L'antico sito romano dove fu ucciso Giulio Cesare

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Pensavate che Roma non potesse saltarsene fuori con una novità sul fronte delle antiche rovine imperiali? Beh, vi sbagliavate, ma vi perdoniamo. Un "nuovo" angolo della città è stato aperto al pubblico e si dà il caso sia vecchio di ben due mila anni. Gli antichi resti romani dell’Area Sacra sotto il piano stradale di Largo di Torre Argentina, sono stati a lungo visibili dalla trafficata piazza a pochi minuti a piedi da sei, ma ora i visitatori possono finalmente scendere di circa 6 metri rispetto al livello della città moderna fino a quello dell’antica strada romana, e passeggiare tra rovine che non vengono calpestate da secoli. 

Largo di Torre Argentina, a Roma, comprende quattro templi risalenti al III secolo a.C.
Largo di Torre Argentina, a Roma, comprende quattro templi risalenti al III secolo a.C.
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Ciò che era vecchio torna a essere nuovo

Sebbene sia stato trascurato per secoli, Largo di Torre Argentina (il suo nome moderno) è uno dei siti storici più importanti di Roma. È qui che, il 15 marzo 44 a.C., sarebbe stato assassinato Giulio Cesare. La sua morte segnò la fine della Repubblica, a cui seguì la transizione a una forma di governo imperiale, suggellata dal suo successore, l’imperatore Augusto.

L’area fu in gran parte allargata nei secoli successivi ed è stata riportata alla luce negli anni Venti, quando Benito Mussolini basava parte della propria propaganda sui parallelismi tra la dittatura fascista e l’impero romano, demolendo edifici più recenti per far riemergere le rovine.

Negli ultimi decenni, l’area, ormai una piazza, era un punto di snodo dei trasporti pubblici. Il perimetro era circondato da fermate di autobus e tram e l’interno del sito costituiva da rifugio per i gatti. Ora tutto questo è cambiato e, per la prima volta, le persone possono passeggiare nel luogo che ha fatto da sfondo a un capitolo di storia fondamentale.

Sono esposti reperti archeologici provenienti dalla piazza, tra cui le statue di due enormi teste di divinità
Sono esposti reperti archeologici provenienti dalla piazza, tra cui le statue di due enormi teste di divinità

I lavori, finanziati dalla casa di moda Bulgari e condotti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, hanno portato all’inaugurazione di un percorso che guida i visitatori attraverso la storia del sito su passerelle accessibili alle sedie a rotelle. Gli edifici risalenti all’era repubblicana, la storia dell’Impero romano (dopo una lotta di potere, Augusto iniziò a governare nel 27 a.C.) e il periodo medievale vengono tutti spiegati nei testi dei pannelli esposti.

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Tornare indietro nel passato di 2 mila anni

I visitatori possono percorrere le passerelle che fiancheggiano i quattro templi risalenti a periodi diversi, dagli inizi del III secolo a.C. fino alla fine del II secolo a.C., e dedicati a divinità diverse tra cui, secondo gli archeologi, Feronia, che si credeva concedesse la libertà alle persone schiavizzate.

I modelli 3D tattili di alcuni reperti rendono il sito accessibile a tutti
I modelli 3D tattili di alcuni reperti rendono il sito accessibile a tutti

È possibile vedere anche i resti del complesso dei Portici di Pompeo, che comprende il basamento in tufo della Curia, o casa del senato, dove Giulio Cesare fu pugnalato a morte.

Ulteriori resti sono la pavimentazione in lastre di travertino, realizzata sotto l’Imperatore Domiziano dopo l’incendio dell’80 d.C.

Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, ha dichiarato che l’apertura "ha restituito alla città un’area importantissima, consentendo a tutti di ammirare uno spaccato di storia di oltre due millenni: dalla Roma repubblicana a quella degli imperatori, dal riutilizzo delle strutture come dimore di famiglie aristocratiche, chiese e monasteri fino alle demolizioni degli anni Venti del Novecento. Lo splendido risultato che si può ammirare da oggi è stato possibile grazie a una proficua collaborazione tra pubblico e privato per il quale voglio ringraziare il Gruppo Bulgari".

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Roma

Un sito completamente accessibile

Due spazi espositivi (uno nel portico della medioevale Torre del Papito e uno nei locali al di sotto del piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini) custodiscono vari reperti provenienti dagli scavi del sito, tra cui sarcofagi, decorazioni architettoniche e due teste di statue colossali appartenenti a divinità venerate allora.

Il sito e le esposizioni sono aperti a tutti: non solo il percorso è accessibile alle sedie a rotelle, ma ci sono pannelli tattili, descrizioni in braille e persino scansioni 3D di due reperti archeologici che permettono la fruibilità ai visitatori non vedenti o ipovedenti. Miguel Gotor, assessore alla cultura della città, lo ha definito "uno dei luoghi più belli e preziosi di Roma".

Jean-Christophe Babin, CEO del Gruppo Bulgari, ha affermato che il progetto ha permesso all’azienda "di onorare, ancora una volta, il profondo legame che abbiamo con Roma, da sempre inesauribile fonte di ispirazione e crocevia millenario di arti, culture e tradizioni". Ha poi aggiunto: "Nell’Area Sacra si percepisce il respiro della Storia. Queste maestose vestigia raccontano la grandezza di un impero che ha forgiato la nostra civiltà".

Non è la prima volta che Bulgari viene in aiuto della capitale. Nel 2016, la casa di moda ha finanziato il restauro di Piazza di Spagna.

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