Tutto il meglio di Lipari, un'isola vulcanica in ogni senso
Le bianche spiagge sassose, le coste frastagliate, il delizioso pesce e una natura che si può solo definire… esplosiva. Lipari è tutto questo e molto di più. La più grande e popolata isola dell’arcipelago eoliano custodisce testimonianze archeologiche uniche al mondo e seduce i viaggiatori con la sua impareggiabile e contagiosa vitalità.

Con i suoi circa diecimila abitanti e l’abitato di Supra a’ Terra – dotato di un vero e proprio centro storico, di un ampio corso principale attorniato da un dedalo di viuzze, murales e sculture di pietra lavica – Lipari è l’isola più vissuta (in tutti i periodi dell’anno) e vivace dell’intero arcipelago.
La dolce capitale delle Eolie
Lipari era già abitata millenni prima di Cristo, e nei suoi antichi insediamenti si forgiava l’ossidiana, utile per creare gli strumenti taglienti indispensabili all’uomo del Neolitico. Le vestigia di questi antichi popoli si trovano raccolte nel Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea, considerato uno dei più importanti di tutto il Mediterraneo. Diviso in sei sezioni, conserva migliaia di reperti dal Neolitico fino al Medioevo. Il modo migliore per visitarlo è partire dalla sezione di vulcanologia, ma senza farsi scappare la splendida sala delle anfore e la grande collezione di maschere greche dedicate al culto di Dioniso.
Sede del museo è il Castello di Lipari, arroccato “come un duomo di lava a picco sul mare” e protetto dalle sue alte mura, anch’esso già abitato in epoca neolitica. Quella posizione permetteva un’agile difesa in caso di attacchi, e per questo tutte le civilità che sono passate da qua nei millenni - i micenei, gli ausoni, i greci, i romani… - si sono avvicendate all’ombra di questi bastioni. Le loro tracce, rimaste pressoché intatte sotto 9 metri di polveri vulcaniche sospinte dai venti, raccontano di prosperità e di cadute, periodi di pace e guerre fratricide.
A pochi passi, il luogo di culto più importante dell’arcipelago: la Basilica di San Bartolomeo. Fu edificata dai Normanni ma poi distrutta dal pirata Barbarossa e quindi sfarzosamente ricostruita nel 1600 in stile barocco. Al suo interno, una statua d’argento che rappresenta san Bartolomeo, realizzata nel 1728 come aex voto per aver salvato l’isola da due terribili terremoti; sei cappelle riccamente affrescate, e il Vascelluzzo, riproduzione di un veliero leggendario, che avrebbe sfamato i liparioti in un momento di caresti (e che è anche il contenitore di una reliquia di San Barolomeo).
Dalla navata di destra, si accede al chiostro normanno (che richiede un obolo all’ingresso). Fu riscoperto nel 1980 dopo alcuni interventi di restauro: i conci in pietra e le colonne sono di epoca greco-romana, mentre i capitelli sono romanici.
Piccolo consiglio: dentro il perimetro del castello non ci sono né bar né ristoranti e la visita di questi tre fondamentali punti di interesse vi prenderà almeno una mezza giornata, quindi meglio salire al Castello forniti di acqua e viveri per ogni evenienza.

Lipari dal tramonto all’alba
Non perdetevi lo spettacolo del sole, che all’imbrunire colora di rosa il versante sud-occidentale dell’isola. Il Belvedere Quattrocchi, 3,5 km a ovest del centro storico liparota. È tra i più rinomati e instagrammati dell’isola, e la sua fama è completamente meritata.
Di grande impatto è anche il sito archeologico delle Terme di San Calogero, non particolarmente ben segnalato o valorizzato ma dall’indiscusso fascino e importanza storica. Dietro i fitti cespugli di oleandri si nasconde una vasca rettangolare di epoca romana (che qualcuno usa come piscina per romantici incontri notturni), una più piccola, rotonda, e una magnifica tholos micenea, ossia una suggestiva stufa termale risalente al XV secolo a.C.
Da lì a piedi si possono raggiungere anche le vecchie cave di caolino, sotto la Piana di Castellaro, nel nord-ovest dell’isola. Sono il luogo del primo insediamento umano nelle Eolie e anche una testimonianza geologica dell’attività vulcanica dell’isola. Qui si può passeggiare (è aperto fino alle 21) tra antichi binari e carrelli, ma anche scendere verso il mare facendo lo slalom tra le fumarole (buchi nel terreno dai quali esce del vapore), rigogliose palme nane e gli inebrianti profumi della macchia mediterranea.
Il cuore festaiolo di Lipari batte nella darsena di Marina Corta, affollata a ogni ora del giorno e della notte e fitta di ristoranti, bar e locali. Il suo porticciolo è tra i più caratteristici dell’isola, e i pescatori spenderanno volentieri una parola con voi decantando la favolosa pescosità di questi mari.

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Spiagge, spiagge, spiagge
Come per tutte le isole Eolie, la risposta alla domanda "Dove faccio un bagno a Lipari?" potrebbe essere “ovunque”, tanto che molti preferiscono aggirare l’isola direttamente via mare. Ma per chi da terra è alla ricerca di una spiaggia, ne segnaliamo due particolarmente suggestive: Praia Ferrante, in una raccolta e tranquilla insenatura a sud-est di Lipari, che si raggiunge con una camminata di mezz’ora tra la macchia mediterranea, lungo il cratere collassato di un antico vulcano. La pineta alle sue spalle garantisce un po’ di riparo dal sole, ma per cibo ed acqua è necessario il self catering.
E Valle Muria, che è una lunga spiaggia di ciottoli scuri a poca distanza dal centro abitato di Supr a’ Terra. Per raggiungerla bisogna prendere la provinciale verso Pianoconte, imboccare il bivio che s’incontra dopo 3 km e proseguire a piedi per 15 minuti lungo un sentiero abbastanza scosceso che conduce al mare. Qui è possibile trovare in vendita bevande e cibo e addirittura organizzare gite in barca a Vulcano.
L’acqua, nemmeno a dirlo, è spettacolare in ogni senso possibile.
L’insalata liparota, un fresco mix di delizie
Ecco un piatto che contiene quasi tutte le materie prime imprescindibili per conoscere, gastronomicamente parlando, le Eolie (e infatti ne esistono molte versioni diverse declinate in ogni isola): partendo dagli ingredienti poveri, le patate e la cipolla rossa, i pomodori più sapidi dell’orbe; si arriva ai capperi, onnipresenti nella cucina isolana, e infine al nobilissimo tonno alalunga. Cetrioli, olive e lattuga possono essere aggiunti, a piacere. Servita come antipasto, contorno o piatto unico viene spesso accompagnata da pane caliatu, un pane di farina di grano duro, scaldato sulle braci di fine cottura e quindi biscottato.
Non sarà un problema assaggiarla in uno dei tanti piccoli ristoranti dell’isola.

Info di servizio
- Se non viaggiate con un veicolo al seguito, per raggiungere agevolmente tutti i punti d’interesse di Lipari è una buona idea affittarne uno non appena sbarcati. Anche una bicicletta andrà benissimo.
- Autunno e primavera sono due splendide stagioni in cui visitare Lipari e le altre Eolie.