Sulle tracce di Goya a Saragozza

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Saragozza è una delle città più sottovalutate della Spagna, ma l’immagine eterea delle cupole della Basílica de Nuestra Señora de Pilar che si riflettono sulle acque del Río Ebro vi colpirà senza dubbio. E non è tutto qui: ci sono molti altri edifici interessanti, tra cui un castello turrito i cui interni sembrano un’Alhambra in miniatura e alcune suggestive rovine romane. Ma il suo fascino non si ferma ai monumenti: vanta un ricco panorama di tapas bar e locali e custodisce numerose opere di Francisco Goya, pittore geniale nato in un paese vicino nel 1746. Venite con noi in un itinerario alla ricerca dei tesori del grande pittore.


Saragozza è una delle città più sottovalutate della Spagna ©Mike Workman
Saragozza è una delle città più sottovalutate della Spagna ©Mike Workman
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La Saragozza di Goya

Museo Goya – Colección Ibercaja, Saragozza 

Se si esclude il Museo del Prado di Madrid, questo eccellente museo ospita quella che molto probabilmente è la miglior collezione di opere di uno degli artisti più amati e famosi del paese: Goya. Ognuno dei tre piani è dedicato a un tema diverso. Il secondo piano è interamente dedicato alle sue opere, tra cui quattro serie complete di acqueforti; la più interessante è l’innovativa ma in qualche modo grottesca Desastres de la guerra (Disastri della guerra), un severo attacco alla crudeltà e alla follia della guerra.

Casa Natal de Goya, Fuendetodos 

L’umile dimora in cui nacque Goya rimase di proprietà della sua famiglia fino ai primi anni del XX secolo, quando fu acquistata dal celebre pittore basco Ignacio Zuloaga. Distrutta durante la guerra civile, la casa fu in seguito ristrutturata e arredata con mobili d’epoca. Oggi ospita mostre dedicate a Goya e alla sua epoca. All’interno, si può vedere l’austera cucina del XVIII secolo, la stanza in cui Goya nacque nel 1746 e un grande schermo a parete che illustra il suo albero genealogico. In una casa accanto, la Sala Zuloaga (l’ingresso è incluso nel prezzo del biglietto) ospita mostre temporanee dedicate principalmente all’arte grafica. 

La statua di Goya a Saragozza ©Karl Allen Lugmayer
La statua di Goya a Saragozza ©Karl Allen Lugmayer

Museo del Grabado de Goya, Fuendetodos 

Questo museo, che si trova 100 metri più avanti rispetto alla casa natale di Goya, custodisce un’importante collezione di incisioni dell’artista. Sono esposte quattro serie, inclusa la famosa e satirica Los Caprichos e La Tauromaquia dedicata al mondo delle corride. 

Museo de Zaragoza, Saragozza 

Il museo civico di Saragozza, dedicato all’archeologia e alle belle arti, espone una raccolta di reperti che va dalla preistoria all’epoca islamica, compresi alcuni straordinari mosaici della Caesaraugusta romana. Al piano superiore sono visibili 19 dipinti e più di una ventina di incisioni di Goya. Il museo si trova 400 metri a sud del teatro romano. 

Museo de Huesca, Huesca 

Il museo civico con il suo grazioso cortile ospita una collezione allestita con grande cura, ma dotata di didascalie soltanto in spagnolo, che illustra l’archeologia della provincia di Huesca; comprende inoltre alcune opere di arte moderna incluse otto di Goya. Il museo incorpora anche un palazzo reale aragonese del XII secolo; si crede che una delle sue sale (dotata di effetti sonori spettrali) sia stata teatro di un sanguinoso episodio noto come La Campana de Huesca, quando il re Ramiro II fece decapitare 13 nobili, colpevoli di non averlo appoggiato. 

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Basílica de Nuestra Señora del Pilar, Saragozza 

Questa grande basilica barocca è molto importante per i cattolici. Secondo la tradizione, il 2 gennaio del 40 d.C., nel luogo in cui sorge la chiesa, la Vergine Maria apparve a Santiago (l’apostolo san Giacomo) sulla sommità di un pilar (pilastro) di diaspro e lasciò la colonna a testimonianza della sua visita. Intorno alla colonna fu dunque costruita una cappella, che nel corso dei secoli fu sostituita da una serie di chiese sempre più sontuose fino a culminare nell’imponente basilica che si può ammirare oggi. 

Un ascensore sale fino alla sommità della torre nordoccidentale, da dove è possibile raggiungere un magnifico punto panoramico che offre splendidi scorci delle cupole e del centro cittadino. 

Progettato nel 1681 dall’architetto locale Felipe Sánchez y Herrera, questo edificio sacro venne ampiamente rimaneggiato nel corso del Settecento dall’architetto di corte Ventura Rodríguez, che vi aggiunse la barocca Santa Capilla all’estremità orientale della basilica (dove si trova il miracoloso pilastro), e le 10 cappelle minori rivestite di azulejos che circondano la cupola principale sul tetto. 

