Il meglio del Brunei Darussalam
Il piccolo sultanato del Brunei è ciò che rimane della potenza navale che un tempo controllava tutto il Borneo e gran parte delle odierne Filippine. Nondimeno, questa quieta darussalam (in arabo ‘dimora di pace’) possiede i più grandi giacimenti petroliferi del Sud-est asiatico (che pare si esauriranno completamente nei prossimi 30 anni). In questo sultanato saldamente amministrato scoprirete una natura sorprendentemente selvaggia. Grazie al denaro generato dai giacimenti petroliferi, infatti, il Brunei non ha trasformato le sue foreste in piantagioni di palme da olio e ne vanta di secolari, soprattutto nel lussureggiante Ulu Temburong National Park.
1 Bandar Seri Begawan
Le città costruite con il denaro proveniente dall’estrazione del petrolio sono tendenzialmente pacchiane, ma escludendo un palazzo che in genere non è possibile visitare, un paio di enormi moschee e un albergo che ricorda una torta nuziale, Bandar Seri Begawan (o semplicemente BSB) è invece un luogo piacevolmente sobrio, dove la vita urbana ruota per lo più intorno allo shopping e ai ristoranti e la vita notturna è praticamente inesistente (a parte la passione per il karaoke). Nella capitale del Brunei ci sono anche alcuni musei interessanti e il più grande villaggio sull’acqua esistente al mondo, uno scorcio di Malaysia dei tempi andati.
Il centro di Bandar si estende sulla sponda settentrionale del Sungai Brunei, in un punto – 12 km a monte di Brunei Bay – riparato dalle tempeste e dagli tsunami. Durante l’occupazione giapponese questa zona, che fino al 1970 si chiamava Brunei Town, fu gravemente danneggiata dai bombardamenti degli Alleati.
Tutta la zona centrale di Bandar Seri Begawan si trova a breve distanza (a piedi o in barca) dalla Omar Ali Saifuddien Mosque, ma a meno che non vi pesi camminare per ore sotto il sole tropicale, dovrete prendere un autobus o un taxi per raggiungere i siti di interesse turistico situati a est, nord e ovest del centro città.
2 Ulu Temburong National Park
Nel piccolo sultanato del Brunei esiste ancora un’ampia zona di natura selvaggia. Situato nel cuore di una foresta pluviale intatta che copre un’area di 500 kmq occupando gran parte del Temburong meridionale, l’Ulu Temburong National Park rappresenta il fulcro di una visita al sultanato. Solamente 1 kmq circa del parco è accessibile ai turisti, ed esclusivamente nell’ambito di un’escursione guidata. Tutto il resto dell’area è riservato agli studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Tra le attività consentite ci sono una canopy walk, alcuni brevi itinerari nella giungla e il bagno nelle fresche acque di montagna del Sungai Temburong.
Le foreste dell’Ulu Temburong sono ricche di fauna, tra cui 400 specie di farfalle. I momenti migliori per l’osservazione della fauna sono l’alba e il tramonto, ma è più probabile udire che riuscire a vedere i buceri e i gibboni di Müller.
3 Kampong Ayer
Abitato da circa 30.000 persone, Kampong Ayer è costituito da 42 villaggi contigui su palafitte situati lungo entrambe le sponde del Sungai Brunei. Un secolo fa, metà della popolazione malese del Brunei viveva qui, e tuttora sono in molti a preferire questo stile di vita rispetto alla terraferma.
Fondato almeno un migliaio di anni fa, Kampong Ayer è considerato il più grande insediamento su palafitte al mondo e ha scuole, moschee, stazioni di polizia e vigili del fuoco. Tinteggiate di verde, blu, rosa e giallo e sbiadite dal sole, le case non sono state affatto ‘ritoccate’ a fini turistici, perciò, sebbene il villaggio sia tutt’altro che squallido, preparatevi alla vista dei rifiuti che con la bassa marea si depositano sul fondo fangoso sotto le passerelle senza ringhiere, dove di tanto in tanto manca qualche pezzo del tavolato. In alcune zone le antiche case in legno sono state sostituite da costruzioni più robuste, in grado di resistere meglio alle tempeste monsoniche.
