In giro per il Principato di Monaco: un concentrato di personalità proiettato al futuro

Al di là di ogni facile stereotipo, il Principato di Monaco si rivela una meta sorprendente. Intanto, perché è l'unico Paese sovrano ad ampliare il suo territorio senza fare guerra a nessuno. Il gioiello dei Grimaldi ha da tempo intrapreso la via dell'estensione in mare per avere nuovi spazi edificabili, ma questa è solo una delle buone ragioni per una visita.

Notte sul Principato di Monaco.  @BenjaminVergely photo credit
Notte sul Principato di Monaco. @BenjaminVergely photo credit
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Il Principato è grande come Central Park a New York e di recente ha aggiunto sei ettari al suo minuscolo territorio grazie all’estensione dell’Anse du Portier. Quindi come primo approccio direi di visitare il nuovissimo quartiere Mareterra, inaugurato il 4 dicembre 2024. Gli edifici sono stati realizzati utilizzando nuovi metodi di costruzione e materiali eco-compatibili. L’energia proviene da fonti sostenibili come pannelli solari e pompe a calore geotermiche. I lavori sono durati quasi 10 anni, partendo dalla preparazione del fondale marino. I palazzi e le ville del complesso Mareterra sono stati progettati da Renzo Piano (l’edificio più alto), Norman Foster, Tadao Andō e Stefano Boeri. Il nuovo quartiere poggia su 440.000 tonnellate di sabbia prelevate da una duna sottomarina in Sicilia ed è stato creato con il sistema delle dighe olandesi, cioè affondando enormi cassoni in cemento e creando così una cintura poi impermeabilizzata e svuotata dall’acqua del mare. I cassoni sono stati progettati per favorirne la colonizzazione da parte delle specie marine: le loro pareti presentano anfratti e rilievi identici a quelli delle rocce sottomarine del Mediterraneo. Sulla piattaforma ricavata, circa 800 persone hanno lavorano per anni alla realizzazione dell’eco-quartiere di lusso dove i prezzi degli appartamenti e delle ville con piscina variano dagli 100.000 ai 120.000 euro al metro quadro. Si può circolare liberamente tra i palazzi e percorrere la grande promenade lungomare che parte dalla spiaggia del Larvotto oppure passare attraverso un piccolo parco con oltre mille alberi, soprattutto pini arrivati da Pistoia.

Il Museo Oceanografico a picco sul mare. @BenjaminVergely photo credit
Il Museo Oceanografico a picco sul mare. @BenjaminVergely photo credit

Dal futuro del Principato, con le tecniche di costruzione più innovative ed ecologiche, al passato, rappresentato dal monumentale Museo Oceanografico, a picco sul mare, inaugurato nel 1910 per celebrare le ricerche idrogeografiche del principe Alberto I. All’epoca in cui le esplorazioni erano a carico di ricchissimi privati, il Principe di Monaco armò una nave, l’Hirondelle, e dette il via ad una serie di campagne di studio degli Oceani. La ricerca continuò nel dopoguerra con il Comandante Cousteau e la Calipso. Oggi il Museo Oceanografico ospita un interessante acquario con varie specie e una grande vasca centrale. Ma non aspettatevi la spettacolarità di Genova, Lisbona o Valencia. Tutto il fascino del Musée Oceanografique è nelle sale ai piani superiori dove non si entra solo nel mondo marino ma addirittura in un’altra epoca! Un grande scheletro di balena appeso al soffitto e centinaia di creature marine conservate in vasi di vetro testimoniano le esplorazioni e la passione del Principe per gli Oceani. Il tutto in un ambiente decorato da boiseries e ottoni che fanno immaginare il Nautilus del capitano Nemo.  

All’uscita del Museo Oceanografico è d’obbligo una passeggiata nei Jardins Saint-Martin, un angolo di macchia mediterranea ben ombreggiata da pini marittimi. Sono giardini pubblici adiacenti al Museo dove si cammina nel verde tra opere d’arte, a bordo della falesia a picco sul mare. La cura dei giardinieri del Principato è maniacale: fiori e piante sono perfetti in ogni stagione.

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Il Palazzo dei Principi @BenjaminVergely photo credit
Il Palazzo dei Principi @BenjaminVergely photo credit

Sulla Rocca, a Monaco Ville, il nucleo medioevale dell’abitato, sono presenti gli altri due edifici iconici del principato: la Cattedrale, dove riposano accanto, al fondo della navata , il Principe Ranieri III e la Principessa Grace Kelly, e Palazzo Grimaldi. Alcune delle sale di Palazzo Grimaldi, compresa quella del trono, sono visitabili ma non aspettatevi lo sfarzo di Versailles. Lo spettacolo più bello è gratis ed è a mezzogiorno, quando con grande solennità e rigore militare avviene il cambio della guardia. I Carabinieri del Principe, corpo scelto creato nel 1817, sono composti da 94 uomini di truppa, 16 sottufficiali e 3 ufficiali. Sono soldati professionisti che provengono in larga parte dall’esercito francese e sono addetti alla protezione del principe sovrano e dei suoi familiari. Appuntamento ogni giorno alle 11h55 quando il drappello di soldati freschi esce dalla caserma di fronte al Palazzo e, diretto da un ufficiale, attraversa la piazza e va a dare il cambio ai commilitoni. Più spettacolare in estate quando c’è folla attorno e le divise dei Carabinieri sono bianche con alamari bianco-rossi.