La Basílica de Nuestra Señora del Pilar, Saragozza ©Gonzalo Buzonni
La Basílica de Nuestra Señora del Pilar, Saragozza ©Gonzalo Buzonni
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Altre cose da non perdere durante un viaggio a Saragozza

La Seo 

Tra le cose da vedere durante un viaggio a Saragozza non può mancare La Seo, che si erge all’estremità orientale di Plaza del Pilar. La cattedrale, costruita tra il XII e il XVII secolo e caratterizzata da un’incredibile commistione di stili architettonici, dal romanico al barocco, è il più raffinato esempio d’arte cristiana a Saragozza. La Seo si trova nel luogo in cui sorgeva la principale moschea della Saragozza islamica (a sua volta eretta sulle rovine del Foro romano). Il biglietto d’ingresso alla cattedrale consente di visitare anche il Museo de Tapices, che custodisce una collezione di arazzi fiamminghi e francesi realizzati tra il XIV e il XVII secolo, considerata una delle migliori al mondo. 

Alma Mater Museum 

Talvolta i musei ecclesiastici sono noiose carrellate di anonime opere d’arte sacra, ma non è questo il caso. Qui le eleganti esposizioni multimediali creano un’atmosfera artistica, che si protrae via via che si segue il percorso ben studiato alla scoperta degli elementi più antichi dell’edificio (un ex palazzo reale ed episcopale), dell’antico Foro romano, della venerata Virgen del Pilar e della storia aragonese (soprattutto dal punto di vista della chiesa). L’ultimo piano è una celebrazione del Rinascimento con le opere dei due Francisco della zona: Goya e Bayeu. 

Aljafería 

L’Aljafería è l’edificio di epoca islamica più bello della Spagna al di fuori dell’Andalusia. Edificato nell’XI secolo come palazzo fortificato dai sovrani islamici di Saragozza, fu rimaneggiato per la prima volta nel 1118 dopo la conquista cristiana della città. Nell’ultimo decennio del Quattrocento i re cattolici Ferdinando e Isabella trasferirono la corte nel loro palazzo, abbandonando l’Aljafería, che, a partire dal 1590, fu rimaneggiata fino ad assomigliare più a una fortezza che a un palazzo. Restaurato nella seconda metà del secolo scorso, nel 1987 l’edificio divenne sede del parlamento regionale. 

Fiestas del Pilar 

Se andate a Saragozza a ottobre assisterete alla manifestazione più importante di Saragozza: una settimana fitta di eventi (sia sacri sia profani) in onore della santa patrona della città e culmina il 12 ottobre con il Día de Nuestra Señora del Pilar, quando una montagna di fiori viene ammucchiata intorno all’immagine della Vergine, portata in Plaza del Pilar dalla basilica, da centinaia di migliaia di fedeli, molti dei quali indossano coloratissimi costumi regionali o nazionali. 

Il cortile interno dell’Aljafería ©OmbraEstudi
Il cortile interno dell’Aljafería ©OmbraEstudi

Caesaraugusta, una città sotterranea

Sotto le moderne strade di Saragozza si nasconde un universo parallelo che racconta la storia di Caesaraugusta, la città romana fondata nel 14 a.C. che divenne una delle colonie più importanti e strategiche di tutta la Penisola Iberica. 

Sulle sue ceneri sorse la Saragozza medievale e Caesaraugusta rimase sepolta e dimenticata per oltre 1500 anni. Soltanto negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso le sue vestigia sono state riportate alla luce grazie a quattro interessanti musei collegati fra loro: il Museo del Foro de Caesaraugusta, allestito in quattro spazi espositivi sotterranei e dedicato ai resti del Foro romano; il Museo del Puerto Fluvial, dedicato agli impianti del porto fluviale romano; il Museo de las Termas Públicas, dedicato alle antiche terme romane; e il fiore all’occhiello, il Museo del Teatro de Caesaraugusta, un teatro che un tempo era in grado di accogliere 6000 spettatori ed era uno dei più grandi della Penisola Iberica. 

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La  Basílica de Nuestra Señora de Pilar sulle acque del Río Ebro  ©Sergey Dzyuba
La Basílica de Nuestra Señora de Pilar sulle acque del Río Ebro ©Sergey Dzyuba

Le rovine della guerra civile a Belchite

Gli inquietanti resti del villaggio di Belchite, 45 km a sud-est di Saragozza, ridotto in macerie durante una feroce battaglia della guerra civile nel 1937, non furono ricostruiti dopo la guerra. Le rovine del Pueblo Viejo de Belchite sono oggi recintate, ma si possono visitare prendendo parte alle popolari visite guidate organizzate due o tre volte al giorno dall’ufficio turistico di Belchite. Al di fuori degli orari di apertura, è comunque possibile osservare le rovine dall’esterno della recinzione. 

Nell’agosto del 1937, durante la battaglia di Belchite i repubblicani cacciarono i nazionalisti dal villaggio, provocando migliaia di morti. Tuttavia, in seguito i nazionalisti riconquistarono Belchite e, avendo vinto la guerra, ordinarono che il villaggio fosse lasciato nello stato di rovina in cui si trovava e che fosse costruito un nuovo villaggio dai prigionieri repubblicani della zona. Tra le macerie ci sono ben quattro chiese del XVIII secolo o addirittura d’epoca precedente (due sono annesse a conventi e di una rimane ben poco a parte la torre dell’orologio in stile mudéjar). 

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