Quando torneremo a viaggiare sceglieremo le isole

7 minuti di lettura

Dicono che nessun uomo è un'isola, ma con una pandemia globale in corso, essere un'isola ha i suoi vantaggi. Tante nazioni insulari del mondo sono uscite indenni dalla crisi sanitaria grazie alle misure adottate dalle autorità per fermare il virus alla soglia del confine.

Un’isola potrebbe essere l’idea migliore per il vostro primo viaggio © DTB’s Photography / 500px
Un’isola potrebbe essere l’idea migliore per il vostro primo viaggio © DTB’s Photography / 500px
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Ora che le vaccinazioni lasciano intendere quale sia la data prevista per il ritorno dei viaggi internazionali, le isole si posizionano in pole-position per accogliere i turisti della stagione 2021.

Vi raccomandiamo di controllare gli aggiornamenti sulle restrizioni imposte ai viaggiatori e di seguire le indicazioni governative prima di pianificare qualsiasi viaggio.

Porto di Kyrenia a Cipro del Nord: i confini si apriranno alle persone vaccinate a partire dal 1 maggio © Ludmila Yilmaz / Shutterstock
Porto di Kyrenia a Cipro del Nord: i confini si apriranno alle persone vaccinate a partire dal 1 maggio © Ludmila Yilmaz / Shutterstock

La minuscola Repubblica di Cipro è stata una delle prime destinazioni turistiche ad annunciare un piano per la riapertura completa ai viaggiatori vaccinati, desiderosa di tornare a offrire il suo tepore mediterraneo e le sue spiagge paradisiache a tutti. I visitatori che hanno ricevuto le due dosi di vaccino possono volare verso la soleggiata isola a partire dal 1 maggio (dal 1 aprile i cittadini di Israele) senza dover presentare l’esito negativo di tampone od osservare la quarantena all’arrivo: Cipro è destinata a diventare una delle mete più gettonate dell’estate 2021. 

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Requisiti per visitare l’Islanda

Anche altre isole europee sono pronte a scendere in campo. Il 6 aprile, l’Islanda ha aperto i suoi confini ai vaccinati e ai guariti dal COVID. Bisogna sottoporsi a un test obbligatorio all’arrivo, ma una volta ricevuto l’esito negativo, di solito entro sei ore, i viaggiatori sono liberi di andare ovunque vogliano sull’isola. Le vicine Isole Faroe sono aperte ai viaggiatori vaccinati dal 1 aprile, basta sottoporsi a un test PCR all’arrivo e al quarto giorno di soggiorno. 

Nessuna quarantena prevista all’arrivo sull’Isola di Cerf, Seychelles © Jonathon Stokes/Lonely Planet
Nessuna quarantena prevista all’arrivo sull’Isola di Cerf, Seychelles © Jonathon Stokes/Lonely Planet
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Il 25 marzo le Seychelles sono diventate uno dei primi paesi a riaprire i confini. È richiesto solo l’esito negativo di un test effettuato prima della partenza, ma non bisogna osservare quarantena o restrizioni all’arrivo. In Thailandia, la provincia insulare di Phuket è stata selezionata come "porta nazionale" per la riapertura del turismo internazionale: il piano prevede la vaccinazione del 70% della popolazione dell’isola per consentire ai turisti vaccinati di visitarla senza quarantena dal 1 luglio. In caso di successo, la strategia "Phuket Sandbox", ideata dall’ente del turismo thailandese, verrà applicata in altre parti del paese. In vista dell’allentamento delle restrizioni, le province di Phuket, Pattaya, Koh Samui, Chiang Mai, Phang Nga e Krabi hanno ridotto da due settimane a sette giorni il periodo di quarantena imposto ai viaggiatori che non usciranno dai confini della stessa regione per tutta la durata del soggiorno. 

Isola di Anegada nelle Isole Vergini britanniche: i visitatori indossano un braccialetto di tracciamento elettronico © Bruno Kolovrat / 500px
Isola di Anegada nelle Isole Vergini britanniche: i visitatori indossano un braccialetto di tracciamento elettronico © Bruno Kolovrat / 500px
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Requisiti per visitare i Caraibi

I Caraibi hanno ingranato la quinta in vista della riapertura al turismo. Le nazioni di questo vasto arcipelago hanno cominciato a riaprire con cautela i confini a giugno 2020, in genere previa approvazione anticipata del viaggio e richiedendo l’esito negativo di un test per COVID effettuato nei giorni antecedenti il volo. La maggior parte delle isole richiede ai visitatori di sottoporsi a ulteriori test durante il loro soggiorno e di isolarsi per un periodo di massimo 14 giorni, ma questo isolamento può essere osservato anche in un hotel vista mare e palme.

A metà aprile 2021, più di venti nazioni caraibiche avevano aperto i confini ai visitatori internazionali, ma la maggior parte ammetteva solo visitatori provenienti da un numero ristretto di paesi approvati, vietando l’accesso ai viaggiatori provenienti da nazioni ad alto rischio. Le restrizioni in vigore su alcune di queste isole paradisiache sono ferree: i visitatori delle Bahamas devono obbligatoriamente sottoscrivere un’assicurazione sanitaria e riempire un questionario sul loro stato di salute ogni giorno per 14 giorni, mentre i visitatori delle Barbados e delle Isole Vergini britanniche devono indossare un braccialetto per il tracciamento elettronico. Eppure il numero esiguo di contagi da COVID registrato nella maggior parte delle nazioni caraibiche parla da sé. Anche soddisfando i requisiti di accesso, non si gode di piena libertà di movimento una volta entrati. Potrete godervi il sole tropicale e tuffarvi nel tepore dell’oceano, ma i viaggi tra le isole, o anche all’interno di un singolo gruppo di isole, di solito sono soggetti a restrizioni aggiuntive, incluso obbligo di sottoporsi a test COVID. Non sarà lo stesso viaggio spensierato che avreste fatto prima della pandemia, ma è comunque un inizio. 

