Elegante e pop: tutti i volti di Padova
Elegante, ma anche graffitara e pop. Dietro la sua parvenza da tranquilla città del Nord Italia, Padova regala ai viaggiatori più attenti un’anima irrequieta ed esuberante. Una passeggiata nel suo splendido centro storico è il modo migliore per conoscere entrambi i lati della stessa, scintillante medaglia.
A misura d’uomo. Una volta lasciati alle spalle i numerosi pellegrini dalla Basilica di Sant’Antonio e gli spazi sconfinati del Prato della Valle, è questa la sensazione che si ha varcando una delle porte di ingresso al centro storico di Padova. Conosciuta come la città dei gran dottori, il capoluogo patavino colpisce sin da subito per la sua atmosfera di pacata rilassatezza che conserva in tutte le stagioni dell’anno, tuttalpiù interrotta occasionalmente dall’euforia di alcuni neo-laureati che, fedeli alla tradizione, si sottopongono ai sacri riti della goliardia. Ecco perché il Palazzo Bo, sede universitaria cittadina dal 1493, è un buon posto per iniziare a conoscerla meglio. Non perdetevi una visita guidata al suo interno, così da poter rendere omaggio al professore più illustre dell’istituto, un certo Galileo Galilei, che qui insegnò dal 1592 al 1610. Potrete vedere la sua cattedra e, poco lontana, la sontuosa aula magna, utilizzata dallo stesso Galilei poiché l’unica in grado di contenere i numerosissimi studenti che accorrevano alle sue lezioni. Il vero gioiello della visita è lo splendido teatro anatomico, un’ardita struttura in stile rinascimentale tutta in legno, dove, a partire dal Seicento, si disponevano autopsie sui corpi dei cadaveri per approfondire la conoscenza del corpo umano. Pare che per rallegrare l’atmosfera spesso le lezioni venissero accompagnate da concerti di musica dal vivo.
Tornati all’aria aperta, è ora il momento di conoscere un altro edificio simbolo della città. Il Palazzo della Ragione era anticamente il luogo dove avevano sede i tribunali cittadini. Costruito nel 1218, fu sopraelevato un secolo dopo e da quel momento la sua copertura ricorda a molti quella della chiglia rovesciata di una nave. Entrando non si può fare a meno di notare l’enorme statua del cavallo ligneo, un manufatto del XV secolo realizzato, pare, per una festa cittadina e recentemente oggetto di restauro. Meno appariscente ma capace di tirare fuori più di un sorriso è la Pietra del Vituperio, ovvero uno scomodo e freddo sedile in pietra dove i debitori erano obbligati a battere le natiche per tre volte, ovviamente dopo essersi calati i pantaloni. Pare che da qui nasca l’espressione locale “restar in braghe de tea”.
Il palazzo fa da spartiacque alle due storiche piazze cittadine, ovvero Piazza delle Erbe e della Frutta, dove i padovani amano passeggiare e poi fermarsi in uno dei tanti bar a sorseggiare l’aperitivo per eccellenza della città, lo Spritz. Se il tempo non è clemente si può riparare nei portici sotto il palazzo e intanto fare scorta di salumi e formaggi nelle tante botteghe presenti. A proposito, non mancate una visita ai Due Catini d’Oro, una drogheria attiva già dal XV secolo. A vederla da fuori sembra poco più di un negozio come tanti altri, entrate e rivolgetevi ai gentili gestori per farvi raccontare tutta la sua gloriosa storia e, intanto, lasciate che i vostri nasi odorino le innumerevoli spezie al suo interno. La vicina Piazza dei Signori è invece dominata dalla celebre Torre dell’Orologio. Osservate il quadrante e cercateci i simboli dei segnali zodiacali: se aguzzate bene la vista scoprirete che ne manca uno. Un indizio? Viene subito dopo la vergine... Passate poi sotto il piccolo archivolto per ritrovarvi in piazza Capitaniato, con un bel ciottolato per terra e alti alberi – tra i più vecchi di tutta la città - a suggerire una forte atmosfera bohemienne.
Pausa caffè? Non si può lasciare Padova senza provarne la sua delicata variante alla menta e altre erbe aromatiche. Andate al Caffè Pedrocchi, vera istituzione cittadina che, nel corso del novecento, ha visto ospitare vari intellettuali nella sua elegante sale interna.
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Durante le vostre passeggiate noterete come siano molti i palazzi del centro storico ornati da opere di street-art. Tra i vari artisti locali, i padovani vogliono un gran bene a Kanny Random, un writer che ha lentamente abbellito la città con le sue creazioni, che richiamano per molti versi quelle di Bansky. Nelle sue opere c’è quasi sempre la figura di un uomo con cilindro e spolverino, nonché la presenza di un gatto e un uccellino, vere e proprie firme dell’artista. Da qualche tempo, inoltre, Random dissemina delle sue opere in giro per la città, lasciando poi indizi a chi volesse mettersi a caccia tramite gli account social.
E per finire si ritorna da dove si è iniziato, alla Padova universitaria, quella degli studenti fuori sede che riempiono le strade di dialetti e lingue di ogni parte del mondo e che si aggirano per il centro in sella a biciclette cigolanti. Da qualche tempo, con la bella stagione, la zona intorno al fiume Piovego è divenuta un allegro susseguirsi di improvvisati locali che si affollano di ragazzi pronti a levare il bicchiere al cielo per festeggiare il tanto agognato esame superato a pieni voti. A loro succede un po’ la stessa cosa che accade a chiunque si avvicini a questa città. Padova, che con il suo fare discreto si insinua lentamente nell’animo di chi la visita, e poi finisce per mancare molto di più di quanto si potesse credere.