Cosa vedere in due giorni a Lecce
Se per voi il Salento è sinonimo di pizzica e di spiagge, vuol dire che non avete ancora scoperto l’abbacinante bellezza del suo capoluogo: Lecce è un turbinio di chiese, piazze e palazzi tanto sorprendenti da stordire. E preparatevi: di Lecce da visitare ce n’è più d’una. C’è quella barocca, così elegante da meritarsi il soprannome di ‘Firenze del sud’; quella messapica e romana, nascosta dietro e sotto gli edifici del centro storico; e quella popolare, la più verace, che ruota intorno a una gastronomia schietta e all’amore per il mare, distante solo una decina di chilometri. E sono tutte, ugualmente, bellissime.

Un’immersione nel bello a Lecce: barocco e altre meraviglie
Un giorno vi basterà a stento per scoprire le principali cose da vedere a Lecce: partite dunque dai must. Orgoglio dei leccesi, il centro della città è la scenografica Piazza Sant’Oronzo, febbrile e animata dal viavai dei passanti (è pedonale) a ogni ora grazie al rosario di caffè, ristoranti e negozi che la circondano. A un paio di metri sotto il livello della piazza, accanto al Palazzo del Seggio, si trovano i monumentali resti dell’Anfiteatro Romano di età augustea nel quale gli abitanti dell’antica Lupiae erano soliti assistere alle battaglie tra gladiatori e bestie feroci. Un passaggio dal Castello di Carlo V è quasi obbligato, per ammirarne i cortili, le sale cinquecentesche e la torre medievale ma soprattutto una delle mostre temporanee, tutte di qualità eccellente, che ciclicamente vi sono allestite. Perdetevi quindi tra i vicoli per poi farvi sorprendere dal misto di stupore e vertigine che vi assalirà quando all’improvviso, uscendo dall’ombra delle stradine, vi troverete davanti la candida Basilica di Santa Croce: il capolavoro del barocco leccese, opera dei migliori architetti e artigiani che vi lavorarono per oltre un secolo e mezzo, a partire dal 1549. La solenne facciata, scandita da tre sezioni sovrapposte, è sovraccarica di simboli e richiami allegorici che rimandano al trionfo della cristianità sull’eresia musulmana e del Bene sul Male, ma l’elemento più scenografico è il grande rosone intagliato da Zimbalo e Cesare Penna, del 1646. Circondato da una ghirlanda e da grottesche che celano i volti dei cinque progettisti del tempio (provate a scovarli), è incorniciato da due file di angeli vagamente raffaelliti e melograni.
Concludete l’itinerario dei posti da visitare a Lecce nel suo cuore spirituale, un capolavoro d’architettura urbanistica che sembra tagliato fuori dal resto della città e che proprio per questo, e per la sua bellezza, ipnotizza e meraviglia: Piazza del Duomo. Il fatto è che il barocco leccese opta per la sobrietà senza rinunciare all’effetto scenografico. E la teatralità di Piazza del Duomo, che si presenta oggi nella veste che le hanno cucito addosso gli architetti che la rimodellarono nel 1761, lo conferma.
Oltre all’assenza di eccessi – la spettacolarità è delegata ai giochi di luce e ombre più che alla sovrabbondanza di orpelli, ma è caratteristico, ad accomunare i tantissimi luoghi di culto e palazzi nobiliari barocchi di Lecce è il materiale: la pietra leccese, una pietra calcarea molto tenera e duttile al momento dell’estrazione (e quindi adattissima a essere scolpita, intagliata e traforata), ma che si indurisce con il passare del tempo, assumendo un caldo colore dorato.

Vicoli e buona cucina: relax e altre cose da vedere a Lecce
La vera essenza della capitale del Salento è nascosta tra i vicoli assolati del centro storico e nella ricca gastronomia locale, per i quali vi consigliamo di mettere in programma una giornata in più, il tempo necessario per godervi l’atmosfera cittadina e addolcire le vostre passeggiate addentando un pasticciotto. C’è un labirinto nel cuore di Lecce, lontano dai palazzi barocchi ma all’ombra del campanile del Duomo. È fatto di vicoli tutti uguali, di piazzette che si aprono all’improvviso, di gatti che sbadigliano al sole e di muri scalcinati. Si dice che fu costruito apposta, nel Medioevo, per disorientare i nemici. Oggi come allora è impossibile non perdersi alla fine di ogni stradina, un bivio dopo l’altro, un altro ancora e così all’infinito. Non è un caso che le chiamino Le Giravolte.
Se dopo tutto questo camminare sentiste un languorino, non dovrete girare troppo prima di trovare un bel posticino dove mangiare a Lecce: la cultura del buon cibo e del buon vino, aiutata dalla qualità delle materie prime, si potrà gustare in tantissimi ristoranti, trattorie, fornelli e feste in piazza. Per non parlare della triade (quasi sacra per i buongustai!) dello street food leccese: rustico, pasticciotto e puccia. Il rustico è formato da due dischi di pasta sfoglia con ripieno di mozzarella, besciamella, pomodoro, a volte condito con pepe e noce moscata; il pasticciotto è composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera; la puccia è una sorta di pagnottella bassa di grano duro con una crosta sottile e croccante, poca mollica, e ripiena di tante bontà.

Toccata e fuga nel Salento: cose da visitare vicino Lecce
Con un’inedita mescolanza di stile, culture, lingue e tradizioni che nel corso dei millenni si sono sedimentate in questo territorio pianeggiante, il Salento leccese è capace di stupire anche i viaggiatori più navigati. Basta mettersi al volante, guidare senza una meta precisa, e lungo il cammino addolcito da sterminati uliveti si incontrano candidi borghi fortificati, villaggi punteggiati da eleganti palazzi nobiliari, chiese affrescate in stile giottesco e misteriose cripte d’epoca bizantina. Un rigenerante tuffo nella storia che anticipa, seppur di poco, quello rinfrescante nel mare salentino.
Certo dovrete correre un po’, di cose da visitare nel Salento ce ne sono più di quanto ci si aspetta. Procedendo verso sud da Lecce, concedetevi una bella nuotata lungo l’arenile dei Laghi Alimini, che anticipano l’arrivo a Otranto, l’antica capitale salentina, affacciata sul mare e densa di testimonianze del suo glorioso passato, come la Cattedrale, la Chiesa di San Pietro e il Castello Aragonese. Se avete ancora tempo, fate rotta verso Porto Badisco e Santa Cesarea Terme, che con le loro calette annunciano l’arrivo a Castro, il luogo dove, secondo la leggenda, approdò Enea. Qui si cela la Grotta Zinzulusa, dalle magnifiche formazioni geologiche. La tappa successiva è Santa Maria di Leuca, la punta del tacco italico, bianchissima e protesa tra l’Africa e l’Oriente.
In alternativa, anziché volgere verso la costa partite alla scoperta dei borghi dell’entroterra. Dopo una visita alla millenaria Abbazia di Santa Maria di Cerrate, fate rotta verso Nardò, al cui centro storico raccolto intorno a Piazza Salandra dovrete dedicare almeno un paio d’ore. Da qui, spostatevi a Galatina, dove resterete senza fiato al cospetto della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, con i suoi splendidi interni affrescati in stile giottesco a cavallo fra Tre e Quattrocento, quindi chiudete in bellezza a Maglie, una delle più eleganti cittadine della zona.

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