Le One Monte-Carlo @BenjaminVergely photo credit
Le One Monte-Carlo @BenjaminVergely photo credit
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Altro punto di grande interesse del Principato è la piazza del Casinò che appartiene ad una società privata, la SBM (Société des Bains de Mer), che fa capo al Principe. Dalla metà dell’800 sulla collina brulla a nord della Rocca venne edificato un quartiere dedicato ai piaceri della vita e alle vacanze di aristocratici e ricchissimi finanzieri. Fu la lungimiranza del Principe Carlo III a intravvedere nel turismo il futuro del piccolo stato. E così, nel 1860 aprirono l’Hotel de Paris e il Casinò, e poi l’Opera progettata da Garnier, e il Cafè de Paris. E la collina venne chiamata Monte Carlo in onore del sovrano.

Oggi l’Hotel de Paris conserva solo la facciata originaria, è stato interamente ricostruito in linea con gli standard alberghieri attuali. Il Casinò invece è originale, così come la magnifica Salle Garnier da 500 posti, un tripudio di velluti rossi, stucchi, fregi dorati e boiseries, con un monumentale palco riservato al Principe. Vale la pena acquistare un biglietto per un qualsiasi spettacolo solo per assaporare l’atmosfera Belle Epoque della sala e i sentori dei legni d’epoca. Il Caffè de Paris in origine era uno chalet in legno, dall’anno dell’apertura è stato rifatto 5 volte, assumendo sembianze diverse, per esempio a fine ’800 quelle di un esotico palazzo moresco con minareti. Nel 2023 viene inaugurato un’ennesima volta in linea con le tendenze architettoniche attuali, ma conservando lo spiritus loci di brasserie con terrazza dehors. Qui, nel 1898 nacque la Crêpe Suzette. Una crêpe flambée al liquore e scorze d’arancia che intrigò il Principe di Galles, futuro Re d’Inghilterra Edoardo VII, in compagnia quel giorno di una avvenente ballerina. Chiese allo chef come si chiamasse quella ricetta... e lo chef colto di sorpresa disse che poteva chiamarla la Crêpe del Principe. Ma lui, per galanteria, chiese di dedicare quel dessert così intrigante alla sua accompagnatrice. La ragazza si chiamava Suzette e il piatto è rimasto da allora nel menu del Cafè de Paris con quel nome.

Monabike @BenjaminVergely photo credit
Monabike @BenjaminVergely photo credit

A pochi passi dalla piazza del Casinò esiste un’oasi di verde e di quiete, un giardino botanico d’altri tempi che vanta alberi esotici d’alto fusto, messi a dimora più di un secolo fa. È Le Jardin de la Petite Afrique, con un piccolo stagno abitato da anatre. Fate attenzione passando in auto, perché capita che attraversino la strada andando verso l’ingresso dell’Hotel Metropole.

Altro luogo dell’anima è il Giardino Giapponese, voluto dal principe Ranieri III e oggi inglobato nell’estensione in mare del Portier. Un giardino creato nel 1994 su 7000 m2 da un grande paesaggista giapponese con laghetti abitati da carpe koi, cascate, lanterne in pietra, ponti, una casa del tè e il giardino zen in sabbia. Tutto realizzato con elementi importati dal Giappone, comprese le tegole che arrivano dall’isola di Awaji. Il Giardino Giapponese è recintato ma aperto al pubblico. In primavera i ciliegi sakura che lo costeggiano offrono un piccolo hanami mediterraneo.

Il giardino più famoso di Monaco è però Le Jardin Exotique che si visita a pagamento. Attualmente è in totale ristrutturazione, ma gli appassionati di piante grasse possono visitare gratuitamente le grandi serre del Centro Botanico, dove sono ospitate le 10.500 piante in attesa di essere rimesse a dimora.

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Collezione di automobili di S.A.S. il Principe di Monaco. @BenjaminVergely photo credit
Collezione di automobili di S.A.S. il Principe di Monaco. @BenjaminVergely photo credit

Il nome di Monaco per gli appassionati di motori è associato al Gran Premio che si corre sul circuito cittadino a fine maggio. I lavori notturni di riasfaltatura di alcune parti del circuito iniziano mesi prima. Segue il montaggio delle tribune, dei sovrapassi, dei guardrail e delle reti di protezione. Un lavoro titanico che trasforma una grossa fetta della città in una pista secondo gli standard approvati dalla FIA. Per chi solitamente vede il Grand Prix in TV è emozionante percorrere quelle strade a pochi giorni dalla gara, quando tutto è pronto e ci si sente sul circuito, specie a notte fonda senza il traffico caotico del giorno. Beh, sappiate che è un attimo farsi prendere il piede ed accelerare. Ma è anche un attimo farsi acchiappare dalle pattuglie della Polizia monegasca ormai preparata alle intemperanze dei possessori di bolidi. Ne vengono sequestrati a dozzine e i proprietari, pagate le multe salatissime, possono recuperarli dalle parti dell’eliporto di Fontvielle. Gli appassionati di F1 riconoscono i luoghi del circuito, chiamano le curve per nome. Il nuovo Museo dedicato alle auto dei Principi di Monaco e alla Formula 1 è sotterraneo e si trova tra le Curva del Tabaccaio e quella delle Piscine. L’indirizzo esatto non serve a chi ama i motori.

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