Una settimana perfetta nella Terra del Fuoco
Viaggia fino alla fine delle Ande e quando avrai messo piede nella Terra del Fuoco avrai davvero raggiunto la fine del mondo, una terra mitica di ghiaccio e fuoco alla punta estrema del Sud America. Divisa in due dal confine, non è mai stato semplice visitare sia il lato cileno che quello argentino attraversando in un solo epico viaggio fiordi dimenticati, ghiacciai scricchiolanti, la pampa spazzata dal vento e minacciose foreste sempre verdi. Ma ecco come rendere questo viaggio possibile in una settimana perfetta.

Primo giorno
L’aeroporto internazionale Malvinas Argentinas, a Ushuaia, è il principale aeroporto commerciale della Terra del Fuoco e il posto più comodo in cui iniziare il vostro viaggio grazie alle connessioni quotidiane con Buenos Aires. Questa salata città di porto potrebbe sembrarvi grezza a un primo sguardo, ma l’industria del turismo è molto sviluppata e offre ai visitatori tutti i confort di casa (qualcosa come vino della Patagonia e agnello arrosto).
Ushuaia, in estate, è anche la base di partenza per il 90% delle crociere verso l’Antartide (da novembre a marzo) e si trasforma a pieno titolo in una capitale del turismo invernale a giugno, quando arrivano sciatori, arrampicatori, gruppi con cani da slitta e tutti gli amanti delle sue colline imbiancate (come il Cerro Castor) e delle valli fluviali (come Tierra Major) in cerca di avventure epiche. È interessante avvicinarsi alla storia di questo avamposto singolare visitando il Museo Maritimo y del Presidio, dove si possono visitare le celle nella vecchia prigione nazionale.

Secondo giorno
Il Tren del Fin de Mundo sembra un modellino giocattolo, ma è un vecchio treno che originariamente trasportava i prigionieri verso i campi di lavoro e che ora accompagna i turisti per un percorso di 7 chilometri dalla città su verso le foreste ricoperte di licheni e le torbiere del Parque Nacional Tierra del Fuego. Le acque tranquille della baia Lapataia sono l’ideale per un giro in canoa la mattina, remando tra cormorani, procellarie, albatros e altri uccelli marini della Patagonia.
Tornate a Ushuaia per osservare altre fauna selvatica durante un viaggio pomeridiano in catamarano lungo il Canale Beagle, o uno dei tre passaggi navigabili del Sud America che connettono l’Oceano Pacifico e quello Atlantico. Le acque sono ricche di nutrienti e per questo sono state scelte come dimora da leoni marini, numerose specie di balene e da una colonia di pinguini gentoo dal collo giallo, situati sull’isola Martillo. Il tour operator Piratour è il solo ad avere il permesso di sbarcare sull’isola.

Terzo giorno
Se attraversate le Ande incappucciate di neve che sorgono al di sopra di Ushuaia e costeggiate il blu del Lago Fagnano raggiungerete i prati dorati dell’entroterra dormiente della terra del Fuoco. Tolhuin, a bordo lago, è un’ottima base per avventure in fuori strada. Ed è anche sede della Panadería La Unión, una pasticceria famosa per le sue empanadas e alfajores (panini di biscotto) i cui muri sono tappezzati delle foto di celebri visitatori, principalmente rock star argentine in abiti succinti.
Proseguite verso nord fino al faro di Cabo San Pablo, che domina una spiaggia sabbiosa che prende il nome dal relitto arrugginito del Desdémona. Fermatevi al Garibaldi Cerveza Artesanal per una birra sulla strada verso Tolhuin dove potete passare la notte all’Hostería Kaikén, l’unica rimasta dei cinque rifugi costruiti dal governo nel 1960 per i primi pionieri.
Quarto giorno
Se pensate che la Terra del Fuoco argentina sia rustica aspettate fino a che non attraversate il confine cileno e arrivate al Paso Bellavista. Con meno di 7000 abitanti, questa è veramente l’ultima frontiera americana. Per apprezzare al meglio il suo charme selvaggio visitate il Karukinka Natural Park, una riserva di 300.000 ettari di proprietà del Wildlife Conservation Society. Qui vedrete volpi andine, guanaco e vivaci tuco-tuco scorrazzare per la steppa.
Per una veduta a 360° dell’isola seguite per 7 chilometri il sentiero Cerro Pietro Grande attraverso foreste sub-antartiche e una serie di osservatori posti sulle cime delle montagne. A Karukinka c’è una pensione che offre servizi di base e una decina di campeggi nel settore Vicuña
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Quinto giorno
Continuate verso nord da Karukinka fino a che non raggiungete le coste di Bahía Inútil (la baia inutile) e il Parque Pingüino Rey, dove troverete la sola colonia di pinguini al di fuori dell’isola sub-antartica. Quelli che in principio sembravano otto pinguini smarriti si sono rifugiati presso l’ex insegnante dell’asilo locale, Cecilia Durán, nel 2010 è ora una prolifica colonia che ha raggiunto circa 100 esemplari grazie alle cure della signora, che ha persino creato un parco privato (dove è possibile guardare queste creature attraverso un vetro oscurato).
Seguite la baia sul lato occidentale verso la minuscola capitale della Terra del Fuoco cilena, Porvenir, per prendere un traghetto verso lo Stretto di Magellano nel pomeriggio e uno verso il movimentato porto di Punta Arenas, dove dovete provare il granchio reale, durante la notte.
Sesto giorno
Un’ora a sud di Punta Arenas troverete il Fuerte Bulnes, un forte ricostruito che racconta la storia del primo tentativo cileno di colonizzare le terre a questa latitudine, nel 1840. Il forte si trova tra il Parque del Estrecho de Magallanes dove l’elegante centro informazioni offre affascinanti approfondimenti che spiegano sia le motivazioni dei coloni (principalmente provenienti dall’Europa dell’est), sia lo sforzo fatto dalle popolazioni indigene.
Nelle vicinanze troverete l’imbarco della Expedicion Fitz Roy, una piccola barca da spedizione che porta verso gli angoli più remoti dell’arcipelago della Terra del Fuoco. La maggior parte della Terra del Fuoco cilena è un puzzle di isole deserte, fiordi nebbiosi e può soltanto essere esplorata in barca. Gonfiate le vele verso Capo Froward, il punto più a sud sulla terra ferma, e svegliatevi nel Parque Nacional Alberto de Agostini.

Settimo giorno
Trascorrete il vostro ultimo giorno nella Terra del fuoco andando in cerca di balene (megattere, orche, balene blu, balene australi) ed esplorate i ghiacciai che si sgretolano dalla Cordillera Darwin per finire nel mare ghiacciato: state guardando le montagne più a sud del mondo, Antartide esclusa.
Con i picchi imponenti e le foreste di faggi nani questo paesaggio desolato non deve essere molto diverso dai tempi in cui la popolazione indigena degli Yaghan coprivano i loro corpi nudi di grasso di balena e pelle di guanaco prima di remare tra i gelidi fiordi in cerca di un pasto. Quando scenderete dalla nave e tornerete alla civilizzazione a Punta Arenas potrete volare verso Santiago o ritornare a Ushuaia in bus, macchina, aereo o traghetto.
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Mark Johanson ha viaggiato nella Terra del Fuoco con la Adventure Travel Trade Association. I collaboratori Lonely Planet non accettano omaggi in cambio di recensioni positive.