Itinerario di quattro giorni tra le Montagne Maledette dell’Albania
Sono scrittore di viaggi, autore di guide e fotografo da prima che fosse inventata internet (sì, una volta si usava la segreteria telefonica al posto di WhatsApp). Gran parte del mio lavoro si focalizza sulle regioni di montagna, sull’escursionismo e sull’ambiente, e nutro una particolare predilezione per i tranquilli sentieri di montagna dell’Albania e di altri paesi balcanici.
Instagram: @stuartbutler1974
Perché andare in Albania
Agli occhi dei più, l’Albania è un enigma. Un luogo che si trova in Europa, ma non è proprio come il resto d’Europa. Forse più selvaggio. Ed è proprio questo aspetto a rendere un viaggio da queste parti così allettante. Durante una dittatura comunista particolarmente brutale, in cui la religione era vietata, i viaggi proibiti e la proprietà messa al bando, i confini dell’Albania erano saldamente chiusi a quasi tutti gli stranieri. Nonostante l’era comunista sia terminata nel 1991, ancora oggi sono pochi gli stranieri che visitano l’Albania. Chi lo fa, però, scopre una terra di scoscese montagne rocciose e una storia che risale a tempi avvolti dalla leggenda. Visitare l’Albania è un’avventura, certo. Ma è un posto dal cuore caloroso, in cui si intrecciano ospitalità, orgoglio e tradizione.
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Quando andare in Albania
Metà maggio-giugno
- Preparatevi a trovare un tripudio di variopinti fiori primaverili.
- I passi di montagna sono sgombri dalla neve.
- Con l’alzarsi delle temperature, le località balneari si risvegliano dal torpore invernale.
Settembre-ottobre
- Settembre è il mese migliore per visitare la costa albanese: le frotte di turisti estivi se ne sono andate e le acque blu del Mediterraneo sono ancora calde e invitanti.
- Ottobre porta la morsa dell’autunno, con una luce magnifica e splendidi colori sugli alberi.
- Finché il tempo regge, ottobre è il mese migliore per fare escursioni sulle diverse catene montuose dell’Albania.
Budget giornaliero
- Camera doppia in un hotel di media categoria: €50-80
- Cena in un ristorante locale: €5-10
- Ingresso ai musei: €2-4
- Calice di vino: €3
- Pinta di birra: €2
Primo giorno: alla scoperta di Scutari (Shkodra)
L’Albania è un paese dall’anima rurale, e per farsene un’idea precisa occorre andare in montagna, in particolare sulle Montagne Maledette (dal nome evocativo), nell’estremo nord. Qui si può fare un favoloso circuito di quattro giorni che prevede panorami su impervi paesaggi di montagna, escursioni tra i villaggi, un giro in traghetto su un lago e una sosta in una delle più belle aree urbane dell’Albania.
L’avventura inizia a Scutari, città costiera di dimensioni ragguardevoli situata all’estremità settentrionale del paese. Considerata una delle città più antiche d’Europa, è sicuramente tra le più belle dell’Albania, con strade fiancheggiate da case color pastello. Iniziate la giornata visitando i musei e gli altri luoghi d’interesse del centro città. Il nucleo della collezione del Museo Nazionale della Fotografia Marubi è costituito dalle opere del clan Marubi, una famiglia di illustri fotografi le cui immagini catturano la vita di paese di un secolo fa. Nella collezione spicca in particolare un pregevole scatto color seppia del 1858: si tratta della prima foto scattata in questo paese così fotogenico, e ritrae il console italiano vestito per fare colpo (e, a giudicare dal numero di spade che porta con sé, anche per uccidere). Un altro museo, dal carattere più cupo, è il Museo della Memoria, allestito nell’edificio in cui erano detenuti e interrogati i prigionieri politici e incentrato sul periodo in cui l’Albania era governata da una delle dittature comuniste più spietate, quando ogni minimo segno di dissenso era soffocato con lunghe condanne, e torture e ‘sparizioni’ erano all’ordine del giorno.
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Dopo una mattinata così densa, è ora di andare a pranzo. Pasta e Vino è un ristorante piuttosto trendy che serve piatti italiani creativi accanto a classici come gli spaghetti con i gamberi. Fate un bel pasto, perché vi aspetta un pomeriggio alquanto impegnativo. Noleggiate una bicicletta (quasi tutti gli hotel le affittano) e pedalate per 4 km verso sud fino al Castello di Rozafa. Situata in cima all’unica collina nelle vicinanze, questa fortezza fu costruita in epoca talmente antica (e poi ricostruita così tante volte) che nessuno sa esattamente a quando risalgano le sue fondamenta. Oggi è piuttosto fatiscente, ma la vista che si gode dai bastioni rimasti – sui campi coltivati, sulla città stessa e sull’estuario su cui sorge Scutari – è meravigliosa, specialmente al tramonto.
