Veneto, sette universi in una regione
Prima regione d’Italia per flusso turistico, curiosamente il Veneto non è ancora così apprezzato come il suo capoluogo Venezia. Ecco da dove partire, provincia per provincia.

Per la prima volta, Lonely Planet dedica una guida al Veneto. È una regione variegata, con città che sono capolavori artistici e architettonici, ricche di eccellenze artigianali ed enogastronomiche, immerse tra le bellezze naturali di un territorio rigoglioso compreso tra l’Adriatico e le Dolomiti. Tappe turistiche imprescindibili o angoli urbani poco noti, in ognuno dei sette capoluoghi veneti potete esplorare un universo singolare, tutto da scoprire: ecco alcuni consigli.

Venezia, la star
Città composta di acqua, pietra e legno, fusi insieme per dare vita a una creatura straordinaria, ardita e vertiginosa, è il fiore all’occhiello della regione. Ma se le meraviglie di Piazza San Marco, del Canal Grande Canal Grande e dei calli e campielli che la disegnano sono celebrate anche in Best in Europe, vale la pena celebrare le bellezze della provincia veneziana. Dalla schiettezza marinara di Chioggia, con i suoi infiniti ponti, ai colori sgargianti delle casette di pescatori di Caorle, il litorale della laguna è ricco di chicche; ma anche l’entroterra, dalle sponde del Piave ai resti romani di Concordia Sagittaria, fino alle piazze rinascimentali della bella Portogruaro, è una sorpresa continua. Ovunque andrete, prendetevi il giusto tempo e godetevi l’atmosfera.

Padova e i suoi contrasti
Dotta e goliardica, sacra e profana, ben piantata per terra ma al centro di una ragnatela di acque. Padova è una città che gioca tutto sui contrasti. Il passato medievale si attraversa tra un canale e una piazzetta, il rito dell’aperitivo si celebra all’ombra del Palazzo della Ragione, seguendo le orme di Galileo si scoprono il Bo, l’Orto Botanico e una scanzonata popolazione studentesca, il Santo e le magnifiche chiese la rendono città della fede, ma anche baluardo dell’arte rinascimentale con l’opera di Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Allora imboccate la stretta Via Nazario Sauro e lasciatevi travolgere dall’impeto di Piazza dei Signori in cui sfocia, per cominciare a vivere quel contrasto, con un bicchiere di popolarissimo spritz in mano da sorseggiare nello scenario della piazza più nobile del circondario.
Rovigo, con ogni mezzo
Poco appariscente, schiva, schietta. Il capoluogo veneto più meridionale fa la guardia al paesaggio unico del Polesine, un’esigua striscia di terra fertile e pianeggiante, stretta tra i due fiumi più lunghi d’Italia, il Po e l’Adige, che si protende verso il mare ostentando spazi di selvaggia e segreta bellezza, ora trionfale e primordiale, ora malinconica e rarefatta come la nebbia che d’inverno l’avvolge. Tutto si conclude nel Delta del Po, oggi patrimonio UNESCO e da sempre fonte d’ispirazione per registi e scrittori, da Bassani a Rumiz, da Visconti a Mazzacurati. Inforcate la bicicletta, montate a cavallo, salite in barca o in canoa: qualunque mezzo scegliate per il viaggio non tralasciate la Pinacoteca di Palazzo Roverella a Rovigo, la Palladiana Villa Badoer di Fratta Polesine e il Museo Archeologico Nazionale di Adria.
Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.

Verona, la Fenice
Romantico ed efficiente, algido e incandescente, il capoluogo scaligero mostra i segni di una storia di disfacimenti, tra saccheggi, lanzichenecchi, epidemie, carestie ed emigrazione, da cui è poi sempre rifiorito. Partite da Piazza delle Erbe, dove si concentrano la Verona romana, che qui aveva il suo foro; la Verona medievale, che affiora con impeto tra torri e vestigia antiche; la Verona mondana che il sabato pomeriggio conclude qui la sua passeggiata. Senza dimenticare la Verona notturna, sgualcita o elegante, che si incontra davanti a un calice di Valpolicella. Prendetene uno anche voi, ma poi cercate Sottoriva, gioiello medievale a ridosso dell’ansa del fiume, i cui portici custodiscono osterie e locali dalle terrazze nascoste sull’Adige e con vista sul Teatro Romano, come quella del Cappa Café.

Vicenza la raffinata
Una città d’autore, trasformata da Andrea Palladio nell’elegante palcoscenico della più raffinata architettura rinascimentale, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. L’architetto veneto iniziò la carriera come tagliapietre appena tredicenne, fino a diventare il geniale scalpellino che gli valse il nome di ‘Palladio’ in onore della dea greca protettrice delle arti Pallade Atena. La perfezione dell’antico adattato alle nuove esigenze della nobiltà vicentina del Cinquecento si riscontra in tutte le 23 opere firmate da Palladio a Vicenza: ad esempio nella Basilica Palladiana – il Palazzo della Ragione impreziosito dal loggiato in pietra bianca di Piovene Rocchette –, nel magico accostamento di pieni e vuoti di palazzo Chiericati, nella folla di statue che anima il Teatro Olimpico e nella Loggia del Capitaniato, opera della piena maturità espressiva del maestro, con le gigantesche colonne rosate e l’esuberante decorazione in pietra d’Istria che preannuncia il barocco.

Treviso, storia ed eccellenze
Tra prosecco e industrie, Tiziano e Giorgione, le eccellenze trevigiane non mancano, ma occorre andare oltre la superficie: quella polverosa delle vecchie osterie e quella scostante dei distretti industriali, quella riservata della gente del posto e quella malinconica dei luoghi che hanno vissuto la guerra. E allora si va su e giù per i colli del Prosecco, per ammirare il paesaggio dei vigneti, per mangiare i marroni a Combai, per la Fiera dell’Artigianato a Cison di Valmarino e per l’abbazia a Follina. Poi si sale sulla Cima Grappa per omaggiare le vittime della Grande Guerra, per visitare il Sacrario Militare e per abbracciare con lo sguardo la pianura e il mare. Oppure si va in bici lungo il fiume nel Parco Naturale Regionale del Fiume Sile. Infine, in poche decine di minuti, si ritorna tra le antiche mura, i vicoli e i canali di Treviso.

Belluno incorniciata
Adagiata lungo un meandro del fiume Piave, ha un centro storico ricco di arte e storia, che potete contemplare durante la prima colazione nell’imperdibile Piazza del Mercato. Tuttavia, il suo più grande patrimonio è la cornice: le Dolomiti. L’immagine più immediata riconduce a un insieme di pareti, torrioni e guglie di roccia che rappresentano il risultato derivante dalla resistenza opposta all’erosione della dolomia principale, subito evidente nelle vette più ammirate: Tre Cime di Lavaredo, Monte Cristallo, Antelao, Tofane, Civetta e Pelmo. Per un più immediato assaggio di montagna ci sono i rilievi prealpini nei dintorni di Belluno, per esempio ad Alpago e Nevegal, dove in poche curve passerete dalle pinete alle brezze lacustri, allietati da un panorama che nelle belle giornate spazia sull’intera Valbelluna e sui primi contrafforti dolomitici delle Vette Feltrine, dei Monti del Sole e della Schiara.