri di affreschi che decorano le pareti e lasciano il segno nella memoria di ogni visitatore. Si tratta di una sorta di enciclopedia illustrata di astrologia completa di pianeti, costellazioni e allegorie dei segni zodiacali. Tuttavia, è la Cappella degli Scrovegni la vera star di “Padova Urbs picta”. Avrete a disposizione 15 minuti appena per ammirare questo capolavoro perché il tempo di visita è rigidamente contingentato al fine di proteggere il capolavoro realizzato da Giotto all’inizio del Trecento. 900 metri quadrati di superficie dipinta dove spicca il blu della volta e le quattrocento stelle dorate che lo illuminano. Imperdibile.

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Villa La Rotonda, tempio profano del Palladio ©cristalvi
Villa La Rotonda, tempio profano del Palladio ©cristalvi

Vicenza

Dici Vicenza e pensi al Palladio (benché nato a Padova), il più grande architetto del Cinquecento, colui che “non aveva nemmeno un cognome ma che ha dato alla sua discendenza una nobiltà che i re non possono dare”. E non c’è dubbio che questa città e tutto il territorio regionale siano stati nobilitati da questo grande artista, tanto che l’Unesco ha dapprima, nel 1994, inserito il centro città con 23 ville palladiane e tre ville di campagna tra i patrimoni dell’umanità; poi, due anni dopo, ha ampliato il sito a comprendere altre 21 ville palladiane distribuite nel territorio Veneto.

Per capire questa città, basta salire sulla terrazza della Basilica (che basilica non è ma così si chiama) Palladiana e ammirare il panorama, tra cupole e colli. Gustate un bicchiere di prosecco al bar La Terrazza e poi entrate nel salone con la copertura a carena di nave. La Basilica Palladiana è la prima opera a cui il celebre architetto lavorò, trasformando o meglio rivestendo l’edificio costruito un secolo prima, con due ordini di logge sovrapposte in pietra di Piovene di Rocchette. Dopo aver passeggiato in Piazza dei Signori e in Piazza delle Biade, raggiungete il Teatro Olimpico, il teatro coperto in muratura più antico del mondo, sorta di testamento spirituale progettato dal Palladio poco prima di morire. Sembra un’opera creata apposta per suscitare stupore tra gli spettatori. Uguale stupore si avverte visitando Villa La Rotonda, tempio profano eretto in cima a un poggio per ammirare il paesaggio circostante da ogni possibile angolazione. È la più celebre tra le ville del maestro, una villa tempio di matematica bellezza in cui si combinano forme geometriche pressoché perfette.

Il Milite Ignoto sul Monte Grappa ©magnus1787
Il Milite Ignoto sul Monte Grappa ©magnus1787
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Riserve della Biosfera MAB UNESCO: Monte Grappa e Delta del Po

Spostatevi in provincia di Treviso, scegliete una giornata tersa e, se amate le curve, affrontate i numerosi tornanti che vi porteranno dalle colline alla montagna. Una volta arrivati in cima, dove sorge il sacrario, il panorama sarà indimenticabile. Ma non è solo il panorama a restare nella memoria. Qui la Grande Guerra ha trasformato questi luoghi in un inferno di morte dove oggi riposano le spoglie di oltre 12 mila soldati. Una tomba per migliaia di anime che si staglia su un panorama che spazia fino alla laguna di Venezia e, tra questi due estremi, l’orrore della guerra e la bellezza della natura, è racchiuso il percorso di una terra che ha saputo riscattarsi e diventare uno dei motori dell’economia nazionale. In questo percorso di rinascita e valorizzazione, rientra il riconoscimento arrivato nel 2021 di Riserva della Biosfera MAB UNESCO, una rete di siti di eccellenza che promuovono l’integrazione armoniosa tra persone e natura per lo sviluppo sostenibile.

Anche il Parco naturale del Delta del Po, che si sviluppa tra Veneto ed Emilia è, dal 1997, Riserva della Biosfera MAB UNESCO. Qui, il grande fiume d’Italia diventa laguna mescolandosi con l’Adriatico e le portando con sé storie e culture, paesaggi naturali e un dialogo complesso tra uomo e ambiente. È una zona selvaggia e solitaria, fatta di spiagge remote e pescatori testardi che regala ai viaggiatori orizzonti immensi. Prendete una barca a fondo piatto e regalatevi un’escursione sull’acqua al tramonto, tra lagune e canneti: che siano le Bocche del Po di Pila, il Po di Maistra, il Po di Tolle o la Laguna di Caleri (con il suo imperdibile giardino botanico), avrete modo di ammirare la ricca biodiversità che consente a piante e uccelli di trovare un habitat unico. E anche a tavola non mancheranno le sorprese: riso, ostriche di Scandivari, vongole, anguilla nostrana e addirittura miele da spiaggia, tutti eccellenti prodotti a chilometri zero. Insomma, nel vostro viaggio da queste parti, far tappa al ristorante assumerà un’importanza centrale perché, come ha detto Italo Calvino, il vero viaggio implica “inghiottire il paese visitato, nella fauna e nella flora, facendolo passare per le labbra e l’esofago”. I viaggiatori sono serviti.

Le colline intorno a Valdobbiadene © mTre
Le colline intorno a Valdobbiadene © mTre

Un territorio che si sviluppa per circa 100 Km, dove protagoniste assolute sono le vigne che ricamano le colline, distendendosi tra boschi e villaggi. Percorrete la strada del Prosecco e fermatevi ad osservare i dettagli: è tutto un alternarsi di piccoli terrazzamenti dove le viti (e i vignaioli) si arrampicano da secoli, lavorando a mano questa terra e trasformandola in un infinito arazzo. È l’antica tecnica della bellusera che ha generato questo paesaggio unico che nel 2019 l’Unesco ha iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale come “paesaggio culturale”, ovvero uno di quei luoghi forgiati dal lavoro della natura e dell’uomo. Da Valdobbiadene a Vittorio Veneto, passando per Conegliano, prenderete confidenza con il “paesaggio a mosaico”. Fate tappa a Cison di Valmarino e salite a Castel Brando per ammirare il panorama, il castello e magari fermarvi a pernottare qui (oggi è un lussuoso hotel). Al Santuario di Collagù vi troverete su uno dei balconi da dove è più facile apprezzare il perfetto equilibrio tra elementi naturali e intervento umano. Il panorama del borgo di Rolle “è una cartolina inviata dagli dei”, secondo le parole del poeta Andrea Zanzotto. A Refrontolo, cercate il Molinetto della Croda e visitate il Museo della molitura. Ovunque vi fermerete, avrete l’occasione di assaggiare e acquistare il vostro prosecco che, da questo momento in avanti, non sarà più soltanto il vino che accompagna i vostri momenti più felici ma la sintesi di questo territorio unico e straordinario che, con le sue bollicine ha conquistato il mondo.

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