Bozcaada e Gökçeada: la Turchia delle isole

Redazione Lonely Planet
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In Turchia ci sono circa 500 isole sparse tra il Mar Egeo, il Mar Nero, il Mar Mediterraneo, il Mar di Marmara e i laghi turchi. Oggi vi portiamo ad esplorare due di queste, Bozcaada e Gökçeada, da prendere in considerazione per la prossima estate, ma anche per scoprire la cultura locale e i paesaggi incredibili fuori stagione.

Il porticciolo di Bozcaada ©Nejdet Duzen
Il porticciolo di Bozcaada ©Nejdet Duzen
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Bozcaada, l’isola del vino

Bozcaada (Ténedos in greco) è un’elegante isola egea con una storia lunga, complessa e stratificata, poiché nei secoli ha subito dominazioni multiple, dai fenici ai persiani, dai veneziani agli ottomani. L’isola, piccola e spazzata dai venti, si è anche guadagnata più di una citazione nei versi dell’Iliade di Omero. 

Molto frequentata, soprattutto nel weekend e in particolar modo da visitatori turchi, Bozcaada rimane semi-sconosciuta all’estero. Eppure di motivi per affrontare la traversata necessaria per raggiungerla (35 minuti in traghetto da Geyikli, a sud di Troia), ce ne sono in abbondanza. La zona più vivace dell’isola è quella intorno a Merkez (Bozcaada città), che vanta uno storico e ammaliante quartiere greco pieno di case variopinte convertite in boutique hotel, B&B, bar e taverne illuminati da suggestive lucine. Attività e locali sono in genere aperti solo in alta stagione, da metà giugno a metà settembre. Troverete inoltre magnifiche spiagge con acque cristalline, e, nell’interno, dolci colline ammantate di vigneti. 

Bozcaada è da sempre una delle principali aree vinicole della Turchia. In tempi antichi, enormi quantità di vino venivano utilizzate per i riti dionisiaci, dedicati al dio greco dell’ebbrezza. Non si sa esattamente il perché, ma il terroir dell’isola è perfetto per la coltivazione della vite. Tra le principali aziende vinicole di Bozcaada figurano Corvus, Talay, Amadeus e Yunatçılar, che commercializza i suoi vini con il nome Çamlıbağ. 

I quattro principali vitigni autoctoni sono Vasilaki e Cavus per quanto riguarda i bianchi, Kuntra e Karalahana per i rossi. In genere, i Cabernet Sauvignon e i Cabernet Shiraz prodotti qui sono i migliori vini dell’isola. Assaggiateli in una delle cantine o delle molte taverne in stile greco di Merkez, o unitevi ai festeggiamenti durante l’annuale Bozcaada Wine Festival, che ha luogo nel primo weekend di settembre, durante la vendemmia. 

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l’‘Isola paradisiaca’  di Gökçeada ©79mtk
l’‘Isola paradisiaca’ di Gökçeada ©79mtk

Gökçeada, tra mare e storia

A soli 20 km dalla Penisola di Gallipoli, l’‘Isola paradisiaca’ è una perla dell’Egeo, la cui popolazione di 9500 abitanti aumenta a dismisura nei mesi estivi, quando i turisti della Turchia continentale si riversano sulle spiagge di sabbia, tra i paesaggi incontaminati, nei pittoreschi villaggi dell’isola. Negli altri mesi Gökçeada, la cui cultura affonda le radici nel suo passato greco, è un luogo tranquillo e ventoso con pochi visitatori e panorami bucolici. 

Un traghetto collega l’isola a Kabatepe, nel cuore della Penisola di Gallipoli, in 75 minuti – ma alcuni preferiscono arrivare qui dai campi di battaglia di Gallipoli. Sull’isola troverete buone sistemazioni per la notte e l’opportunità di nuotare e fare windsurf, o dedicarvi a escursioni nella natura e interessanti esplorazioni culturali. 

Gökçeada era un tempo prevalentemente greca, e nota come Imbros o İmroz. Durante la prima guerra mondiale fu una base importante per la campagna di Gallipoli; il generale Ian Hamilton, comandante delle truppe alleate, si stabilì nel villaggio di Aydıncık (allora Kefalos) sulla costa sud-orientale. Come la più piccola isola di Bozcaada, a sud, Gökçeada fu attribuita nel 1923 alla neonata Repubblica di Turchia nell’ambito del Trattato di Losanna, senza però essere interessata allo scambio di popolazioni e mantenendo una popolazione a maggioranza greca. 

Tuttavia, nel 1946, le autorità turche vi stabilirono la prima ondata di coloni turchi provenienti dal Mar Nero, dando il via a un evidente, seppur non dichiarato, processo di ‘turchificazione’ che raggiunse l’apice nel corso degli anni ‘60 e ‘70, quando 6000 turchi del continente furono trasferiti qui. Le scuole greche dovettero chiudere, molte chiese greche vennero sconsacrate e i residenti greci si videro espropriati del 90% delle terre coltivabili; molti lasciarono l’isola, che nel 1970 fu ufficialmente rinominata Gökçeada dal governo turco. Oggi gli abitanti greci sono circa 200. 

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