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Samurai, divinità mostruose e montagne mistiche: la magia del Tohoku

Redazione Lonely Planet
10 minuti di lettura

A nord di Tokyo si apre un mondo magico, in cui montagne sacre sono venerate da asceti vestiti di bianco, antiche leggende si tramandano da secoli e i fasti d’epoca feudale sono ottimamente conservati. Un viaggio nel Tohoku è un salto indietro nel tempo, sta a voi decidere se esplorare la cultura dei samurai o fermarvi a meditare.

Un sentiero sul monte Haguro-san  ©Alon Adika/Shutterstock
Un sentiero sul monte Haguro-san ©Alon Adika/Shutterstock
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Sulle le orme degli yamabushi tra le vette favolose del Dewa Sanzan

Haguro-san (Nascita), Gas-san (Morte) e Yudono-san (Rinascita) rappresentano sia il ciclo della vita che le sensazioni che vi attraversano quando si affrontano le tre famose vette del Dewa Sanzan. I tre monti sono oggetto di venerazione per i seguaci vestiti di bianco dello shugendō, la religione popolare degli asceti di montagna che trae elementi sia dal buddhismo che dallo shintoismo. Ogni anno, i pellegrini si recano al Dewa Sanzan con abiti bianchi, sandali, cappello di paglia e un bastone di legno, ma accanto a loro vedrete anche salire escursionisti con giacconi, scarponi e bastoni da trekking. 

Lungo questi sentieri ci sono soprattutto gli asceti di montagna con le inconfondibili conchiglie di strombo, giacche a scacchi e voluminosi pantaloni bianchi. In inverno potete rimanere seduti accanto a loro sotto cascate ghiacciate per temprare il corpo e lo spirito, oppure semplicemente vederli passare mentre vi rilassate nel vostro alloggio al termine del viaggio. 

Se il trekking, anche mistico, non fa per voi, potete raggiungere le montagne comodamente in treno e riconnettervi con la natura attraverso gli insegnamenti di maestri, come Master Hoshino, che vi guideranno in un programma volto a rilassare mente e corpo. Al Daishobo, la nuova generazione di yamabushi offre programmi di formazione di tre giorni due volte al mese per coloro che desiderano dare un significato più profondo al proprio viaggio. Si tratta di una straordinaria possibilità di apprendere le austere pratiche spirituali dei seguaci della scuola buddhista shugendō , venerati in Giappone per i loro poteri straordinari. Potrete partecipare alla pratica mattutina e a istruttive passeggiate nella natura, meditare sotto le cascate, assistere a incantesimi shugendō e persino a qualche esorcismo. 

Un'antica casa samurai a Kakunodate in autunno ©Justin.Jacobs/Shutterstock
Un'antica casa samurai a Kakunodate in autunno ©Justin.Jacobs/Shutterstock

Un viaggio indietro nel tempo all’epoca dei samurai a Kakunodate

I discendenti del clan Satake a Kakunodate possono andar fieri della sensibilità estetica e architettonica dei loro antenati. Il buke yashiki (quartiere dei samurai) è probabilmente il più bello di Kakunodate e la maggior parte degli edifici che lo compongono sono aperti al pubblico e ancora in condizioni perfette. È un vero e proprio museo vivente della storia feudale del Giappone, visitato ogni anno da migliaia di turisti. La zona è ricca anche di giardini curati e ciliegi, specialmente durante la stagione della fioritura. La città fu fondata nel 1620 da Ashina Yoshikatsu, signore del clan Satake, ed è protetta dalle montagne su tre lati. 

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Kakunodate durante la fioritura dei ciliegi Image by Tohoku Tourism Promotion Organization
Kakunodate durante la fioritura dei ciliegi Image by Tohoku Tourism Promotion Organization

Sono una mezza dozzina le case dei samurai aperte al pubblico, e si trovano lungo una via alberata all’ombra dei ciliegi. Le più elaborate si potrebbero definire quasi musei in miniatura, mentre altre sono state semplicemente lasciate così com’erano e si visitano gratuitamente. Tra le case da non perdere vi consigliamo:

  • Fabbrica Andō. File di bambole per lo hinamatsuri (festa delle bambine) accolgono i visitatori in questa fabbrica alimentare in attività da diversi secoli. Diretta da una delle famiglie più antiche della prefettura di Akita, la fabbrica Andō produce salsa di soia e miso in un bellissimo stabilimento di mattoni della fine del XIX secolo. Si possono visitare alcuni ambienti e inoltre è possibile assaggiare sottaceti e zuppa di miso (gratis!) nell’accogliente punto di ristoro. 
  • Buke Yashiki Ishiguro-ke. Costruito nel 1809 come residenza della famiglia Ishiguro, i cui membri erano consiglieri del clan Satake, questo edificio è uno dei più antichi del quartiere. Alcuni discendenti degli antichi proprietari vivono ancora qui e offrono visite guidate in alcune sale della casa. Oltre ai capi d’abbigliamento dei samurai, sono particolarmente interessanti le mappe segnate dal tempo e le bilance di precisione per la distribuzione del riso. 
  • Kakunodate Rekishi-muraAoyagi-ke. La residenza della famiglia Aoyagi è un complesso imponente che merita una visita a sé. All’interno di ciascun edificio sono esposti affascinanti cimeli di famiglia (armi antiche di samurai, oggetti d’arte popolare e preziosi pezzi antichi, accanto a grammofoni e dischi di musica jazz). 
  • Kakunodate Kabazaiku Denshōkan. In questo centro hanno sede mostre e dimostrazioni di kabazaiku, l’arte di decorare di oggetti di uso casalingo con sottili strisce di corteccia di ciliegio. Questa tecnica venne elaborata dai samurai di basso rango e da quelli senza padrone, che in questo modo cercavano di sbarcare il lunario in tempo di crisi. 
Il tempio di  Yamadera ©Omjai Chalard/Shutterstock
Il tempio di Yamadera ©Omjai Chalard/Shutterstock
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Un pellegrinaggio a Yamadera, come fece il poeta Matsuo Bashō

Immortalata dal poeta itinerante di haiku Matsuo Bashō nella sua celebre opera ”Lo stretto sentiero verso il profondo nord” , Yamadera ospita singolari templi di montagna. La cittadina fu fondata nell’860 d.C. da alcuni monaci che avevano portato con loro la sacra fiamma dallo Enryaku-ji, un tempio vicino a Kyōto, ritenendo che le rocce di Yamadera fossero i confini tra questo mondo e l’aldilà. Si dice che ancora oggi la fiamma arda ininterrottamente. 

Il Risshaku-ji “Tempio delle Pietre Erette”, più comunemente noto come Yamadera, si trova in cima a una scalinata scavata nella roccia ed erosa dagli agenti atmosferici nel corso dei secoli. Ai piedi della montagna, sorvegliato da una piccola lanterna, si trova il tempio Konpon-chūdō, contenente la sacra fiamma che si dice sia stata trasportata da Kyōto molti secoli fa. 

Il portale San-mon segna l’inizio della scalinata di circa 1000 gradini che i pellegrini devono salire per raggiungere il tempio, accanto a sculture così erose e coperte di muschio che sembrano far parte integrante del paesaggio naturale e alberi così antichi da far sentire i visitatori piccolissimi. La salita è ripida, una sorta di percorso meditativo, e offre uno splendido panorama sulle montagne circostanti e sulla campagna più in basso. Nei mesi estivi il frinire delle cicale è quasi assordante. 

Al Nio-mon, la porta attraverso cui possono passare solo le anime pure (siate onesti!), il sentiero si biforca: in una direzione va verso lo Oku-no-in e nell’altra verso il Godaidō, un pregevole padiglione del XVIII secolo abbarbicato a una parete di roccia con una vista incantevole. 

Se venite in questa zona in inverno, prevedete una sosta a Ōuchi-juku, un villaggio tradizionale risalente al 1640, che un tempo era una tappa lungo la via che portava da Nikko ad Aizu. Le costruzioni tradizionali sono ancora più affascinanti con i tetti coperti di neve. Sappiate che non potrete ripartire senza aver assaggiato i negi-soba utilizzando porri al posto delle bacchette! 

Un sentiero nella pineta verso il tempio Chūson-ji ©yspbqh14/Shutterstock
Un sentiero nella pineta verso il tempio Chūson-ji ©yspbqh14/Shutterstock

Il glorioso passato feudale del sito dell’UNESCO di Hiraizumi

Hiraizumi è stato il primo sito del Tohoku dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Una bella città feudale ricca di templi buddhisti e giardini lasciati in eredità dal clan Ōshu Fujiwara che regnò sulla zona per tutto il XII secolo sfruttando le miniere aurifere locali. Ispirata ai principi del buddhismo, la città è perfettamente integrata nel paesaggio naturale. 

Il tempio Chūson-ji fu fondato nell’850 d.C. dal monaco Ennin, ma fu la famiglia Ōshu Fujiwara nel XII secolo ad ampliare il complesso che oggi conta 300 edifici e 40 templi. L’ambizioso progetto dei Fujiwara era quello di realizzare un’utopia buddhista a Hiraizumi, ma nel 1337 un devastante incendio distrusse quasi tutti gli edifici del complesso. 

Con le sue ricche dorature, le elaborate lacche e gli intarsi in madreperla, il tempio Konjiki-dō era un esempio dell’eccellenza artistica dell’epoca Heian, quando fu costruito nel 1124, e ancora oggi colpisce per la sua bellezza. Sotto i tre altari sono conservati i resti mortali di tre generazioni della famiglia Ōshu Fujiwara. L’adiacente tesoro contiene le bare e il corredo funerario del clan Fujiwara: rotoli, spade e statue trasferite qui da padiglioni e templi scomparsi da tempo. 