I villaggi situati sulla sponda settentrionale del fiume (la stessa dove si trova il centro città) un tempo occupavano un’area ben più ampia, ma molti sono stati rasi al suolo nell’ambito degli interventi di riqualificazione del lungofiume intorno alla Omar Ali Saifuddien Mosque. Per raggiungere questi villaggi, seguite le passerelle di assi di legno che si dirigono a ovest (parallele al fiume) dallo Yayasan Complex, a sua volta costruito sul sito dove in passato sorgeva un villaggio sull’acqua.
Un tempo i villaggi sull’acqua erano l’epicentro di attività tradizionali come la costruzione di barche, la lavorazione dell’argento e dell’oro e la tessitura di stoffe pregiate. Assistere alla costruzione di barche è ancora piuttosto facile, ma per una dimostrazione di tessitura tradizionale dovrete rivolgervi a un operatore turistico.
Per attraversare il fiume è sufficiente fare cenno con la mano a un taxi d’acqua.
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4 Sumbiling Eco Village
Se siete alla ricerca della versione locale di un accampamento nella giungla, con strutture spartane, amache e un’atmosfera rilassata, allora dovete andare al Sumbiling Eco Village. Questo rustico villaggio ecofriendly, situato in bella posizione vicino al fiume, serve gustosi cibi iban e offre il pernottamento in tende o in capanne di bambù dotate di letti, zanzariere e ventilatori. Sono inoltre disponibili numerose attività all’aperto (su prenotazione), tra cui la visita del vicino Ulu Temburong National Park, il pernottamento nella giungla, l’innetubing sul fiume e passeggiate notturne e all’alba fino a un punto panoramico per vedere la foschia che si solleva dalla giungla. Il campo è gestito da Borneo Guide in collaborazione con la comunità locale e si trova pochi minuti a valle di Batang Duri.
5 Jalan Labi
Pochi chilometri dopo essere entrati nel distretto di Belait provenendo da Tutong e Bandar Seri Begawan, vedrete una strada (Jalan Labi) che si dirama verso l’entroterra (a sud) in direzione di Labi e oltre ancora, attraversando alcune zone di foresta primaria. Lungo la strada, completamente asfaltata, avrete modo di vedere diverse longhouse iban. Fatta eccezione per il distretto di Temburong, questo è il luogo migliore per un’immersione nella cultura locale; per trarre il meglio dall’esperienza l’ideale è partecipare a un’escursione organizzata. La piccola riserva naturale si può invece visitare per conto proprio.
Circa 40 km a sud della strada costiera, Labi è un piccolo insediamento iban costituito da quattro longhouse: Rampayoh, Mendaram Besar, Mendaram Kecil e infine, al termine della strada, Teraja. Il tempo necessario per visitare le longhouse dipende dalla disponibilità o meno di una guida locale che parli inglese. Per visitare la longhouse Teraja occorre registrarsi alla vicina stazione di polizia.
Le longhouse di Labi sono un insieme di tradizione e modernità: vedrete donne che intrecciano cesti utilizzando fili di plastica invece del rattan e abitazioni che possono contare sulla corrente elettrica 24 ore su 24. All’esterno, tra i frutteti e le galline, in un rustico parcheggio vedrete una fila di automobili scintillanti.
6 Immersioni
La fiorente industria subacquea del Brunei può vantare alcuni buoni operatori e siti di immersioni poco affollati. Si possono esplorare alcuni relitti risalenti alla seconda guerra mondiale, nonché vasti tratti di barriera corallina incontaminata. Tra i variopinti coralli morbidi e duri, con alte gorgonie e grandi coralli tavola, spesso si incontrano seppie, polpi, murene, pesci istrice, pesci palla e talvolta anche qualche serpente d’acqua.
Il periodo migliore per le immersioni va da marzo a ottobre, con condizioni ideali da maggio alla metà di luglio.
Tra gli operatori che godono di una buona reputazione figurano Poni, il più grande centro immersioni del Brunei, che offre un ampio ventaglio di corsi per la certificazione PADI, immersioni ricreative e una varietà di attività acquatiche, e Oceanic Quest Company.
Da sapere
L’applicazione della sharia entrata in vigore nell’aprile 2019, che prevede la pena di morte per lapidazione per omosessuali e adulteri e l’amputazione delle mani in caso di furto, ha suscitato sdegno e proteste a livello internazionale che potrebbero avere ripercussioni negative sul turismo.