Secondo giorno: gita in montagna
Sappiamo che siete in vacanza, ma purtroppo dovrete mettere la sveglia per partire presto. Alle 6.30 un minibus vi preleverà dal vostro albergo (tutti gli hotel di Scutari vendono il pacchetto dell’escursione Scutari-Valbona) per il viaggio di un’ora e mezza alla cittadina di Koman, sul lago omonimo. Qui avrete appena il tempo di bere un caffè e mangiare un boccone veloce prima di salire a bordo di un piccolo traghetto (modesto ma affidabile) per la traversata del lago di Koman, un bacino artificiale lungo e stretto, spesso descritto come un fiordo, creato negli anni ’70 nell’ambito di un progetto idroelettrico. Anche se la navigazione dura almeno tre ore, scivolare sull’acqua all’ombra di imponenti cime montuose, costeggiando villaggi dalla posizione incredibile e remoti casolari di contadini, è un’esperienza incantevole. Il battello fa scalo nella piccola Fierzë, dove salirete su un altro minibus per un viaggio di un’ora lungo una strada piena di curve come un serpente impazzito che sale fino al villaggio di Valbona. Molto probabilmente non noterete neanche il paese (in realtà è più che altro un gruppo sparso di case e guesthouse), poiché il vostro sguardo sarà immediatamente attirato dal panorama delle splendide vette montuose e dei boschi di conifere che incorniciano la valle in cui è incastonata Valbona.
Dopo esservi sistemati nella vostra guesthouse, sgranchitevi le gambe con una breve camminata pomeridiana. Vi consigliamo la piacevole escursione di 5 km tra andata e ritorno a un piccolo pascolo di pastori sul versante nord della valle, proprio di fronte a Valbona. Questo itinerario poco battuto segue un sentiero attraverso un fitto bosco. Tenete gli occhi ben aperti: l’ultima volta che lo abbiamo percorso (la sera presto e da soli), abbiamo calpestato un ‘regalo’ freschissimo lasciato da uno degli orsi bruni della zona, e a quel punto abbiamo deciso di tornare in fretta e furia verso la sicurezza della guesthouse. A proposito di guesthouse: sono tutte strutture accoglienti, con calde stanze private e cene in comune in cui si respira un’aria di cameratismo e di eccitazione per le aspettative del giorno dopo, e dove si instaura facilmente un legame tra gli ospiti e i padroni di casa.
Terzo giorno: il trekking
Il terzo giorno rappresenta l’apice – in tutti i sensi – del vostro viaggio. Svegliatevi presto, fate colazione e poi indossate gli scarponi da trekking. Vi aspetta una splendida camminata di cinque-sette ore (il tempo totale dipende dalla vostra forma fisica e dalla posizione del vostro alloggio) per salire e superare il Passo di Valbona (1800 m) e poi scendere fino al villaggio di Theth. Non è un trekking particolarmente impegnativo, e molti escursionisti alle prime armi lo affrontano, ma è piuttosto lungo e in estate su alcuni passaggi esposti al sole può fare molto caldo (soprattutto il primo tratto da Valbona, che costeggia il letto di un fiume sassoso e semiasciutto). Il sentiero è abbastanza libero e ci sono numerosi segnali bianchi e rossi. Ci vogliono circa tre ore di salita attraverso una foresta di conifere secolari per raggiungere il passo, con la sua memorabile vista su una distesa di frastagliate montagne di roccia grigia striata di neve. Durante la salita troverete molte piccole capanne di pietra che vendono bevande e spuntini, gestite da famiglie di contadini e pastori che saranno felici di raccontarvi come si vive sulle Montagne Maledette (in gran parte parlano un inglese discreto).
Scendendo dal versante occidentale del passo, il sentiero si snoda quasi interamente nel bosco. In alto è tutto un bosco di conifere; più in basso ci sono i faggi, con chiome il cui verde brillante d’inizio estate si trasforma in tonalità infuocate di arancione e rosso in ottobre. Dopo un percorso lungo ma abbastanza agevole arriverete a Theth, un villaggio vero e proprio con massicce case di pietra con tetti in ardesia, immerso in un anfiteatro di spettacolari picchi rocciosi. Al centro del villaggio sorge una chiesetta ottocentesca in pietra con tetto a scandole. Le guesthouse – quasi tutte in stile tradizionale, di pietra e con tetti in ardesia alti e spioventi (per evitare l’accumulo di neve in inverno) – sono strutture accoglienti. Le cene sono spesso in comune e, dopo il brusio che ha accompagnato la camminata da Valbona, gli ospiti soddisfatti chiacchierano tra loro. I pasti propongono quasi sempre piatti tradizionali albanesi, come per esempio il tava e kosit, una specie di stufato di agnello, uova e yogurt. In pratica, il classico cibo di montagna.
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Quarto giorno: di nuovo sulla costa
Quasi tutti i visitatori tornano a Scutari la mattina presto del quarto giorno, percorrendo una strada tortuosa che sale e scende da pendii e valichi montani prima di un’ultima vertiginosa discesa verso la pianura costiera. Da Scutari si può raggiungere Tirana in auto o in autobus in un paio d’ore. Se potete, vi consigliamo però di trascorrere più tempo a Theth e di fare l’escursione di mezza giornata all’Occhio Blu, una piscina naturale di fresca acqua turchese alimentata da una piccola cascata. È un luogo incantevole per un picnic.