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Il tempio buddista Chūson-ji ©yspbqh14/Shutterstock
Il tempio buddista Chūson-ji ©yspbqh14/Shutterstock

Fondato dal monaco Ennin nell’850 d.C. e quindi coevo del Chūson-ji, il tempio Mōtsū- ji era il complesso di templi più vasto e sontuoso del Tohoku. Gli edifici non esistono più ma sono rimasti gli enigmatici giardini della Terra Pura buddhista, realizzati nel XII secolo con l’intento di creare un paradiso terrestre. Questo tranquillo giardino affascina con le sue fioriture stagionali ed è un luogo perfetto in cui rilassarsi scappando dalla frenesia della vita quotidiana. 

Le celebri carpe giapponesi

Le carpe koi sono un simbolo del Giappone noto in tutto il mondo. Al centro Nishikigoi potrete ammirarle all’interno di un bellissimo giardino ricco di laghetti. Potrete inoltre scoprire tutto quello che c’è da sapere per allevarle e fotografarle da vicino.

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Le leggende del Tohoku

Le valli e i boschi del Tohoku sono ricchi di antiche leggende sopravvissute fino a noi. È possibile infatti che ne abbiate incontrate alcune di queste creature anche nei vostri videogiochi preferiti. Per cui, se avete in programma un viaggio in questa regione del Giappone, mettete in conto la possibilità di trovarvi faccia a faccia con alcune delle bestie più bizzarre.

Per prepararvi consultate il Tōno Monogatari (Storie di Tōno), che attinge a piene mani dall’animismo. Troverete la storia di una ragazza di campagna che si innamora del proprio cavallo, leggende che narrano di volpi capaci di incredibili metamorfosi e oni (orchi) che vivono tra le colline e divorano gli uomini. Ma i più conosciuti sono i kappa (proprio come quelli di Super Mario Bros), maliziosi folletti acquatici con un robusto guscio di tartaruga sulla schiena, la pelle squamosa e il becco appuntito. Si dice che siano responsabili di ogni sorta di guai e disavventure. 

Secondo un’altra leggenda invece, molto tempo fa una fanciulla di nome Tatsuko, convinta che l’acqua di sorgente potesse donarle l’eterna bellezza, bevve talmente tanto da trasformarsi in un drago, che vive ancora oggi nel lago. Un’altra leggenda narra invece di un secondo drago, che un tempo era un principe, innamorato di Tatsuko. Pare che gli appassionati incontri notturni tra i due amanti siano la ragione per cui il lago Tazawa non gela mai in inverno.

Aomori Nebuta Festival Image by Tohoku Tourism Promotion Organization
Aomori Nebuta Festival Image by Tohoku Tourism Promotion Organization

Le famose feste del Tohoku

Il Tohoku è celebre in tutto il Giappone per le sue feste tradizionali, tra le più elaborate e vivaci di tutto il paese. Soprattutto durante i mesi più caldi avrete più possibilità di imbattervi in una città o villaggio in pieno fermento. Questi sono i festival davvero imperdibili: 

Sendai Tanabata Matsuri Migliaia di festoni colorati decorano il centro città in onore di una coppia di innamorati. 

Aomori Nebuta Matsuri Gli artisti locali fanno a gara realizzando carri elaborati che riempiono le vie di Aomori insieme a una folla in festa. 

• Akita Kantō Matsuri Straordinarie acrobazie con alti pali di bambù a cui vengono appese numerose lanterne. 

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L’immenso set storico di Michinoku

Lo Esashi-Fujiwara Heritage Park è un parco a tema in cui sono riprodotti oltre 120 edifici che vanno dal nono al dodicesimo secolo. Preparatevi a un viaggio nel tempo all’epoca Heian in cui potrete indossare un kimono e fingere di essere parte della nobiltà del tempo, passeggiare con tutta la famiglia in costume, praticare il tiro con l’arco, e fatevi scattare numerose foto nelle varie location. Non perdetevi i giardini dove da giugno ad agosto fioriscono i fiori di loto i cui semi sono stati recuperati dai resti mummificati dell’ultimo regnante del Fujiwara settentrionale, trovati nel tempio Chusonji.

Gli spaventosi Namahage al Namahage Sedo Festival Image by Tohoku Tourism Promotion Organization
Gli spaventosi Namahage al Namahage Sedo Festival Image by Tohoku Tourism Promotion Organization

Gli spaventosi Namahage

I Namahage fanno parte della tradizione folcloristica della penisola di Oga. Ogni anno, in occasione del Capodanno questi mostri dall’aspetto demoniaco visitano le case per spaventare i bambini che non si sono comportati bene. Nonostante l’apparenza però i Namahage sono degli dei che vengono per scacciare la pigrizia e benedire le famiglie affinché il nuovo anno porti un raccolto ricco.

Il Namahage Museum vi farà scoprire la tradizione e la storia della regione attraverso una mostra che include 150 maschere utilizzate durante i rituali nei vari villaggi oltre a un video in cui potrete assistere all’evento del Capodanno. È possibile inoltre indossare i costumi e farvi una foto da portare a casa come ricordo. Nel vicino museo folkloristico Ogashinzan potrete avere anche la fortuna di assistere al rituale dal vivo.

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