Weekend nelle Fiandre rincorrendo la primavera
Ci sono gli esperti di piante e fiori, quelli che ricordano il nome latino e nome volgare di qualunque arbusto spunti da un prato o da un’aiuola e a cui scriviamo quando si secca l’unica parta da appartamento che abbiamo acquistato. E poi c’è chi, come me, conosce soltanto le rose (per i film), i gelsomini (per il profumo) e le margherite, ma con qualche dubbio, soprattutto quando potrebbero essere gerbere, o camomilla. Eppure, anche io e le mie enormi carenze in ambito botanico sappiamo apprezzare la bellezza di un giardino, la grandiosità di una serra, la creatività di un’esposizione di fiori. Ecco perché un weekend nelle Fiandre è un’esperienza colorata e profumata adatta a tutti: qui non dovete riconoscere le specie per capire di essere circondati di una bellezza sempre pronta a sbocciare.

Gent e il paradiso
Il termine “paradiso” è abusato in ambito turistico e solitamente si riferisce a un’isola caraibica dalle spiagge candide. Ma a Gent c’è un motivo se nell’aria sentite un’atmosfera celestiale. Quando il tempo è bello, il cielo azzurro viene trafitto dalle guglie del Belfort, la torre campanaria alta 91 metri e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO (91 m) e dal campanile della cattedrale Sint-Baafskathedraal. Questo edificio imponente ha splendide vetrate istoriate e un’insolita combinazione di volte in mattoni e decorazioni in pietra, ma la vera attrazione è L’adorazione dell’Agnello mistico, un polittico realizzato nel 1432 dai fratelli Van Eyck, pittori della scuola dei primitivi fiamminghi. E considerate che nella chiesa si trova anche una grande tela di Rubens, per cui se tutti gli occhi sono puntati verso il Van Eyck un motivo c’è.

Anzi, più di uno, e vi saranno svelati durante un percorso interattivo con occhiali 3D in cui sarete trasportati nel passato della città, perché quest’opera d’arte ha una storia pazzesca. Scampata per un soffio ai calvinisti, che volevano distruggerla, fu portata a Parigi durante la Rivoluzione francese e nel corso della Seconda guerra mondiale sequestrata dai tedeschi, che la nascosero in una miniera di sale austriaca.

Le nudità di Adamo ed Eva sui pannelli laterali scandalizzarono a tal punto l’imperatore d’Austria Giuseppe II da indurlo a commissionare nuovi pannelli con le figure vestite. Oggi tutti i pannelli originali sono tornati al loro posto, tranne uno: il pannello dei Buoni Giudici, rubato nel 1934 e tutt’oggi mancante. Il lavoro rappresenta un’allegoria della glorificazione della morte di Cristo, ma la sua vera forza sta nei dettagli: il paesaggio che circonda le figure è quello delle Fiandre; i fiori, minuziosamente studiati e riprodotti, rappresentano 70 piante tra cui quelle note del circondario e alcune novità scoperte da Van Eyck durante un viaggio in Portogallo (come la palma da datteri in fondo). Durante il percorso scoprirete poi che lo sguardo dell’agnello è quello di Gesù, nonostante le numerose modifiche abbiano cercato di nasconderlo per evitare la blasfemia. Ultimo suggerimento: fissate la corona di Maria e troverete i fiori della primavera locale e il riflesso della cappella gotica dei committenti nelle gemme preziose.

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Ecco perché il tempo dedicato a studiare questo polittico sarà fondamentale per capire meglio la città, che è fortemente legata e influenzata dall’opera. Il magnifico centro medievale di Gent comprende tre piazze collegate tra loro – Vrijdag markt, Grote Markt e Korenmarkt. Subito a ovest, il canale è delimitato da edifici in stile medievale fino al grazioso quartiere di Patershol. I turisti sono sorprendentemente pochi, ma la folta popolazione studentesca implica un continuo movimento di gente per strada, che si gode gli splendidi palazzi sui canali, l’abbondanza di bar eccentrici e di ristoranti convenienti, e alcuni fra i più bei musei di tutto il Belgio. Bevete una birra e lasciate che la luce ventosa del nord lasci sovrapporre il paesaggio ai dipinti appena visti.

Se poi passate di qui durante Floralien, la manifestazione dedicata alle opere di floricoltura di veri e propri artisti, potrete assaggiare la birra bianca ai fiori, i cioccolatini alla rosa, lavanda, sambuco e violetta della cioccolateria Vandenbouhede e degustare menu ispirati alle piante e ai fiori del posto. Potete persino tornare a casa con un gadget di alta classe: il profumo Paradise del laboratorio artigianale Miglot, ispirato – guarda caso – all’opera di Van Dyke e che vi fa annusare un paradiso dai profumi di bergamotto, agrumi, gelsomino, mughetto e un finale di muschio. Alcuni locali mantengono queste variazioni floreali durante tutto l’anno, ma la notevole scena gastronomica di Gent saprà sorprendervi in tutte le stagioni: il giovedì, ad esempio, è stato istituito il “Thursday veggie day”, durante il quale tutti i ristoranti aderiscono alla cucina vegetariana.

Ma non pensate che Gent sia una bomboniera gotica: i dintorni sono ricchi di vaste zone postindustriali, ora sottoposte a riqualificazione urbana, che le conferisco no anche un tocco di concretezza, in cui troverete musei di arte contemporanea e locali di tendenza. Ad esempio, se volete conoscere in maniera più scientifica le piante, rilassarvi nel tempore delle serre e vivere un museo pensato per tutta la famiglia, dirigetevi al GUM (Ghent University Museum). Qui, oltre all’accesso alle preziose serre del giardino botanico, potrete ammirare la collezione scientifica del museo in un allestimento contemporaneo pensato per stimolare curiosità, domande e dubbi a visitatori di tutte le età. Saprete di essere arrivati quando vedrete l’enorme murales che lo street artist ROA ha completato durante il primo lockdown: un insieme di scheletri di elefante, rinoceronte, orso e okapi, tanto per rendere chiaro che qui la scienza non è una cosa noiosa, ma arte in continuo mutamento.

Se poi volete seguire il profumo di fiori anche fuori da Gent, arriverete alle porte di Bruxelles, nello storico Giardino Botanico di Meise. Con più di 200 anni di attività, è uno dei più grandi giardini al mondo con 92 ettari di piante. Qui potete avventurarvi tra le specie tropicali protette e studiate nelle serre, fare una sosta nello storico castello, scoprire tutte le rose del mondo, passeggiare tra prati di legno orsino in fiore e andare as cercare la serra Vittoria, una costruzione in ferro battuto che ha dato il via al fiorire dell’art nouveau in Belgio. E non pensate che sia una visita solo primaverile: affidatevi a una guida specializzata (ad esempio Guide Italiane in Belgio) per seguire la metamorfosi del mondo floreale in tutte le stagioni. E in inverno tutto si accende per il festival delle luci.
Giulia ha viaggiato in collaborazione con Visit Flanders. I collaboratori di Lonely Planet non accettano gratuità in cambio di recensioni positive.