Viterbo e la Tuscia dei papi

Redazione Lonely Planet
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Partiamo dal confine umbro e arriviamo al Lago di Vico lungo la Via Francigena per scoprire città, rocche e palazzi del potere papale: seguiteci in questo itinerario attraverso la Tuscia, estratto dal nuovo volume Italia in 52 weekend.

Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio © Nido Huebl/Shutterstock
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L’itinerario segue la Via Cassia, percorsa in questa zona nel Medioevo dai pellegrini della via Francigena, passando per i Monti Volsini e i Cimini (rilievi di origine vulcanica quasi interamente di tufo e ricoperti di vegetazione), per arrivare al Lago di Bolsena e poi a quello di Vico, specchi d’acqua in antiche caldere vulcaniche con una natura ammaliante, dove camminare quasi in mistica solitudine. 

Lago di Bolsena © canadastock/Shutterstock
Lago di Bolsena © canadastock/Shutterstock

Da Acquapendente, vicino al confine umbro, a Caprarola (con un castello cinquecentesco dalle proporzioni perfette, location di innumerevoli riprese cinematografiche) il percorso tocca alcune località che hanno visto nascere e consolidarsi lo Stato Pontificio, quel Patrimonio di San Pietro iniziato con la donazione di Sutri da parte del re Liutprando, e poi proseguito con l’acquisizione del feudo del Regno di Sicilia e il lascito testamentario di Matilde di Canossa nel 1115. 

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La Basilica di Santa Margherita vista attraverso il cancello della Rocca dei Papi, Montefiascone 
© Angelo DAmico/Shutterstock
La Basilica di Santa Margherita vista attraverso il cancello della Rocca dei Papi, Montefiascone © Angelo DAmico/Shutterstock

Seguiremo sul territorio della Tuscia di antica origine etrusca guelfi e ghibellini, papi golosi e prelati amanti del vino, i segni di quel potere temporale dei papi che sembrò a molti non compatibile con la missione spirituale della Chiesa, ammireremo stupefacenti esempi del nepotismo che accompagnò per secoli la gestione ‘semi-dinastica’ del soglio di Pietro e vedremo con i nostri occhi il gotico Palazzo dei Papi di Viterbo che nella seconda metà del Duecento ospitò un’elezione del pontefice durata tre anni da cui nacque il termine conclave. Venne infatti risolta dai viterbesi che, esasperati, chiusero a chiave i cardinali in una sala turrita del palazzo, poi tolsero il tetto e li privarono del cibo: il risultato fu l’elezione di Gregorio X. 

A Torre Alfina c’è un luogo fatato, il ‘Bosco di Biancaneve’, antica foresta con massi ricoperti
di muschio © Massimo Santi/Shutterstock
A Torre Alfina c’è un luogo fatato, il ‘Bosco di Biancaneve’, antica foresta con massi ricoperti
di muschio © Massimo Santi/Shutterstock
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Altre affascinanti città storiche come Bolsena, Montefiascone e Bagnoregio (con la misteriosa Civita pericolosamente appollaiata su un cocuzzolo di tufo) invitano a godere dei sapori autentici di questa zona, dalla nocciola gentile di Caprarola alle uve bianche del famoso Est! Est! Est! 

Questa è l’introduzione dell’itinerario "Viterbo e la Tuscia dei papi ": puoi consultarlo nella versione completa insieme a molti altri nel nostro nuovo volume fotografico Italia in 52 weekend.

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