Barca a remi al Port Fitzroy Wharf, Great Barrier Island, Nuova Zelanda © John Kershaw / Alamy Stock Photo
Barca a remi al Port Fitzroy Wharf, Great Barrier Island, Nuova Zelanda © John Kershaw / Alamy Stock Photo

Perché le isole sono andate così bene durante la pandemia?

La geografia è stata sicuramente d’aiuto. I confini aerei e marittimi sono più facili da controllare rispetto ai confini terrestri, il che rende relativamente facile limitare o bloccare in modo completo l’accesso agli esterni. Oltre questo, nonostante la forte dipendenza economica dal turismo, i governi delle isole hanno scelto di subire il colpo e di chiudere i confini per ridurre il numero di contagi così da poter garantire una riapertura anticipata e più sicura non appena fosse stato possibile.

"Approdare su un’isola permette di fuggire dalla terribile realtà che abbiamo vissuto quest’anno," suggerisce Noel Josephides, direttore dell’Associazione Tour Operator Indipendenti (Association of Independent Tour Operators - AITO). "E dal punto di vista pratico, vi permette di evitare le folle delle grandi città e di godervi un viaggio in una meta dove i confini sono strettamente controllati e dove, come nelle isole della Grecia, gli impiegati nel settore turistico sono quasi tutti vaccinati."

Per molte nazioni, i passaporti vaccinali potrebbero costituire la soluzione per la riapertura del turismo. L’Islanda ha già iniziato a rilasciare certificati ufficiali di vaccinazione COVID-19 ai propri cittadini, e ha intenzione di ammettere i cittadini muniti di passaporto COVID provenienti dalle altre 25 nazioni dell’area Schengen. 

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La Grecia permette l’accesso senza obblio di quarantena a chiunque si sia vaccinato © Oleksandr Maistrenko / 500px
La Grecia permette l’accesso senza obblio di quarantena a chiunque si sia vaccinato © Oleksandr Maistrenko / 500px

Altri paesi si stanno spingendo ancora oltre: la Grecia ha revocato l’obbligo di quarantena ai visitatori vaccinati (e ai viaggiatori che esibiranno l’esito negativo di un test) provenienti da 32 paesi tra Europa e Medio Oriente, e ha riaperto gli aeroporti di Kos, Mykonos, Santorini, Rodi e Creta. Madeira, Azzorre e Isole Canarie stanno elaborando una strategia molto simile.

Tuttavia, è il caso di raffreddare l’entusiasmo dei già vaccinati: la decisione di sospendere l’obbligo di quarantena potrebbe essere revocata con breve preavviso, così come i piani generali di riapertura, a seconda dell’andamento dei casi e della diffusione di varianti del virus. È praticamente obbligatorio sottoscrivere un’assicurazione che copra i costi per un eventuale ricovero da COVID, per la quarantena in un paese straniero, per l’annullamento del viaggio e il rimpatrio in caso di diagnosi COVID o in caso di inasprimento delle norme governative.

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Quando potremo visitare l’Australia e la Nuova Zelanda?

Non tutte le isole più famose al mondo hanno la stessa fretta di riaccogliere il mondo esterno. Considerati i duri colpi inflitti dalla pandemia, l’Australia e la Nuova Zelanda hanno deciso di riaprire dal 19 aprile ma solo tra di loro, creando in questo modo una bolla per viaggiatori che risparmi la quarantena ai residenti australiani e neozelandesi. I viaggiatori dovranno dimostrare di aver passato in Australia o in Nuova Zelanda i 14 giorni precedenti alla partenza e gli equipaggi delle compagnie aeree che operano voli tra i due paesi saranno operativi solo su rotte a basso rischio. L’accordo non è del tutto esente da restrizioni: tutti i passeggeri a bordo dell’aereo dovranno indossare la mascherina e chiunque abbia sintomi di raffreddore o influenza, anche se non ha avuto contatti, non sarà autorizzato a volare. Il volo potrà essere cancellato con breve preavviso se nel frattempo il numero dei contagi dovesse aumentare, come è già accaduto in due occasioni dallo scoppio della pandemia. I viaggi in Australia e Nuova Zelanda dal resto del mondo non dovrebbero riprendere fino a ottobre, a seconda dell’andamento delle vaccinazioni nei due paesi. 

Taroko Gorge, Taiwan avrà una bolla per viaggiatori con Palau © Roger Wesson / 500px
Taroko Gorge, Taiwan avrà una bolla per viaggiatori con Palau © Roger Wesson / 500px

In realtà, la bolla tra Australia e Nuova Zelanda è solo una delle tante tra le isole che hanno deciso di favorire la circolazione con l’arrivo del vaccino. Le piccole nazioni insulari di Taiwan e Palau, entrambe leader mondiali in termini di risposta alla pandemia, hanno aperto un corridoio di viaggio il 1 aprile, mettendo a disposizione due voli settimanali e sospendendo l’obbligo di quarantena per i nuovi arrivati. Il governo di Taiwan sta ora prendendo in considerazione l’idea di creare una seconda bolla tra Taiwan e Singapore, ed è in preparazione un accordo con altri paesi dove i contagi sono rimasti bassi.

Le bolle regalerebbero una ventata di normalità a chi vive in paesi dove il COVID continua a colpire e forse sono destinate ad aumentare e a unirsi per creare la rete che gradualmente arriverà a riaprire il globo ai viaggiatori. 

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